CAPITOLO 18

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La sala era un caos di urla, panico e corpi che si scontravano. La mano di Marco era ferrea in quella di Virginia. Non avrebbe mai lasciato che la corrente di gente la trascinasse via.

Virginia seguiva il ragazzo mentre tendeva l'altra mano libera a Margherita senza sapere esattamente dove stessero andando.

Dopo qualche spintone si fermarono. Una luce tenue illuminò il volto di Marco, il quale tendeva verso di lei una lanterna. Virginia si girò per controllare se Margherita fosse con loro: c'era, ma il suo volto era un lenzuolo bianco.

"State bene?" chiese il ragazzo.

"Si." risposero in coro le due donne.

"Cos'è successo?" chiese Virginia.

"Non lo so... Ogni candela si è spenta all'improvviso e..."
Altre urla riecheggiarono nel palazzo. Urla di terrore.

I tre non esitarono a correre verso l'androne.

Lì un gruppo di ragazzi e ragazze erano radunati in cerchio intorno a qualcosa. O meglio, intorno a qualcuno...

Virginia si avvicinò lentamente mentre la gente accorreva per vedere ciò che stava succedendo.

Quando il campo visivo fu libero da ostacoli, il cuore di Virginia perse un battito e la sua gola fu bloccata da un urlo soffocato. Si portò la mano sulla bocca e le lacrime cominciarono a caderle sul volto pallido.

Sdraiata a terra in una pozza di sangue si trovava Emma, la cui gola sembrava tagliata.

Virginia cadde in ginocchio a poca distanza dall'amica. Marco le poggiò una mano sulla spalla e si affrettò per controllare se la vittima respirasse ancora. Gli occhi velati di una minima speranza si spensero quando il ragazzo scuotè la testa. Era morta.

"Cosa diavolo è successo?" urlò Marco.

Una delle ragazze si fece avanti: "Non lo sappiamo. Eravamo venuti qui a parlare perché c'era più silenzio poi..."

La ragazza singhiozzò e si appoggiò ad una delle sue amiche.

"Poi è diventato tutto buoio e, quando siamo riusciti a trovare una lanterna per fare luce, Emma era già... avete capito." continuò un ragazzo dai capelli ramati.

"E non siete riusciti a vedere chi l'ha uccisa?" si intromise un uomo alto e robusto, probabilmente un ufficiale.

"No, come potevamo. Ma forse..."

"Forse cosa? Parla, ragazzo."
"Beh, mi sembra di aver visto qualcosa luccicare. Forse un anello. Ma qui nessuno di noi ne porta uno." concluse il ragazzo.

Virginia annaspò in cerca di aria mentre alzava la testa di scatto. L'anello. Era la seconda volta che tornava questo dettaglio. Era stata proprio Emma a riferirle che qualcuno con un anello si aggirava misteriosamente per il palazzo.

Su una cosa Virginia non ebbe dubbi: il Mago aveva ammazzato Emma.

Ciò significava che probabilmente era ancora nei paraggi.

Virginia si guardò intorno in modo attento. Era sempre stata brava a cogliere cose che gli altri ignoravano.

Le persone erano agitate. Le ombre si spostavano in modo confusionario. Tuttavia una in particolare attirò la sua attenzione. Si mise in piedi di scatto contro la volontà delle sue stesse gambe che minacciavano di non reggere il suo peso, e, facendosi largo a spintoni tra il mare di caos, seguì la figura ignorando le urla di Marco che la chiamavano.

Inciampò varie volte. Il vestito e l'assenza di luce non aiutavano. Nella fretta di correre e raggiungere il Mago, Virginia si era dimenticata di afferrare una lanterna. Sicuramente una mossa poco intelligente.

IL PORTONE DEL DIAVOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora