CAPITOLO 2

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Un tappeto di foglie ingiallite ricopriva il lungo viale alberato. I due filari di piante, con i rami protesi in un abbraccio fraterno, offrivano allo sguardo una galleria naturale in un florilegio di colori. C'era un vecchio che portava a spasso due simpatici bassotti. Un ragazzo in tuta da ginnastica aveva interrotto la corsa, per fare un po' di stretching su una panchina. "I colori dell'autunno sono i più belli e poetici" disse il maresciallo. "Concordo" rispose il tenente, mentre accendeva il suo Toscanello. Ambedue nemici dei formalismi e della burocrazia, si incontravano spesso al parco, per discutere dei casi più ostici.

"Così, pensa che Luca sia innocente?" domandò Caruso.

"È distrutto dal dolore" rispose Lupo. "Povero ragazzo: ha perso la sua guida, il suo faro..."

"Ha perso il suo amante..."

"Di che natura fosse il legame con il Professore non ha molta importanza."

"Esclude l'ipotesi del delitto passionale?"

"Per il momento sì. Magari lo risentiremo più avanti."

"Non è convinto della sua innocenza?"

"Non lo vedeva da una settimana, si era immerso nella preparazione di un esame..."

"Uhm... Lasciamogli elaborare il lutto, poverino. Poi, se lei è d'accordo, me ne occuperò io..."

"Lei rimpiange i vecchi metodi? Lo risentiremo se sarà necessario."

"Per carità! Non sono un sentimentale. Però a volte quei metodi funzionavano..."

Lupo non replicò. Aspirò una profonda boccata dal sigaro. Il ragazzo in tuta riprese la corsa. Continuarono la passeggiata di lavoro, immersi in quell'oasi di pace. Quando giunsero in fondo al viale, si scambiarono come sempre un laconico "a domani". Lupo indugiò presso l'imponente cancello in ferro battuto. Diede qualche altra boccata al sigaro. Sul corso le auto scorrevano, anonime, come sempre. I volti degli automobilisti apatici. Gli ultimi raggi di sole filtravano tra i palazzi. Anch'essi anonimi, distanti. Li vedeva ogni giorno quei casermoni. Eppure non sapeva niente delle gente che ospitavano. Chi ci abitava? Impiegati? scienziati? artisti? sognatori? falliti?... Non gli importava saperlo. Pensò che in uno di quei palazzoni poteva nascondersi l'assassino. Ma in fondo, non gli importava neanche quello. Due donne obese entrarono nel parco fingendo di correre. Guardò i loro corpi deformi, mentre si allontanavano sbuffando come due locomotive. Pensò al culo di Laura. Quanto lavoro di aerobica doveva fare, per mantenerlo così tonico e sodo? Pensò al rapporto che aveva costruito con lei, partendo da quel dettaglio anatomico. Erano trascorsi già tre anni da quando la conobbe, in palestra. Da due avevano deciso di provare a convivere. Grossi problemi non ce n'erano stati. Erano abbastanza fedeli, nella relativa libertà che si erano concessi. Qualche scappatella era capitata a entrambi, ma nulla di irreparabile. Del resto, il tradimento vero è quello che si nasconde. La donna che ti tradisce è colei che ti promette l'amore eterno ed esclusivo: nel momento in cui te lo ha promesso, ti ha già tradito. Di questo era convinto il tenente Lupo. Come lo era del fatto che un rapporto di coppia, per durare non può essere asfittico. Non si può rinunciare del tutto ai propri spazi e alle proprie libertà. Quando ciò accade, il tradimento è inevitabile. Quello vero. Laura la pensava grosso modo come lui. Non vedeva l'ora di abbracciare quel corpo caldo e atletico. Di stringere fra le mani quei glutei di donna, che parevano scolpiti dal Canova.


Le lenzuola di raso lasciavano intravedere i turgidi capezzoli di Laura. Il petto villoso di Franco aveva smesso di ansimare, stava ritrovando il ritmo regolare del respiro. Afferrò d'istinto il pacchetto di Toscanelli dal comodino. Laura lo ammonì: "Non ci provare neanche!". "Scusami... è l'abitudine" rispose lui. Nonostante fossero ambedue fumatori, il divieto di fumare a letto era una delle poche limitazioni alle proprie libertà, che dopo due anni di convivenza si erano imposti. "Come va con il tuo amante?" chiese Laura, alludendo alle passeggiate intime con il maresciallo.

ENERGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora