Capitolo 13

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Capitolo 13


Abbiate pazienza, sarà il mio piccolo principe a trovarvi quando sarà il momento giusto. Fidatevi del vostro istinto e la via giusta percorrerete.

Con affetto,

Spada Rosa

Come predetto da Jessica, Merag apprezzò decisamente la chiarezza e la precisione della sua mentore Nissa. Questo messaggio rasserenò entrambe, anche se non rivelava molto. Ma una cosa appariva certa, Durbe la stava cercando per davvero e forse non aveva mai smesso. Doveva essere stato per forza lui a curiosare nella biblioteca di Heartland, nella sezione dei libri rari, ed anche il ladro impacciato.

Le due ragazze raggiunsero gli amici nella caffetteria al piano terra della torre per fare colazione, e Byron insistette che tutti si riunissero nella sua villa quel pomeriggio stesso. Rio non l'aveva mai visto così serio ed autoritario e, se non conoscesse il suo lato allegro e simpatico, si sarebbe intestardita come quando la sua madre bariana si opponeva al suo modo di fare libertino. Finito di mangiare, si riunì con Ryoga per tornare al complesso VIP, insisteva per accompagnarla personalmente e non accettava scuse. Così partirono spediti in moto tra le vie della città e il vento che sferzava dolcemente sulle loro figure.

«Pensi di essere capace di difendermi dagli alieni?» gli domandò stupita.

«Certo che no, sono ancora sano di testa. Sei tu che non lo sei. Mi spieghi cosa ti sta succedendo?»

«Che intendi?»

Shark parcheggiò la moto vicino al parco e si tolse il casco. Si voltò verso la sorella con sguardo serio, voleva sentire la verità anche se sarebbe stata assurda o difficile da accettare.

«Lo sai benissimo. Sei strana, lo sei sempre stata, ma ora di più. Dimmi la verità, sei lesbica?»

«Eh? Ma come ti viene in mente?»

«Stai sempre con Jessica. Anche io ho amici maschi, ma non ci passo tutto il giorno. Ti ha anche trovato un soprannome ridicolo come si fa nelle coppie. E poi quella strana domanda che mi hai fatto... Cosa ne pensavo se ti fidanzavi, qualcosa del genere.»

«Ma ti pare? Ha il doppio della mia età, è come una sorella maggiore, non riuscirei mai a vederla con occhi diversi.»

«E?»

«Mi sta aiutando, lo sai già.»

«Ok, ma sei lesbica?»

«No... Sono bisessuale.»

«La zia lo sa?»

Merag annuì, così Shark si rimise il casco e partì nuovamente in direzione del complesso, rimanendo in silenzio per tutto il tragitto. Sentiva come se avesse rimosso un enorme peso dal suo petto, mai avrebbe pensato che confidare le sue preoccupazioni alla sorella lo facesse sentire bene. Una volta a casa, subirono entrambi un interrogatorio in stile polizieschi americani con tanto di lampada puntata in faccia. Zia Mariko non aveva mai lasciato andare il suo primo ruolo, una detective dal pugno di ferro e dalle tecniche poco tradizionali. Ogni volta che i gemelli non le davano notizie, si impettiva e cacciava fuori tutto quel che aveva imparato sulla psicologia e il linguaggio del corpo. Non potevi mentirle, una regola non scritta che tutti si ritrovavano a rispettare, almeno in parte. Di certo Merag non poteva rivelarle di essere un'aliena.

«Dimmi dov'eri il ventuno luglio alle undici e mezza di sera» chiese severa a Ryoga.

«Uff, alla torre per il compleanno di Yuma. La festa è finita tardi e siamo rimasti a dormire lì per il maltempo» tagliò corto fiondandosi in bagno.

I sussurri del passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora