CAPITOLO 3

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L'uomo che ci ha accolti, ci guida fino alla parte esterna del locale. Al centro una piscina illuminata, dona splendore a tutto l'ambiente buio. Attorno a quest'ultima sono predisposti dei tavoli apparecchiati con sontuose tovaglie bianche e decorazioni floreali, sembra quasi di essere più ad un matrimonio che a una cena di lavoro. La cosa che però mi colpisce maggiormente, è una discesa dal lato opposto della piscina, che porta direttamente sulla spiaggia.
<<Eccoci, voi vi esibirete qui. Se siete pronte informo il DJ e iniziamo>>
Tutte e tre accenniamo un si con il capo e subito dopo assumiamo le pose iniziali per dare inizio alla coreografia. Le prime note di "La fama" di Rosalia, saltano fuori dalle casse non troppo lontane da noi, prima di compiere qualsiasi passo tengo a mente tutti i movimenti e i cambi di posizione che io e le altre dovremmo effettuare durante la coreografia. 
Quando iniziamo a muoverci provo a guardare un punto fisso, senza spostare lo sguardo sulle persone che circondano la piscina, cosa che mi risulta difficile nel momento in cui queste ultime si avvicinano di più a noi muniti di cellulari, pronte a registrare le nostre mosse che probabilmente finiranno su Instagram.
Verso metà pezzo io e le altre, come programmato, invertiamo le nostre posizioni e se prima mi trovano con la piscina di fronte, ora avanti a me, ho solo tavoli banditi di gente.
Costretta a guardare chi ho di fronte, faccio la prima cosa che mi viene in mente: sorrido. Provo a mascherare tutta la tensione e i pensieri che mi ronzano in testa con occhiatine ed espressioni languide, ma tutto sembra improvvisamente collassare quando tra la folla, noto il volto di Clarissa. Distolgo subito lo sguardo, facendolo finire su mio padre che mi guarda con aria felice e spensierata, cosa che mi riporta per un attimo alla realtà.
Al termine della canzone, io, Anna e Noemi, completiamo la coreografia con le mani sui fianchi e lo sguardo puntato su ciò che abbiamo di fronte, restiamo in questa posizione per qualche secondo poi facciamo un lieve inchino sotto gli sguardi attenti dei presenti.
<<Facciamo un bell'applauso a queste magnifiche ragazze!>>
Urla il DJ dalla sua postazione e solo ora, dalla voce, capisco si tratti di Daniele.

Io e le ragazze, dopo l'esibizione, ci andiamo a rinchiudere nel nostro larghissimo "camerino" e io, come una disperata, mi lascio scivolare a terra poggiando la schiena al muro. Porto le mani al viso e butto fuori tutta la tensione raccolta in questi pochi attimi.
<<Oi, che ti prende?>>
Domanda Anna preoccupata accovacciandosi di fianco a me venendo subito seguita da Anna.
<<Io la fuori non ci torno!>>
Dico di getto, asciugando alcune lacrime mentre le due ragazze si guardano alla ricerca delle parole giuste da dirmi.
<<Fa ancora male, vero?!>>
Anna si siede accanto a me e e con un braccio mi fa poggiare la testa sulla sua spalla.
<<Non ha mai smesso di fare male>>
Confesso forse per la prima volta, ho sempre pensato di averla superata, ma dopo aver anche solo intravisto Clarissa ho capito che in realtà non ho superato proprio niente.
<<Ascoltaci un attimo...>>
Inizia a dire Noemi, prendendo una mia mano e stringendola forte.
<<Possiamo solo immaginare cos'hai provato, ma da quello che ci hai raccontato non ci vuole molto a capire che è stato un vero stronzo con te>>
Ho parlato loro di Giovanni poco dopo esserci conosciute, la ferita era ancora bella fresca e sanguinante e il bisogno di sfogarmi era talmente forte che appena ne ho avuto l'occasione, ho buttato fuori tutto quello che provavo.
<<So che è passato poco tempo e so che continui a pensare a lui, ma ora siamo qui a questa festa piena di calciatori, cibo e bella musica, mettilo da parte per un attimo e godiamoci la serata. Non permettere ad un uomo di ridurti in questo stato, non lo meriti>>
Le sue parole riescono a tirarmi un po su, ma le lacrime continuano a scendere imperterrite.
<<Noemi ha ragione. Forza, ora alziamoci da qui, cambiamoci e usciamo li fuori. Se ti rendi conto di non farcela, vieni da noi e torniamo a casa>>
Anna mi tira su per farmi alzare e asciuga il mio viso con i palmi delle mani. Tiro un sospiro di sollievo e, ancora una volta, provo ad ammazzare i miei sentimenti stringendoli in una morsa di orgoglio e voglia di far vedere che sono andata avanti.
Una per volta ci cambiamo e ci sistemiamo per andare a fare baldoria e divertirci un po, anche se in cuor mio sento che non sarà cosi. Non appena le mie amiche sono pronte, ci scambiamo uno sguardo complice, forse per darmi forza o forse per farmi capire che mi staranno vicine.
Usciamo dallo stanzino a braccetto, e sciogliamo il legame solo quando arriviamo in pista. Mi guardo intorno e mi accorgo che, per fortuna, nessuno sta prestando attenzione al nostro arrivo, così ci buttiamo subito in pista insieme ad altri ragazzi, tra i quali è presente anche Pierluigi.
<<Perché non vai a ballare con lui, magari ti fa svagare un po>>
Suggerisce Anna completando la frase con un occhiolino, forse non capendo che tra me e lui c'è solo una semplice amicizia, ma decido di seguire la sua dritta e mi avvicino al portiere del Napoli.
<<Ci si rivede>>
Poso una mano dietro la sua schiena e urlo per farmi sentire, vista la musica alta che c'è.
<<Hey>>
Inaspettatamente mi abbraccia e quando si stacca mi guarda da capo a piedi.
<<Cos'hai da guardare?>>
Dico divertita sentendo ancora il suo sguardo addosso.
<<Perché? Non posso guardare la ragazza più bella di tutto il locale>>
Abbasso il capo imbarazzata e quando lo rialzo vedo un sorriso spuntare sul volto di Pier.
<<Sei sempre esagerato>>
Ridacchio spingendolo per la spalla, ad un tratto però il mio sguardo si posa su ciò che c'è alle spalle del ragazzo che ho di fronte e per un attimo sento le gambe cedermi. E' lì, a pochi metri da me, lo vedo ridere e scherzare con il suo compagno di squadra Zerbin e tutto il caos che c'è intorno a me sparisce. Indossa un completo total black, l'unico tocco di coloro è dato dalle scarpe bianche. Nel momento in cui sto per dire qualcosa a Pierluigi, Giovanni si volta nella mia direzione e il sorriso che illuminava il suo volto, sparisce completamente quando incrocia i miei occhi.<<Giada, ti senti bene?>>
Mi domanda il portiere, poggiando una mano sul mio braccio, ma io, senza guardalo nemmeno in faccia, scappo via. Mi faccio strada tra la folla, dando anche qualche spallata pur di farmi spazio. Arrivo nel corridoio che porta allo stanzino e quando arrivo di fronte alla porta, poggio una mano sulla maniglia.
<<Giada!>>
Eccola, la voce che tanto mi era mancata e che ha preso parte in alcuni dei miei sogni in questi ultimi mesi. Un brivido percorre la mia schiena e non sapendo cosa dire, deglutisco e resto in silenzio, con la mano ancora aggrappata alla maniglia. Fa qualche passo nella mia direzione e quando mi accorgo che la vicinanza è troppa le mani iniziano a sudare e le gambe a tremare.<<Hey>>
Richiama di nuovo la mia attenzione e appena sento di avere un po di coraggio, mi giro verso di lui. Alzo gli occhi facendoli scontrare con i suoi e improvvisamente sento il fuoco ardere dentro di me.
<<Come stai?>>
Mi chiede come se tra noi due non ci fosse mai stato nulla.
<<Come dovrei stare secondo te?>>
E' l'unica cosa che riesco a dire e anche se per una volta vorrei non sputargli tutto il veleno che mi porto dentro da tre mesi, non riesco a trattenermi.
<<Ho passato questi mesi a sabotarmi, a pensare che un giorno non troppo lontano mi sarei dimenticata di te, e invece no>>
Inizio ad andare avanti e indietro per non guardarlo in faccia e lui segue ogni mio movimento restando al suo posto. 
<<Mi hai nascosto l'arrivo di un figlio e ancora mi domando a che punto saremo arrivati se quella sera Clarissa non mi avesse detto la verità e tu dopo cos'hai fatto? Sei sparito>>
Provo a non urlare ma la rabbia mi porta a fare la cosa opposta. Giovanni mi guarda serio, senza battere ciglio, poi mette le braccia conserte.
<<Sparito? Ti ho chiamata tutti i santi giorni e ti ho riempita di messaggi, non mi hai mai risposto. Ho chiesto più volte a tuo padre informazioni su di te e la risposta è sempre stata "come vuoi che stia">>
Anche lui getta fuori tutto quello che si è portato dentro, ma ormai le sue parole non mi abbindolano più, almeno non come una volta.
<<Cosa ti aspettavi come risposta?>>
Alla mia domanda, Giovanni strofina le labbra una contro l'altra e gira il viso verso destra.
<<Non lo so, anzi a dire il vero non so nemmeno perché ti sono corso dietro>>
Dice, prima di darmi le spalle per tornare alla festa. Le sue parole mi feriscono ancora una volta, ma sono talmente ammaccata dentro che non mi tengo più niente.
<<Si, forse è meglio se torni dalla tua fidanzata>>
Sbotto, riferendomi alla donna che aspetta un figlio da lui e quando sente le mie parole, si ferma e torna a guardarmi.
<<Mi spiace deludere le tue aspettative, ma io e Clarissa non stiamo insieme>>
Mi informa, alzando gli occhi al cielo mentre io cado dalle nuvole e non so cosa dire, ma a riempire il vuoto ci pensa lui.
<<Vive con me e le sto vicino vista la situazione, ma tra me e lei non c'è niente>>
Fa una breve pausa e io mi limito a buttare giù l'ennesimo boccone amaro.
<<Sono il padre del bambino o della bambina che porta in grembo e starle accanto è il minimo che io possa fare>>
Fa qualche passo verso di me, ma io indietreggio e tengo il capo chinato.
<<Potresti anche evitare di dirmele tutte queste cose...>>
Sento il nervoso aumentare dentro di me, a che gioco vuole giocare?
<<Invece no, perché queste cose avrei voluto viverle con te>>
Deglutisco nel sentire ciò che ha appena detto e continuare a tenere il capo abbassato.
<<Ma ho rovinato tutto e...>>
All'improvviso si ferma e quando alzo il capo, mi accorgo della presenza di Matteo Politano.
<<Bro sei qui, vieni è arrivata la torta, dobbiamo fare le foto>>
Giovanni abbassa il capo affranto, come se avesse voluto continuare a parlare con me, poi si volta verso Politano.
<<Si, arrivo>>
Prima di lasciarmi sola in mezzo al corridoio, mi saluta con un sorriso mentre nella testa iniziano a ronzarmi tutte le cose che mi ha appena detto 



SPAZIO AUTRICE
Primo incontro dopo tre mesi, voi ve lo aspettavate cosi?
(Chiedo scusa per eventuali errori)









A PICCOLI PASSI - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora