CAPITOLO 6

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Faccio alcuni passi indietro e sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gesto dettato esclusivamente dall'imbarazzo. Pierluigi sembra non dare peso al fatto che mi sono allontanata da lui, anzi, prova a riavvicinarmi a lui poggiando nuovamente una mano sul mio fianco.
<<No Pier aspetta...>>
Quando sente la mia obiezione, assume un'espressione seria e punta i suoi occhi nei miei.
<<Qualcosa non va?>>
Mi domanda con un velo di preoccupazione, ritraendo la mano poggiata poco prima sulla mia anca.
Io nel mentre, resto immobile al mio posto, senza emettere alcuna parola, mi limito a tenere lo sguardo basso e a far viaggiare la mia mente verso ricordi che credevo, ancora una volta, di aver archiviato.
<<Non l'hai ancora dimenticato, non è così?!>>
Centra in pieno il punto e mi sento quasi venir meno quando mi rendo conto che nella mia testa e nel mio cuore non è mai cambiato nulla.
<<Io...>>
Provo a dire, ma Gollini alza gli occhi al cielo, cosa che un po' mi infastidisce.
<<Pier per me è difficile ok? È difficile lasciarsi alle spalle una questione così delicata e sto provando a uscirne, ma non ci riesco>>
Ammetto, più a me stessa che a lui.
<<Se la questione delicata ha un nome ed è il capitano della squadra in cui gioco, non capisco davvero tu come possa pensare ancora a lui>>
Le sue parole sono taglienti come lame affilate e per quanto possano fare male, decido di continuare ad ascoltarlo.
<<Ti ha tenuto nascosta la gravidanza della sua ex e si, so che è un mio compagno di squadra, ma in questo caso è stato un vero stronzo>>
Non posso dargli torto, dopotutto è quello che penso anche io, ma non riesco a scindere questo evento singolo da tutto l'amore che ho provato per lui e che forse provo ancora.
<<Permettimi di aiutarti>>
Dice all'improvviso fissando i miei occhi.
<<E come?>>
Domando, pur sapendo che in questo caso nessuno può e potrà aiutarmi, deve partire da me, devo essere io brava a gestire i miei sentimenti.
<<Potremmo passare più tempo insieme, potremmo provare a viverci le giornate come una coppia, una sorta di terapia d'urto>>
La sua proposta mi turba per qualche istante, mi ha davvero chiesto di fare coppia solo per aiutarmi a dimenticare Giovanni?!
<<Scusami Pier ma non me la sento>>
Detto ciò, gli do le spalle e mi incammino tra la gente come qualche minuto fa, con il drink ancora stretto nella mano destra.

Il mattino successivo, dopo una nottata che mi è sembrata piu lunga del solito, visto che non ho chiuso occhio, resto a letto fino alle dieci e mezza e prima di alzarmi prendo il cellulare dal comodino.
Stacco il cavetto del caricabatterie e lo sblocco, ritrovandomi davanti una ventina di notifiche, tutte provenienti da WhatsApp.
Inizio a sbirciare il contenuto dei messaggi e capisco che qualcosa non va quando, in uno di quelli inviati da Anna, leggo:

"Io e Noemi ti avevamo avvertita. Non vediamo l'ora di conoscere i dettagli"

Scorro le altre notifiche per capire a cosa stesse alludendo la mia amica, fino a quando non entro su Instagram e come primo post mi spunta una foto che richiama la mia attenzione.
La foto in questione mostra due ragazzi in discoteca che si baciano, il problema è che quei due ragazzi siamo io e Pierluigi.
<<Cazzo!>>
Dico tra me e me andando leggermente nel panico. Inizio a pensare a quello che potrebbe dire mio padre se mai dovesse vedere questa foto, a meno che non l'abbia già vista, ma soprattutto penso a quello che potrebbe pensare Giovanni.
Fisso la foto per secondi, forse minuti e l'unica cosa che mi fa tirare un sospiro di sollievo è il fatto che la mia faccia non si vede poi così bene, visto che nella foto sono di profilo e le luci non sono il massimo.

GIOVANNI

Sono appena arrivato al centro sportivo di Castel Volturno per gli allenamenti e stranamente per i corridoi, non si sente volare una mosca. La situazione però cambia man mano che mi avvicino agli spogliatoi, più mi avvicino più il vociare dei miei compagni di squadra aumenta.
Quando li raggiungo, li trovo tutti predisposti in cerchio a parlottare e a guardare qualcosa sul display di un cellulare, quello di Simeone, che tra tutti è l'unico seduto.
<<Buongiorno>>
Dico avvicinandomi a loro e posando lo zaino sulla panca, ma quando mi avvicino per capire cosa stessero guardando, Giovanni posa il telefono e gli altri si dividono, spargendosi per la stanza.
Lo guardo uno ad uno e per un attimo sento salire dalla bocca dello stomaco fino alla gola una strana sensazione.
<<Che succede qui?>>
Chiedo spostando lo sguardo da Giovanni a tutti gli altri, ma nessuno risponde.
<<Avete perso la lingua?>>
Dico, sperando di ottenere qualche risposta da uno di loro, ma purtroppo non accade.
<<Vabbè...>>
Mi volto di spalle e sfilo dallo zaino la divisa per l'allenamento, che nel giro di pochi secondi diventa un tutt'uno con la mia pelle.
<<Non hai visto la foto?>>
La voce Mario si fa spazio nel regnante silenzio e ancora più confuso di prima, mi volto nella sua direzione.
<<Foto? Quale foto?>>
Chiedo a mia volta non capendo dove volesse andare a parare.
<<Questa>>
Si intromette Giovanni, digitando qualcosa sul display del suo cellulare. Non appena trova ciò che stava cercando, gira lo smartphone verso di me e me lo porge.
<<Ma questo è Gollini>>
Affermo ovvio osservando la foto mentre i miei compagni si lanciano occhiate preoccupate.
<<Quello si, ma non è da solo>>
Commenta Giacomo mettendo le mani sui fianchi. Guardo meglio la foto e tutto quello che riesco a vedere è Pierluigi con una delle sue tante conquiste.
<<Ragazzi, è solo Pier che si bacia con una>>
Faccio per ridare il telefono a Simeone, ma quest'ultimo mi blocca.
<<Gio, guarda bene>>
Con il pollice e l'indice allarga la visuale dell'immagine e nell'esatto momento in cui mi rendo conto che la ragazza che sta baciando Gollo non è una qualunque, ma è Giada, serrò la i denti e la mascella, cercando di non far vedere agli altri la rabbia che sto provando.
<<Hai capito ora?>>
Continua Cholito, alzando gli occhi sul mio viso, forse per scorgere una mia possibile reazione.
<<Si...>>
Senza dire niente gli restituisco il cellulare e finisco di sistemarmi. Mi siedo sulla panca e dopo aver infilato caldoni, parastinchi e scarpette, esco fuori dagli spogliatoi senza fiatare, lasciando un alone di mistero negli altri componenti della squadra.
Cammino lungo il corridoio che porta al campo e mentre lo percorro, dietro di me sento il rumore dei tacchetti delle scarpe da calcio.
<<Cap aspettami>>
Mi volto e la figura di Gollini mi si palesa davanti, prima che io possa avere una brutta reazione, che implicherebbe mettergli le mani addosso, lo saluto con un cenno del capo e ritorno sui miei passi.
Avrei potuto dirgliene quattro, avrei potuto chiedere spiegazioni, avrei potuto fare qualsiasi cosa, eppure, pur di non sporcare il ruolo che ho nella squadra, decido di restare al mio posto e di risolvere la questione una volta soli, solo io e lui.

SPAZIO AUTRICE
Aria di rissa nell'aria 💥
(Chiedo scusa per eventuali errori)

Avete visto la partita?💙

A PICCOLI PASSI - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora