Dopo pranzo, avvisai subito mia madre che non sarei stata a casa per questo pomeriggio.
Javon mi aveva portato con sé a casa sua. La sua famiglia sembrava davvero contenta di rivedermi: Jessica mi salutò con un dolce abbraccio e il suo viso era inciso da un sorriso enorme. Stessa cosa fecero Dj, Jayla e Daelo. Jaden, invece, si limitò a sorridermi e a salutarmi da lontano, essendo che era troppo impegnato a rimanere seduto sul divano a controllare il cellulare. Nel mentre che rimanevo ferma davanti la porta ad essere avvolta di abbracci, il gatto di Javon, Kissimmee, di cui mi aveva parlato quella volta a cena, mi passava tra le gambe con tanta dolcezza, mentre la sua coda che mi sfiorava appena mi creava un senso di solletico. Tutti quanti avevano mangiato ed erano già pronti. Daelo e Jaden, però, sarebbero dovuti restare a casa: Jaden si doveva allenare e nel frattempo doveva badare al fratellino.Quando arrivammo allo stadio, ci dividemmo: Dj e Jayla dovevano prepararsi per stare all'angolo con Javon, mentre io e Jessica ci accomodammo nei posti davanti riservati a noi. Il ring era ancora occupato dal match precedente, stavano finendo il terzo round: quello che era vestito di azzurro e giallo sembrava avere la meglio. Difatti, passati due minuti, l'arbitro alzò il braccio di quest'ultimo nel momento dell'annunciazione della vittoria.
Javon si stava riscaldando con Dj, che stava usando le mani come colpitori. Poi salì sul ring ed iniziò ad inchinarsi davanti ai giudici verso tutti i lati, ritornando poi al suo angolo verso Dj e Jayla. Il padre gli mise subito il caschetto, nel mentre il ragazzo che doveva combattere, lo mise prima ed ora si stava inchinando anche lui verso i giudici.
Erano pronti entrambi, ognuno al proprio angolo. Javon sembrava molto agitato, ma scaricava la sua agitazione saltellando sul posto. Non era l'unico ad essere agitato, ma anche io lo ero, così come lo era Jessica di fianco a me. Avevo paura che potesse farsi male, che potesse ricevere pugni troppo forti. Ma il suo avversario sembrava abbastanza mingherlino. Erano dello stesso peso lui e Javon, ma la loro corporatura era diversa. I muscoli di Javon erano più definiti e più spessi, invece l'avversario sembrava leggermente più alto e magro. Poi mi focalizzai sull'abbigliamento di entrambi: l'avversario, che non mostrava alcun segno di agitazione, era vestito in nero ed oro, mentre Javon aveva una bellissima tuta nera e grigia.
L'arbitro andò verso ognuno di loro per controllare se le protezioni fossero state messe correttamente: toccò il caschetto di Javon alzandogli il viso, poi gli prese i guantoni controllando l'allacciatura ed infine gli fece mostrare il paradenti. E così lo ripetè anche per l'altro ragazzo. Poi si mise al centro del ring ed iniziarono le presentazioni. Il nome di Javon venne annunciato e lui si fece avanti al centro del ring, battendo prima i guantoni fra loro, dandosi un colpo alla spalla sinistra, poi dando qualche pugno all'aria verso il basso e concludendo con un'altra battuta di guantoni. Poi annunciarono il nome dell'altro ragazzo, che portò su un braccio e poi si avvicinò a Javon. L'arbitro gli spiegò qualche regola e poi i due si diedero un colpo di guantoni amichevole. Ritornarono ognuno al proprio angolo e al suono del Dong il primo round iniziò. L'avversario aveva preso possesso del centro del ring, ma Javon sapeva controllare meglio il timing dei suoi colpi. Era veramente veloce e reattivo al momento giusto. A volte abbassava la guardia, ma aveva dei movimenti di busto eccezionali: compieva dei piegamenti e delle schivate che gli permettevano di intercettare qualsiasi colpo. Invece, quando teneva la guardia alta, riusciva a parare i diretti e poi a restituirli. Possedeva anche un gioco di gambe bellissimo da vedere. Quando scattò il termine del primo round, Dj e Jayla intervennero subito poggiando uno sgabello all'angolo del ring, facendo sedere Javon per fargli recuperare fiato e per idratarlo con pochissima acqua, asciugandogli poi anche quel poco di sudore che aveva accumulato.
Nella seconda e nella terza ripresa, Javon sembrava sempre avere la meglio. Usava combinazioni spettacolari, come ad esempio montante e diretto, montante, doppio gancio e di nuovo montante; il tutto con una velocità incredibile.
Quando passarono anche gli ultimi round, era arrivato il momento di annunciare il vincitore. Entrambi andarono dai propri allenatori e si tolsero le protezioni: sia i guantoni che il caschetto e il paradenti. Javon sembrava tanto sicuro di sé, tanto che teneva già il braccio piegato in su. L'arbitro prese i polsi di entrambi al centro del ring. Il nome di Javon venne urlato in quello spazio. Dopo di che prese la medaglia del suo avversario e gliela mise al collo, mentre quest'ultimo fece la stessa cosa con lui. Si abbracciarono e nel mentre mi alzai in piedi applaudendogli sorridente.
"È stato bravissimo", lo guardai. Lo guardai con gli occhi pieni di gioia mentre scendeva dal ring.
Jessica si alzò in piedi:"Vai se vuoi", mi sorrise appoggiando una mano sulla mia spalla.
Gli andai subito incontro e senza pensarci lo abbracciai. Al mio gesto rise di felicità e mi accarezzò la schiena dolcemente:"Sono sudato", mi disse sussurrando.
"Non importa", lo strinsi a me con forza. Che fosse sudato era l'unica cosa a cui pensavo. Mi allontanai poi dall'abbraccio guardandolo negli occhi:"Sei stato eccezionale". E lui sorrise immensamente, come non aveva mai fatto. Mi diede una dolce carezza sulla guancia col pollice e poi disse semplicemente:"Andiamo a casa, che stasera si festeggia". Al nostro fianco intravedevo Dj e Jayla che tenevano l'asciugamano, la borraccia e tutte le protezioni che Javon aveva indossato durante il combattimento. Poi a noi si avvicinò anche Jessica con la sua borsa sottobraccio, che prese tra le mani il viso di Javon e gli accarezzò con delicatezza le guance. Mi allontanai appena per farle spazio davanti a suo figlio e li guardai sorridendo alla dolcezza, mentre lei si limitò a dire:"Sono sempre più fiera di te", sorrise lasciandogli un bacio sulla fronte.
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𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐫𝐨𝐧𝐠 𝐖𝐚𝐲 | Javon Walton
RomanceSembravi la 𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐞𝐝 𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐯𝐢𝐚; la via che mi avrebbe portato lontana da tutto e da tutti. Ma un ostacolo ha bloccato la nostra strada e ti ha reso disperso nel nulla. Un ostacolo che possedeva una via che sembrava come la mia, ma alla...