CAPITOLO 14

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Quella notte il tenente non era riuscito a chiudere occhio, tormentato dal clamore mediatico, che già in serata era esploso. Nei telegiornali e nelle testate online non si parlava d'altro: la brutale irruzione del SOD nel Gender Club, il locale simbolo dell'emancipazione di gay, lesbiche e trans; l'arresto del noto accademico e intellettuale professor Guido Colombo, mentre teneva una lezione inclusiva en travesti... Solo qualche testata indipendente accennava al motivo per cui era stata condotta l'operazione: le indagini sull'omicidio del professor Paolo Pasquini. Soltanto a notte fonda Lupo riuscì a prendere sonno, ma fu un dormiveglia interrotto da un incubo ricorrente: subiva un processo spietato, in un talk show televisivo. Un plotone di giornalisti lo bombardava di domande allucinanti. Era nudo, seduto in mezzo allo studio su uno sgabello di legno. Aveva i riflettori puntati in faccia, la fronte imperlata di sudore. Tutto intorno gli inquisitori, lo sguardo altero, una parrucca settecentesca sul capo e la toga di ermellino. La raffica di domande non gli dava tregua: Lei è un omofobo? È un fascista? È un omosessuale represso? È una spia del GOP?... Lui provava a rispondere, ma non riusciva a emettere nemmeno una sillaba. Era come se avesse le corde vocali paralizzate... Avrebbe voluto alzarsi e scappare via da quella gogna spietata, coprendosi alla meglio le pudenda con le mani. Ma i piedi erano inchiodati al pavimento. Più tentava di sollevarli e più li sentiva bruciare, d'un dolore lancinante che li squartava. Sentì una mano sulla fronte. Era Laura che gli asciugava il sudore, con un panno fitness. Si svegliò ansimando. "Tranquillo caro, va tutto bene."

"Ho avuto un incubo."

"Me ne sono accorta... Dai, è ora di alzarsi. Una bella doccia e tornerai in forma."

"Sì, è quello di cui ho bisogno."

"Io vado a preparare una buona colazione."

"Perfetto."

Sotto la doccia, il ricordo di quella notte angosciante parve allontanarsi. Laura lo raggiunse in bagno, con il vassoio della colazione: cappuccino, brioche e marmellata. Lo posò sul ripiano del lavello. Lupo uscì dal box grondante d'acqua. Laura gli passò l'asciugamano e l'aiutò ad asciugarsi le spalle. Alla fine lui le diede un bacio sulle labbra, accarezzandole i capelli. "Dai, sbrigati" disse lei. "È tardi." Consumò la colazione in abito adamitico, poi corse a vestirsi. Come per miracolo, sul volto non vi era più traccia degli incubi notturni. Sembrava che avesse dormito profondamente per tutta la notte.


"Professore, questo non è un interrogatorio formale" disse Lupo. "Lo consideri un dibattito televisivo, senza pubblico e telecamere. Ci siamo soltanto io e il maresciallo, desiderosi di ascoltarla." Il tenente era seduto alla scrivania, Caruso dall'altra parte, di fianco al sociologo.

"Per i miei interventi sui media, di solito, ricevo un compenso. Non è alto, ma mi pagano."

"Purtroppo, non abbiamo il budget dei programmi televisivi che la ospitano: dovrà accontentarsi di vitto e alloggio."

"Tenente, se potesse risparmiarmi questo sarcasmo impietoso, gliene sarei molto grato."

"Bene, veniamo al dunque: in una recente intervista televisiva, lei ha negato di conoscere l'NGRPE."

"Sì, l'ho concessa per commentare il blocco della tangenziale... Confermo."

"Ha detto che ignorava se gli attivisti del gruppo avessero agito nell'ambito di una struttura organizzata, globale o locale."

"Confermo."

"Beh, allora come giustifica la sua presenza al Gender Club, nel ruolo della Gran Maestra?"

"Lo ha detto: un gioco di ruolo." Gli sguardi del tenente e del maresciallo si incrociarono.

"Professore, si sta prendendo gioco di noi?" fece Caruso.

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