CAPITOLO 4

523 24 11
                                    

GIOVANNI

Stare sul divano senza fare niente per mezza giornata, rientra tra le cose che più mi erano mancate in questi giorni. Sono state settimane dure, tra allenamenti, conferenze e riunioni per gli europei con la nazionale. Oggi, dal momento che Mancini ha presentato le dimissioni, verrà annunciato il nome del nostro futuro allenatore e se da un lato la cosa mi esalta, dall'altro mi preoccupa.
Sono le dieci del mattino e Clarissa non è in casa, aveva una visita ginecologica alle nove e mezza. Dopo tutto quello che è successo, ho deciso di starle accanto e di ospitarla da me per tutto il periodo della gravidanza, certo non siamo più una coppia, ma il figlio è di entrambi e starle accanto è la cosa più naturale e giusta che io possa fare.
Navigo su vari siti e mi imbatto in un articolo pubblicato su una rivista sportiva riguardo le cessioni di alcuni calciatori di diverse squadre, la mia lettura però, viene interrotta da una telefonata del Cholito a cui risponde prontamente.
<<Hey Gio, dimmi tutto>>
Dico portando il telefono all'orecchio per poi sistemarmi sul divano.
<<Ti disturbo?>>
Domanda lui con una voce un po' robotica, forse per la scarsa linea.
<<No, dimmi pure>>
Lo invito a parlare.
<<Volevo dirti che io, Pier e Giacomo andiamo a pranzo fuori oggi, se ci sei puoi unirti a noi>>
Per quanto possa amare il relax, devo anche ammettere che passare del tempo con loro non mi dispiace mai.
<<Si certo, dove ci vediamo?>>
Chiedo, poggiando la schiena all'enorme cuscino che ho alle spalle.
<<Al Margarita, quel ristorantino che affaccia sul mare. Ci siamo già stati una volta>>
Si, in effetti ci siamo già stati e si mangia davvero bene lì, fanno dei primi piatti a base di pesce che sono una prelibatezza.
<<Perfetto allora ci vediamo lì. A che ora?>>
Continuo a domandare.
<<Alle 12:30>>
Mi informa e dopo aver scambiato due paroline, ci salutiamo e interrompiamo la telefonata.

Passo un'altra mezz'ora disteso sul divano, fino a quando non sento il rumore delle chiavi inserite nella toppa della porta d'ingresso.
<<Sono tornata>>
Urla Clarissa prima di entrare in casa e chiudersi la porta alle spalle.
La vedo sbucare dal corridoio con la borsa in spalla e una busta bianca nella mano destra a cui rivolgo uno sguardo scutatorio.
<<Sono passata al panificio per prendere il pane e ho comprato dei dolcetti alla pasta di mandorle, so che ti piacciono molto>>
Poggia la busta sul tavolino davanti al divano e punta lo sguardo su di me.
<<Grazie>>
Le dico per poi alzarmi, prendere la busta e andare in cucina, dove lei mi segue. Prende posto su uno sgabello e posa la borsa sul bancone avanti a lei, io invece tiro fuori il pane dalla busta e lo ripongo nella credenza in alto, nella zona superiore dei fornelli.
<<Ah comunque volevo dirti che a pranzo non ci sarò>>
La informo dandole le spalle e per un attimo mi sembra di sentirla sbuffare.
<<Dove vai?>>
Ribatte e quando mi volto nella sua direzione, la trovo con una gamba accavallata e le braccia conserte.
<<Al Margarita con Giovanni, Pierluigi e Giacomo>>
Alla mia risposta fa comparire sul suo viso un'espressione contrariata.
<<Ci sarà anche lei?>>
Mi aspettavo una domanda del genere, anche se non capisco questo suo comportamento. Non stiamo più insieme e anche se tra me e Giada ci fosse qualcosa, a lei non dovrebbe importante.
<<Cosa c'entra lei? L'ultima volta che l'ho vista è stata tre giorni fa alla festa>>
Alzo gli occhi al cielo e faccio una breve pausa prima di continuare.
<<E comunque, anche se ci fosse a te non dovrebbe interessare>>
La donna che ho di fronte resta seduta con lo sguardo puntato sui fornelli, evita il mio sguardo e risponde solo dopo alcuni secondi di silenzio.
<<Ti ricordo che aspettiamo un bambino>>
Sputa fuori con rabbia e frustrazione e odio questo suo modo di fare.
<<Il fatto che aspettiamo un figlio non vuol dire che non posso avere relazioni con altre donne. Ti ricordo che non stiamo più insieme>>
Dico l'ultima frase quasi ironicamente, giusto per ribattere ciò che ha appena detto.
<<Ora scusami, ma vado a prepararmi>>
Esco dalla cucina senza lasciarle il tempo di parlare. Non dovrei comportarmi così con lei e non dovrei nemmeno farla arrabbiare o agitare vista la gravidanza, ma certe volte non riesco davvero a sopportarla.

Alla mezza in punto, arrivo fuori al ristorante. Parcheggio l'auto non troppo lontana dal locale e con grande sorpresa mi accorgo che i miei compagni di squadra sono già avanti l'entrata.
Scendo dalla macchina e dopo averla chiusa, raggiungo i tre ragazzi.
<<Eccolo il nostro capitano>>
Esclama Pierluigi venendomi incontro e salutandomi con una stretta di mano e una pacca sulla spalla, cosa che faccio anche con gli altri due.
<<Entriamo dai>>
Giacomo ci fa strada e uno dei camerieri ci guida verso il nostro tavolo. È posizionato accanto ad una sorta di staccionata in legno e affaccia direttamente sul mare. La tavola è apparecchiata con colori che si rifanno a quelli della spiaggia, tra l'azzurro, il marroncino e l'arancione e al centro un vaso rotondo in vetro trasparente, raccoglie un mucchietto di conchiglie dalle dimensioni diverse.
Prendiamo posto, io sono seduto accanto a Giacomo e di fronte ho Gollini che è seduto a sua volta vicino a Giovanni.
<<Allora, che mi dite?>>
Inizia Simeone, prendendo il menù tra le mani e iniziando a sfogliare le prime pagine.
<<Io ho un po' d'ansia per oggi ad essere sincero>>
Risponde Raspadori alla mia destra, spostando lo sguardo su tutti, soffermandosi poi su di me.
<<Anche io...>>
Concordo con lui prima di posare lo sguardo sul menù.
<<Nuovo CT giusto?>>
Domanda Pier guardandomi.
<<Si>>
Mi limito a dire, poi inizio a leggere le pietanze sul menù.
<<Salve, siete pronti per ordinare?>>
Un ragazzo munito di palmare e pennino, si avvicina al nostro tavolo sorridente e con aria sicura.
<<Si, allora per me un piatto di spaghetti con le vongole>>
Giovanni alza gli occhi verso il cameriere.
<<Facciamo due>>
Continuo io e dopo che anche gli altri due fanno le loro ordinazioni, torniamo a parlare. Affrontiamo diversi argomenti, parliamo della moglie di Simeone e di alcuni progetti che la stanno tenendo occupata, Raspadori condivide con noi alcune esperienze vissute durante l'ultima vacanza e io invece, racconto le "bellissime" giornate trascorse in compagnia di Clarissa.
<<Non ti invidio per niente>>
Commenta Gollini tenendo lo sguardo fisso sul cellulare.
<<Figurati, non mi invidio neanche io>>
Rispondo ridacchiando, mentre Pierluigi continua a digitare qualcosa sulla tastiera del telefono, cosa si cui si rendono conto anche gli altri.
<<Ma non è che tu ci nascondi qualcosa?!>>
Raspadori lo prende in giro e lui alza lo sguardo dal display.
<<Cosa?>>
È con la testa fra le nuvole.
<<Con chi stai parlando così animatamente e cos'è quel sorrisetto>>
Cholito gli da alcune gomitate amichevoli provando a guardare sullo schermo del portiere, ma quest'ultimo blocca il telefono.
<<Beh non so se posso dirlo...>>
Annuncia lui di tutta risposta, posando il telefono affianco alle posate.
<<Uuu misterioso il ragazzo>>
Lo prende in giro Giovanni facendolo diventare leggermente rosso.
<<Avanti, a noi puoi dirlo>>
Continua Giacomo con un'alzata di sopracciglia, mentre io resto in silenzio a godermi il teatrino che ho di fronte.
Pierluigi si inumidisce le labbra e passa lo sguardo su ognuno di noi, quasi come se avesse paura di parlare.
<<Sto parlando con Giada>>
Improvvisamente il sorriso scompare dal mio viso, lasciando la scena ad un'espressione cupa e seria. Gli altri due ragazzi restano in silenzio, a parlare però sono le loro occhiate, rivolte prima a me e poi al portiere.
<<Quella Giada? La figlia di Spalletti?>>
Domanda Raspadori poggiando i gomiti sul tavolo e tenendo lo sguardo fisso su Gollini.
<<Si, lei>>
Conferma quest'ultimo ma il momento viene interrotto dall'arrivo del camere con in mano le nostre portate. Iniziamo a mangiare nel silenzio più totale e l'atmosfera di allegria che c'era prima viene sovrastata di punto in bianco da un'aria tesa.

Dopo pranzo restiamo ancora un po' a tavola a parlare, anzi, loro parlano io me ne sto al mio posto in silenzio e quando c'è bisogno rido a qualche battutina.
Sapere che molto probabilmente tra Giada e Pierluigi sta nascendo qualcosa mi fa impazzire, anche se l'interesse di lui nei confronti della figlia di Spalletti mi è saltato all'occhio già tempo fa. Le stava intorno e ricordo ancora quando le regalò la sua maglia...patetico.
Mentre sono sovrappensiero, la mano di Giacomo finisce sul mio avambraccio in maniera veloce, quasi agitata.
<<Che succede?>>
Domando spostando lo sguardo sul suo viso. Ha gli occhi puntati sul display e un sorriso incombe lentamente.
<<Hanno appena annunciato il nome del nuovo allenatore della Nazionale!>>
Sbotta mettendo il telefono sul tavolo e spingendolo più verso il centro, per far leggere anche me.
<<Non ci credo>>
Esclamo, sentendo dentro di me sensazione contrastanti. Non so se essere felice o scontento.
<<Qualcuno ci spiega qualcosa?>>
Esordisce Simeone, non capendo a cosa ci stiamo riferendo, anzi a chi.
<<Il nuovo allenatore dell'Italia è Spalletti>>
Risponde Giacomo riprendendo il telefono. Io invece resto fermo a guardare nel vuoto.


SPAZIO AUTRICE
E voi, cosa ne pensate?
(Chiedo scusa per eventuali errori)

A PICCOLI PASSI - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora