CAPITOLO 22

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Virginia cercò di fare mente locale e capire dove aveva già sentito quel nome. I pezzi del puzzle si unirono per formare il quadro completo: glielo aveva presentato Emma la sera prima. Il Maggiore era l'ospite d'onore della serata.

"Com'è morto?" domandò la ragazza.

"E' stato trovato murato vivo"

"Beh, ora ovviamente è morto" concluse l'altro medico.

Virginia non riusciva a crederci. Aveva parlato con quell'uomo e si ricordava bene che questo voleva allungare le mani su di lei, tuttavia la morte non era una giusta punizione.

La ragazza rivolse lo sguardo all'unico sospettato che le venisse in mente, l'unico che nessun'altro avrebbe mai preso in considerazione. Adrien aveva il volto quasi tranquillo, non esprimeva nessuna emozione: paura, confusione, tristezza. Come se, in qualche modo, se lo aspettasse.

Dopotutto l'aveva ucciso lui, no?

"Marco..." disse Virginia senza badare al fatto che gli ha dato del "tu".

Il ragazzo le prese la mano con sguardo distante e rispose solo: "Lo so".

Sapeva. Sapeva e credeva, come lei, che c'entrasse il Mago.

"Qualcuno l'ha ucciso, ma non ha lasciato nessun indizio" disse il medico.

"In qualche modo sono certo che lo troveranno" replicò Adrien con tono assente.

Come può agire così, come se niente fosse. Come fa ad essere così impostato da non tradirsi da solo?

"Forse è meglio che portiate la signorina a casa, non ha un bel colorito" disse il medico poco prima di girarsi e incamminarsi lungo il corridoio.

Marco la cinse per le spalle e insieme uscirono dall'ospedale, seguiti da Adrien.

Il sole caldo veniva contrastato da un venticello freddo. Era piacevole e permise a Virginia di riempire i polmoni di aria pulita, risvegliandola parzialmente.

"Amico, vuoi che la porto a casa mentre tu ti dirigi a casa mia?" chiese il biondino.

"No" replicò con tono secco Virginia. "Non voglio tornare a casa. Verrò con voi. Sono curiosa di vedere il quadro, e almeno mi distrarrò da..." le parole non uscirono. "Se per voi va bene, ovviamente." aggiuse.
Adrien mostrò per la prima volta dopo ore un'emozione: disappunto. Marco, d'altro canto, annuì stringendola di più a sé. La ragazza sapeva bene che, in ogni caso, lui non l'avrebbe mai lasciata andare a casa da sola sapendo che lì c'era anche Margherita.

Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarla, ma quello non era il momento giusto. Non quando la mente di Virginia era in pieno caos. Indizzi solitari disseminati in ogni angolo, nessun filo rosso a collegarli. Sarebbe potuta impazzire.

Fu la prima a salire sulla carrozza, aiutata da Marco. Si sentiva la testa pesante e le gambe non la reggevano, perciò faticò un po' prima di riuscire a sedersi vicino al finestrino.

Il secondo ad entrare fu Adrien, che si sedette proprio di fianco a lei. La ragazza irrigidì ogni singolo muscolo.

"Stai bene?" le sussurrò lui.

Virginia si limitò ad annuire mentre Marco prendeva posto davanti ai due.

Il suo sguardo era strano: indagatore, preoccupato, nervoso. Virginia era certa che, come lei, anche lui stesse cercando di ricongiungere ogni tassello.

Come ha fatto Adrien ad uccidere due persone contemporaneamente in una sera? Le tempistiche non le quadravano.

Tuttavia si ricordò che Adrien aveva un complice: Margherita. Magari era stata lei. Anche se lo trovava improbabile, considerando che il Maggiore era di statura corpulenta.

IL PORTONE DEL DIAVOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora