CAPITOLO 9

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Arrivati in albergo dagli allenamenti e superati tutti i controlli, mi fiondo in stanza, io e mio padre abbiamo preso due camere separate, decisione presa più da lui che da me.
Prima di darmi una rinfrescata, esco sul balcone che affaccia sulla piscina dell'hotel e ne approfitto per videochiamare le mie amiche. Attendo qualche secondo e mentre aspetto, mi appoggio alla ringhiera.
<<Hey>>
La prima a rispondere è Noemi ma poco dopo si unisce a noi anche Anna.
<<Mi sentite?>>
Domando, per accertarmi che la connessione sia buona e loro mi rispondono subito in maniera affermativa.
<<Come va?>>
Domanda Anna, passando una mano tra i capelli.
<<Bene, sono appena arrivata in stanza>>
Le informo mentre rientro in stanza e mi butto sul letto.
<<Sei già stata al centro?>>
Chiede Noemi con una faccia da furbetta che mi fa capire subito dove vuole andare a parare.
<<Si e, dato che credo di sapere già quale sarà la prossima domanda, si, l'ho visto>>
Ribatto rigirandomi sul letto e ritrovandomi a pancia sotto con i gomiti piantati nel materasso.
<<Avete parlato?>>
La domanda di Anna mi fa sorridere, il modo in cui si interessano alla questione, come due vere ficcanaso, mi diverte.
<<Si, ma non è stata una chiacchierata pacifica, continuiamo a punzecchiarci come due insetti fastidiosi>>
Affermo alzando gli occhi al cielo.
<<Ha detto qualcosa della foto con Pierluigi?>>
Continua imperterrita Noemi, senza farsi troppi scrupoli.
<<L'ha vista e quando si è accorto della mia presenza in campo, appena ha potuto, ha colto l'occasione per ironizzare su me e Pier>>
Io e le due investigatrici continuiamo a parlare di Giovanni per alcuni minuti, fino a quando non decido di cambiare discorso per parlare un po' di quello che succede in azienda e di alcuni scleri di Marianna.
Quando ci salutiamo resto distesa sul letto a pancia in giù, contemplo la fantasia floreale del parato e penso e ripenso alla conversazione con Gio.
Il suo modo di fare è così fastidioso, eppure per quanto io possa odiare certi suoi atteggiamenti, non riesco a togliermelo dalla testa, pensavo che il bacio con Pierluigi avrebbe cambiato le carte in tavola, ma non è stato così.

Passo il resto della giornata tra il letto e il balconcino, solo alle sette del pomeriggio decido di calmare i pensieri lasciandomi andare sotto il getto dell'acqua tiepida.
Questa sera, a quanto ho capito da un messaggio che mi ha inviato mio padre un'oretta fa, ceneremo con tutta la nazionale nel ristorante dell'albergo e ad accompagnare il pasto con le sue doti da DJ, ci sarà Daniele.
Per l'occasione non ho intenzione di strafare, anche perché in valigia non ho niente di elegante, infatti credo che indosserò un semplice jeans nero e una magliettina dallo scollo a V, giusto per dare un tocco di vedo non vedo.
Non appena sono pronta, vado fuori la stanza di mio padre, stringendo tra le mani un cardigan non troppo pesante, che indosserò nel caso in cui dovessi sentire freddo. Do qualche colpetto alla porta di camera sua e dopo alcuni secondi sento la sua voce.
<<Si?>>
<<Papà, sono io>>
Apre la porta e prima di uscire si ferma e mi guarda.
<<Può andare?>>
Abbassa lo sguardo sui suoi pantaloni e sulla giacca che indossa e la cosa che più mi salta all'occhio, è una spilletta della bandiera italiana sul taschino sinistro.
<<Sei elegantissimo, sai vero che non stiamo andando ad una cena di Gala?!>>
Scherzo, terminando la frase con una risata e, dopo avermi lanciato un'occhiata fulminante, chiude la porta e insieme raggiungiamo l'ascensore.

Arriviamo al piano terra e prima di entrare nella zona ristoro, mio padre si ferma a parlare con un gruppo di persone all'esterno della sala.
Al mio ingresso noto alcuni ragazzi della squadra, vestiti in modo altrettanto elegante, seduti nel lato destro della lunga tavolata che occupata gran parte dell'ambiente. Avanzo verso uno dei posti vuoti e tiro la sedia da sotto al tavolo per accomodarmi, ma mentre sto per sedermi, una voce maschile mi blocca.
<<Ciao Giada>>
Mi volto e a pochi passi da me vedo Politano e Raspadori.
<<Ciao ragazzi, come state?>>
Per salutarli, do due baci sulle guance a entrambi.
<<Bene grazie, tu?>>
Rigirano la domanda, tenendo gli occhi puntati su di me.
<<Bene anche se un po' stanca>>
Sorrido nel rispondere, anche se sposto continuamente lo sguardo dalle loro figure al resto della sala alle loro spalle, forse alla ricerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno.
<<Stamattina ti abbiamo vista a bordo campo, volevamo salutarti ma poi sei sparita>>
La voce di Giacomo riporta la mia attenzione su di loro.
<<Oh sì, ero scappata in bagno>>
Ammetto come una stupida, senza rendermi conto delle parole che sono uscite dalla mia bocca.
Cerco di far girare il discorso verso un'altra direzione per non dare troppo peso a ciò che ho appena detto e una volta riuscita, resto a parlare con i due ragazzi ancora per qualche minuto, fin quando non inizia la cena.
Tutti prendiamo posto a tavola, compreso Decibel Bellini, seduto proprio accanto a mio padre e una dopo l'altra, dall'antipasto al dolce, vengono servite tutte le portate.
Restiamo a tavola per circa due ore, tempo che sfrutto per conoscere meglio i ragazzi della nazionale, di tanto in tanto mi volto verso Giovanni che, purtroppo o per fortuna, si intromette in alcune conversazioni.

Alle undici e mezza Daniele raggiunge la sua console, posizionata ad un'estremità della sala e indossa le cuffie.
<<Pronti a fare casino?>>
Neanche il tempo di finire la domanda che fa parte un pezzo house, degno di essere pompato in discoteca, anche se noi siamo in un albergo. Molti ragazzi non esitano un secondo e vanno al centro della posta, se così si può dire, dove iniziano a scatenarsi e a divertirsi come dei bambini. Il tavolo si svuota sempre di più e guardandomi intorno mi accorgo di essere rimasta ormai sola, o almeno è quello che penso io.
<<Non balli?>>
Quasi salto dalla sedia quando la voce di Giovanni fa breccia nel mio orecchio. Quando si è venuto a sedere accanto a me?
<<Non sono molto dell'umore>>
Rispondo senza guardarlo e giocherellando con un pezzo di carta del tovagliolo.
<<Problemi con Gollini?>>
Nella sua voce tagliente e ironica, percepisco un filo di fastidio, ma decido di dare un taglio a tutto questo.
<<Ti prego, puoi finirla di mandarmi frecciatine? È diventato fastidioso>>
Ribatto infastidita e in maniera acida, cosa che sembra colpirlo visto il cambio di espressione repentino.
Resta in silenzio alcuni secondi e prima di dire qualcosa si avvicina di più a me spostando la sedia in avanti.
<<Hai ragione...>>
Inizia a dire e io mi volto verso di lui.
<<Ho esagerato, scusami>>
Gioca con un anello che porta all'anulare della mano destra e tieni lo sguardo fisso su quest'ultimo.
Strano a dirsi ma mi sembra sincero.
<<Non importa>>
Rispondo sposta do nuovamente lo sguardo dal suo volto.
<<Senti, perché non facciamo una cosa>>
Con uno scatto si volta nella mia direzione e quasi mi spaventano le sue parole, cosa starà per dire?
<<Ricominciamo da zero, proviamo ad essere amici>>
Le sue parole mi lasciano senza fiato, mi ha fatto questa proposta per dimenticarsi di me una volta e per tutte oppure per avere la coscienza pulita e mettere da parte tutto il rancore provato in questi giorni?
<<Amici?>>
Ripeto questa parola ancora incredula, come se fosse una parola proibita.
<<Si, è così strano?>>
Mi guarda stupito e a me verrebbe di rispondergli solo di si. Vorrei dirgli che è strano visto ciò che abbiamo condiviso alcuni mesi fa, ma le parole mi si bloccano in gola e prima di rispondere mando giù quel senso di scontentezza che provo.
<<Ok, va bene>>
No, non va bene.
<<Allora affare fatto>>
Mi porge la mano come per voler sancire un accordo e io non posso fare altro che stringerla, tutto però senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
<<Ora vieni a ballare?>>
Si alza dalla sedia e ancora una volta mi porge la mano.
<<Arrivo tra un po'>>
Passo lo sguardo dai suoi occhi alla sua mano e dopo avermi sorriso, si allontana da me lasciandomi da sola.
Resto ferma al mio posto e ripenso alle parole di Giovanni, come può pretendere di ricominciare da amici? Dove ha nascosto il fastidio provato alla visione della foto di me e Pierluigi? La verità per me è solo una: io e lui non saremo mai solo amici.


SPAZIO AUTRICE
Amici? Chissà🙈
(Chiedo scusa per eventuali errori)

A PICCOLI PASSI - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora