CAPITOLO 2

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Sono chiusa in camera da un paio d'ore e per quanto la musica riesca a farmi distrarre portandomi su un altro pianeta, oggi non è così. La domanda di mio padre ha fatto riaffiorare alcuni momenti che in parte pensavo di aver rimosso, ho fatto un lungo lavoro per lasciarmi alle spalle tutto lo schifo di tre mesi fa e ora, un semplice quesito, è riuscito a riportare a galla tutte le paure e le incertezze, per non parlare delle mancanze. Durante queste settimane mi è capito di scorgere alcune foto riguardanti Giovanni sui social, in alcuni cercavo di non soffermarmi troppo a guardarle, in altri invece, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo viso.
<<Posso?>>
La voce di mio padre e le tre bussate alla porta mi fanno quasi spaventare per quanto ero sovrappensiero.
<<Si>>
Mi sistemo sul letto e quando entra in camera mi accorgo che ha cambiato indumenti, ora è elegante. Indossa una semplice t-shirt nera con una giacca e dei pantaloni classici del medesimo colore.
<<Come sto?>>
Mi domanda facendo un giro su se stesso.
<<Benissimo, ma a cosa è dovuta tutta questa eleganza?>>
Chiedo curiosa, mettendomi seduta sul letto a mo' di indiana, con le gambe incrociate.
<<Cena di lavoro>>
Si limita a dire, abbottonando l'unico bottone della giacca, all'altezza dello stomaco.
<<Si, questo lo so anche io, ma che di che cena si tratta?>>
Potrei farmi i fatti i miei, ma se lo facessi non sarei io, quindi continuo a punzecchiarlo.
<<Cena con i ragazzi del Napoli>>
Appena sento la sua risposta, abbasso lo sguardo, ma onde evitare domande e preoccupazioni, provo a fare finta di niente.
<<Oh, si festeggia qualcosa?>>
Ammiccò un sorrisetto falsissimo, ma mio padre sembra cascarci.
<<Il capitano ha organizzato una cena sia per la vittoria dello scudetto che per la mia partenza>>
Confessa, sbottonando la giacca con fare un po' nervoso.
<<Allora divertiti papà>>
Gli dico sorridendo, questa volta sul serio, poi mi alzo dal letto e gli vado incontro per abbracciarlo.
<<Tu stai attenta mi raccomando, più tardi passo a salutarti>>
Mi informa stringendomi a se e lasciando un bacio sulla mia nuca.
<<Va bene, anche se ti avviso, dopo verranno due mie colleghe a dormire qui, non farmi fare brutta figura>>
Scherzo ridacchiando e lui fa lo stesso.
<<Non mi sembra di avertene mai fatte fare ragazzina>>
Sta al gioco e risponde dandomi qualche lieve schiaffetto simpatico sulla guancia.
Quando esce dalla mia stanza dopo avermi salutata per l'ennesima volta, sento la vibrazione del mio cellulare. Prendo lo smartphone tra le mani e noto che l'emittente è Pierluigi, cosa che non mi stupisce visto che dalla sera del quattro giugno, è l'unica persona che ho continuato a sentire, anche se non ci siamo mai più visti.

"Hey, come sta la mia ballerina preferita?"

È da un po' di tempo a questa parte che ogni volta che mi scrive utilizza quel nomignolo, non che mi dispiaccia.

"Bene grazie, tu invece? Ho saputo che stasera ci sarà una cena con tutta la squadra"

Rispondo digitando in maniera frettolosa.

"Fammi indovinare, te l'ha detto tuo padre?!"

Perspicace il ragazzo.

"Si"

Rispondo secca, senza nemmeno aggiungere emoji.

"So che avrei dovuto dirtelo, ma non volevo metterti altri pensieri in testa"

Leggo più volte il suo messaggio e la mia mente inizia di nuovo navigare nel passato. Capisco la preoccupazione, sia la sua che quella di mio padre, ma il fatto che tra me e Giovanni sia andata in un certo modo, non implica che loro debbano tenermi nascoste le cose.

"Non preoccuparti, lo apprezzo"

Mi limito a digitare, prima di mandargli un ultimo messaggio in cui lo informo che devo prepararmi per l'evento di stasera.
Mi piazzo davanti alle due ante dell'armadio e tiro fuori un outfit a cui avevo già pensato per l'evenienza. Non so bene che tipo di evento o festa sarà, ma vado sul sicuro e prendo una gonna stile college a balze, tutta nera e ci abbino un semplice top attillato beige.
Una volta indossati i capi scelti, completo il tutto con qualche gioiello, tra anelli e un paio di bracciali, e do una sistemata al viso con un po' di correttore e un po' di ombretto sugli occhi, giusto per darmi un tocco di colore che non guasta mai.
Mi accerto che tutte le luci in casa siano spente e prendo il borsone precedentemente lasciato sul pavimento dell'ingresso, poi mi avvio verso la strada principale e attendo l'arrivo di Anna e Noemi.
Le ragazze non ci mettono molto ad arrivare, per fortuna. Quando salgo in auto vengo accolta dalle loro voci stridule, intente ad intonare la canzone che stanno passando in radio, "Dance the night" di Dua Lipa.
<<Ve lo dico da amica, continuate a fare le ballerine>>
Scherzo sistemandomi sui sedili posteriori, poggiando un braccio sul borsone alla mia destra.
<<Sei una guastafeste>>
Commenta Noemi tenendo lo sguardo fisso sulla strada e le mani strette attorno al volante.

Dopo alcuni minuti e qualche altra canzone stonata, arriviamo nel parcheggio del locale. Dall'esterno sembra quasi un lido, o forse lo è. È tutto bianco e l'ingresso è preceduto da una scalinata in pietra.
Nel parcheggio troviamo un uomo con addosso un giubbino catarifrangente che ci fa segno di posizionare l'auto accanto ad una Golf bianca.
Tirato freno a mano e spento il motore, scendiamo tutte e tre dalla macchina e salutiamo il parcheggiatore che ricambia con un sorriso e, mentre avanziamo per raggiungere la scalinata che porta all'interno della struttura, mi rendo conto che le auto presenti nel parcheggio sono per lo più macchinoni di una certa porta.
Ci sono Audi, Porsche, persino una Ferrari, tutti gioiellini che, se fosse per me, li terrei chiusi in garage con un tesoro.
<<Vedo che questa volta Marianna è andata sul pesante>>
Afferma Anna osservando l'ambiente che ci circonda e Noemi, a giudicare dalla faccia che fa, sembra essere d'accordo con ciò che ha appena detto la nostra amica.
Percorriamo tutta la scalinata arrivando così all'ingresso dove ci accoglie un ragazzo molto elegante, vestito di tutto punto.
<<Salve signorine, siete qui per la festa?>>
Ci chiede guardandoci una per volta.
<<No, siamo dell'agenzia di ballerine>>
Rispondo io sorridendo, altra cosa che ci raccomanda sempre di fare Marianna, secondo il suo parere sorridere potrebbe renderci più simpatiche e gentili agli occhi dei clienti o dei proprietari dei locali che frequentiamo.
<<Oh certo, venite con me, vi faccio strada>>
L'uomo in una sorta di stanzino adibito a camerino, lo spazio è molto piccolo, ma visto che qui dentro dovremmo solo cambiarci ce lo facciamo andare bene.
<<Vado ad informare il Dj del vostro arrivo, quando siete pronte venite da me, mi troverete all'ingresso>>
Nel pronunciare l'ultima parola, sgattaiola via lasciandoci nuovamente da sole.
<<Faceva prima a mandarci nel bagno, sicuramente sarebbe stato più largo di questo posto>>
Noemi si guarda intorno con aria quasi schifata, questa stanza sembra davvero un ripostiglio e non lo dico solo perché in un angolo ci sono una scopa e una paletta.
<<Dai forza cambiamoci, tanto dobbiamo solo cambiarci qui dentro>>
Invito le mie amiche a sbrigarsi e visto che io sono la prima ad essere pronta, decido di uscire fuori ad aspettare, anche per dare loro più spazio e tempo. Lo stanzino dà su un corridoio non molto lungo, ai lati ci sono diverse porte e su una di queste riesco a leggere la parola "toilette" con i soliti omini che indicano qual è il bagno per gli uomini e qual è quello per le donne.
Proprio nel momento in cui avanzo lungo quel corridoio, da uno dei bagni esce un ragazzo abbastanza alto, ha uno stile un po' da gangster, indossa vestiti oversize e un cappellino sul capo, che toglie non appena varca la porta del bagno per uscire. Quando alzo gli occhi sul suo viso, resto a bocca aperta, senza parole.
<<Giada?!>>
È incredulo quanto me a quanto pare.
<<Pierluigi!>>
Gli corro incontro e lo abbraccio, stando attenta a non sgualciare il vestito per l'esibizione.
<<Non ci credo, è qui che devi esibirti>>
Lo guardo negli occhi e oltre alla sorpresa, noto anche una certa felicità.
<<Si, ci esibiremo qui>>
Rispondo ancora incredula, ma quando inizio a mettere in ordine i tasselli la felicità provata per aver incontrato Pier, sparisce, lasciando il posto alla paura e alla voglia di scappare da qui.
<<Ma aspetta, se tu sei qui per la cena, vuol dire che stasera in questo locale c'è anche Giovanni...>>
Abbasso lo sguardo e torturo le mie mani in preda al panico generale.
<<Si, è stato lui ad organizzare tutto questo>>
Porto le mani nei capelli e le lascio scivolare sul viso e improvvisamente non vedo l'ora che questa serata finisca, possibilmente sperando di non vedere Giovanni.
<<Siete pronte?>>
La voce dell'uomo di prima fa capolino nel corridoio alle spalle di Pierluigi e proprio mentre sto per rispondere, Anna e Noemi escono dallo stanzino.
<<Ci siamo>>
Dico, guardando l'uomo dietro Pier. Saluto di fretta quest'ultimo, che non esita un secondo per mimarmi con le labbra un "In bocca al lupo" e insieme alle altre raggiungo la scena.



SPAZIO AUTRICE
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
(Chiedo scusa per eventuali errori)

A PICCOLI PASSI - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora