CAPITOLO 8

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⚠️INFORMAZIONE DI SERVIZIO⚠️

In fondo al capitolo troverete una mia piccola riflessione su quello che si sta dicendo in questi giorni sul conto della squadra e del nuovo allenatore. Mi farebbe piacere sapere e avere un vostro parere a riguardo, quindi se vi va andate a dare un'occhiata (dopo la lettura) in fondo al capitolo.

Grazie e buona lettura❤️

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<<Com'è andato il viaggio?>>
Domanda mio padre mentre, sia io che lui, allacciamo la cintura di sicurezza. Sono arrivata a Coverciano pochi minuti fa, anche se convincere Marianna è stata un'impresa ardua, ma con l'aiuto delle mie colleghe, finalmente, sono riuscita a prendermi tre giorni di pausa dal lavoro per raggiungere papà.
<<Bene, anche se dietro di me c'era seduta una signora che non ha smesso un attimo di parlare al telefono>>
Mi lamento quasi, prendendo il cellulare dalla tasca anteriore dello zaino e facendo ridere l'uomo alla mia sinistra.
<<Posso chiederti una cosa tesoro?>>
Torna improvvisamente serio e io sposto lo sguardo su di lui.
<<Certo>>
Rispondo, spostando di nuovo lo sguardo sul display.
<<Tu sei sicura che tra te e Gollini non ci sia nulla?>>
Da quando ha visto anche lui la foto settimana scorsa, mi porge questa domanda ogni giorno, anche se non ne capisco il motivo.
<<Papà? Quante volte ancora vorrai chiedermelo?>>
Ribatto guardandolo.
<<Ci siamo solo baciati, tra me e lui non c'è niente>>
Continuo spostando lo sguardo sulla strada. Lo sento sospirare, come se la cosa lo infastidisse quasi, il che continua a confondermi.
<<Ti dispiace per caso?>>
Chiedo dubbiosa, con un filo di ironia.
<<No figurati, è solo che non capisco come tu possa averlo baciato, insomma...>>
Lo fermo notando la piega che sta prendendo la nostra conversazione.
<<Prima di tutto ha baciato lui me e poi cosa c'è di tanto strano, sono single e lavoro ogni giorno, quel poco tempo che ho a dispozione vorrei passarlo a divertirmi>>
Nel sentire queste parole mio padre mi guarda male e stringe le mani sul volante, facendo diventare le nocche pallide.
<<Quando dici queste cose faccio ancora più fatica a capirti. Da quando baciare un ragazzo equivale a divertirsi>>
Non lo sopporto quando è così puntiglioso, sa benissimo che non intendevo dire ciò che ha appena insinuato.
<<Papà! Il senso del mio discorso era un altro>>
Quasi grido sistemandosi sul sedile e puntando lo sguardo fuori dal finestrino.
<<Va bene, va bene, scusami>>
Dice con tono arrendevole e in maniera veloce, giusto per chiudere il discorso.

Dopo mezz'ora circa, arriviamo fuori al centro tecnico federale di Coverciano. Papà parcheggia la vettura e una volta tirato il freno a mano, apro la portiera e scendo da quest'ultima, mettendo in spalla la mia borsa.
<<Vieni con me>>
Mio padre mi invita a seguirlo e si incammina verso il cancello situato all'ingresso del centro sportivo, faccio come dice e dopo un po' arriviamo a pochi passi dal campo, anzi da uno dei capi, visto che in questo posto ce ne sono ben cinque.
Mi guardo intorno e a quanto pare oltre me e lui non c'è nessuno.
<<A breve arriveranno i ragazzi ad allenarsi>>
Come se avesse sentito ciò che ho appena pensato, ribalta le mie aspettative.
<<Ottimo>>
Mi limito a dire ancora furente per la conversazione che abbiamo avuto in macchina. Mi conosce bene, sa che il divertimento che intende lui è lontano dal modo in cui realmente mi diverto, eppure sembra non averlo capito così bene. Punto lo sguardo sui fili d'erba sintetica e per una frazione di secondo ripenso al bacio di Pierluigi. Non riesco a ricordare cos'ho provato in quel momento, ricordo solo che sono stata al suo gesto e che probabilmente sarei rimasta incollata alle sue labbra se non avessi ripreso a pensare a Giovanni.
GIOVANNI!
Avevo messo da parte l'idea che molto probabilmente in questi giorni, se non oggi stesso, lo rivedrò. Non so come reagiró e non so neanche come reagirà lui, so solo che sarà strano e che forse avrà sempre uno strano effetto su di me.
<<Buongiorno Mister>>
Una voce maschile alla mia destra, incombe nei miei pensieri, buttando all'aria tutti i castelli e i dubbi che si stavano sovrapponendo nella mia testa.
<<Ciao Nicolò>>
Mio padre si alza e fa qualche passo verso il ragazzo che ha appena fatto il suo ingresso in campo.
<<Vieni, ti presento una persona>>
Continua l'allenatore dell'Italia, facendo cenno al biondino di raggiungerci.
<<Lei è Giada, mia figlia>>
Sposto lo sguardo sul calciatore e mi risulta impossibile non riconoscerlo.
<<Piacere Nicolò, Nicolò Barella>>
Allunga la mano verso di me e io la stringo, facendo comparire un sorriso sul mio viso.
<<Inter giusto?>>
Domando retorica, conoscendo già la risposta.
<<Esatto>>
Risponde prima di perdersi in chiacchiere con mio padre. Parlano di schema di gioco e di varie tattiche da sfruttare durante gli allenamenti e le partite, tutte cose che non rientrano nel mio vocabolario e che forse non ci rientreranno mai. Li vedo allontanarsi sempre di più da me, fin quando non arrivano al centro del campo, e inizio ad avvertire una leggera ansia quando i due vengono raggiunti dagli altri componenti della squadra.
Mi passano avanti come delle saette, alcuni mi salutano pur non conoscendomi, altri nemmeno mi notano, ma di lui nemmeno l'ombra, arrivo persino a pensare che forse non sarà presente agli allenamenti.
<<Gio oggi ritardatario eh>>
Zaniolo guarda sorridendo verso la porta che da sul campo e, guidata dal suo sguardo, mi volto anche io.
Eccolo, in tutta la sua bellezza e con quale sfumatura bionda tra i ricci scuri. Mi passa davanti e non capisco se mi ha vita o se ha semplicemente fatto finta di non vedermi, ma poco importa visto che dovrò passare qui tre giorni e di tempo a disposizione ne avremo anche troppo.
È questa forse l'unica cosa che mi porta a voler scappare via da qui, sapere di stare nello stesso luogo in cui è lui, sapere che il suo sguardo potrebbe posarsi su di me da un momento all'altro, sapere che saremmo costretti a parlare, sono tutte cose che fanno scattare in me la molla dell'ansia e dell'imbarazzo.
Provo a non focalizzarmi troppo su ciò che sto provando al momento e vado a sedermi sulla panchina accanto alla striscia bianca che percorre tutto il perimetro del campo. Passo tutto il tempo dell'allenamento con il cellulare tra le mani, senza mai alzare lo sguardo, un po' per paura di incontrare gli occhi di Giovanni e un po' per paura di risentire quel tonfo al cuore che sento ogni volta che lo guardo.
<<Hey tesoro, tutto bene?>>
Neanche la voce di mio padre riesce a farmi alzare lo sguardo.
<<Si, anche se avrei bisogno di un bagno>>
Mento, bloccando lo schermo del telefono per poi guardare papà negli occhi.
<<Dovrebbe essere lì dietro>>
Si volta verso destra e con la mano mi indica una sorta di corridoio non troppo lungo con due porte, una per il bagno delle donne e una per quello degli uomini.
<<Grazie, torno subito>>
Senza nemmeno guardarlo, impugno il telefono nella mano destra e raggiungo la zona dei bagni. Entro in quello nelle donne e inizio ad andare avanti e indietro, fin quando non mi avvicino ad uno dei lavandini per sciacquare un po' il viso.
<<Posso farcela, va tutto bene>>
Dico tra me e me prima di guardare il mio viso gocciolante riflesso nello specchio.
<<Sei più forte di lui>>
Continuo, questa volta riferendomi a Giovanni, poi mi allontano dal lavabo e asciugo la faccia con alcuni pezzi di carta. Mi do un'ultima occhiata allo specchio e passo una mano tra i capelli per aggiustarli alla meno peggio, mi avvicino alla porta a passo svelto e quando esco dal bagno mi incammino lungo il corridoio.
<<Perché sei qui?>>
Mi blocco all'istante, certa che riconoscerei la sua voce fra mille. Resto con lo sguardo fisso per terra e deglutisco a fatica, sentendo l'ansia che invade tutto il mio corpo.
<<Non dovresti allenarti?>>
Ribatto, rispondendo con una domanda che non ha nulla a che fare con ciò che mi ha appena chiesto. Quando alzo gli occhi nella sua direzione, non posso non soffermarmi sulle sue braccia completamente tatuate e sul suo fisico marmoreo, messo ancora di più in risalto dalla divisa che indossa.
<<Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda>>
Nel pronunciare queste parole, fa qualche passo verso di me, facendo scivolare le sue braccia lungo i fianchi.
<<Mio padre mi ha chiesto di venire>>
Ammetto, spostando la mia attenzione da lui al campo alle sue spalle.
<<Strano, pensavo fossi con Gollini>>
La sua affermazione mi lascia intuire che anche lui ha visto la foto e che, a giudicare da come mi sta guardando, non gli è piaciuta affatto.
<<Io...>>
Provo a dire qualcosa, ma vengo bloccate dalle sue parole.
<<Perché lui?>>
Si avvicina di più a me e più che fastidio, nei suoi occhi leggo un filo di rabbia.
<<Che vuoi dire?>>
Domando, facendo un passo indietro e mettendo le braccia conserte.
<<Ho visto la foto, formate davvero una bella coppietta>>
Scherza con aria spavalda, come se avessi commesso un errore fatale.
<<Non stiamo insieme>>
Ammetto seria, guardandolo dritto negli occhi.
<<E quel bacio?!>>
Continua a chiedere, senza staccare i suoi occhi dai miei.
<<È successo, punto e basta>>
Sbotto, quasi infastidita da questa sua insistenza.
<<Hai provato qualcosa?>>
L'espressione seria di Giovanni si trasforma in un'espressione ferita, ma io non so se voglio stare ancora al suo gioco.
<<Non lo so, so solo che lo volevamo entrambi>>
Continuo a guardarlo e vedo che la sua mascella si serra con forza, gesto che compie nei momenti di nervosismo.
<<Ma tu non preoccuparti, pensa a Clarissa non a me>>
Detto ciò, lo sorpasso e torno da mio padre, provando ad assumere un atteggiamento disinvolto, come se nulla fosse successo.


SPAZIO AUTRICE
Va sempre peggio qui🙈
(Chiedo scusa per eventuali errori)

RIFLESSIONE:
Ultimamente sento e leggo spesso frasi come "È colpa di Garcia se il Napoli sta giocando così" o "Non è più il Napoli della scorsa stagione", frasi che non giudico, perché ognuno è libero di pensare ciò che vuole e proprio per questo, ci terrei a dire la mia.
Come ben sappiamo tutte le squadre attraversano momenti no e momenti in cui sembrano invincibili, proprio come il Napoli l'anno scorso, ma io credo che un vero tifoso (passatemi il termine), debba sostenere la sua squadra anche durante le sconfitte.
È facile dire "Forza Napoli" quando si ottengono dei risultati, ma quando si perde?
Quando si perde è più facile dare la colpa al nuovo allenatore, ai nuovi calciatori, è più facile paragonare il Napoli di questa stagione a quello della stagione passata, ma ricordiamoci che Garcia sta qui da relativamente poco ed è presto per poter giudicare il suo operato e quello della squadra.
Ricordiamoci anche che, proprio come Garcia, anche Spalletti non fu accolto nel migliore dei modi eppure ha costruito con con la squadra un legame fortissimo, con loro e anche con noi tifosi.

Come ho già detto prima, non sono qui per giudicare il pensiero degli altri e quello che ho scritto qui sopra è solo una parte del mio parere, ma ho voluto dire la mia proprio per capire voi cosa ne pensate
Se vi va, lasciate un commento, magari potremmo parlarne tutti insieme❤️




A PICCOLI PASSI - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora