Gli ultimi giorni di luglio

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Gli ultimi giorni di luglio

A Sua Signoria Lord Cedric Highbridge dodicesimo Conte di Canterbury

Versailles, 28 luglio 1788

Eccellentissimo Cugino,

è per una questione di estrema delicatezza che Vi invio queste righe, affidate a un messo di mia fiducia anziché al servizio postale.

Mi servirebbero delle informazioni su Lord William Stratford, Ambasciatore inglese a Parigi. Il suddetto gentiluomo è amico di vecchia data del Duca Luigi Filippo d'Orléans che ha più volte elaborato piani finalizzati a rovesciare il Re di Francia. Vorrei chiederVi se Vi è giunta voce di un coinvolgimento di Lord William Stratford nei progetti eversivi del Duca d'Orléans e se, a Vostro giudizio, la Corona Britannica vede di buon occhio un avvicendamento sul trono di Francia.

E' tanta la confidenza che mi aspetto da Voi e di ciò mi scuso, ma enorme è il pericolo che ci sovrasta e massima è l'allerta. Un colpo di Stato messo a segno dal Duca d'Orléans ridisegnerebbe gli equilibri geopolitici dell'Europa e del mondo, con gravi e inaspettate ripercussioni per tutti, non esclusa l'Inghilterra. L'Europa non è nuova a sanguinose guerre di successione e mettere in discussione la legittimazione di un Sovrano potrebbe causare pericolosi fenomeni di emulazione.

Vi prego di porgere i miei omaggi a Lady Imogen e di accogliere i miei più cordiali saluti.

Oscar François de Jarjayes

Oscar ripose la penna d'oca nel supporto, richiuse il calamaio e controllò, un'ultima volta, le righe da lei vergate, prima di spargerci sopra la polverina e di sigillare il foglio di carta con la ceralacca.

Si augurava che la risposta del parente inglese dei de Jarjayes avrebbe contribuito a fare chiarezza su ciò che li attendeva. Lord William Stratford e il Duca d'Orléans erano degli intimi amici del Principe di Galles nella cui cerchia privata era ammesso anche il Conte di Canterbury. Se Lord William Stratford fosse stato un uomo influente e disposto ad aiutare il Duca d'Orléans e se il Principe di Galles o lo stesso Re Giorgio III avessero caldeggiato l'ascesa al trono del Duca, a causa delle idee liberiste di lui, la situazione del Re e della Regina sarebbe stata, forse, non disperata, ma, pur sempre, molto complicata.

Consegnato il plico a un messo di cui si fidava ciecamente, si diresse negli alloggi di André.

Subito dopo il ferimento, l'uomo era stato trasportato negli appartamenti della reggia assegnati a Oscar dove i medici lo avevano celermente raggiunto.

La stanchezza accumulata dal giovane durante la convalescenza postoperatoria, unita allo sforzo della cavalcata e all'oppressione del caldo, gli aveva provocato un capogiro nel bel mezzo del combattimento con la furia belga e il capogiro era evoluto in un vero e proprio svenimento, a seguito del colpo ricevuto. Lo sgambetto che Oscar aveva fatto a Théroigne de Méricourt si era, però, rivelato provvidenziale, perché aveva deviato un fendente che, altrimenti, avrebbe raggiunto André in pieno petto. La lama avversaria, di conseguenza, non aveva perforato gli organi vitali né aveva reciso le arterie e le vene principali, ma, dopo essere penetrata nel torace, era stata bloccata da una costola e ciò le aveva impedito di giungere in profondità.

I medici avevano fatto rinvenire André, lo avevano medicato e ricucito e, sulla base delle condizioni generali, lo avevano giudicato guaribile nel giro di un mese, ammesso che, nei giorni immediatamente successivi al ferimento, le febbri non fossero sopraggiunte e la piaga non avesse suppurato. La buona stella che aveva assistito André nell'ultimo periodo, evidentemente, brillava ancora alta nel cielo, perché il giovane non ebbe una linea di febbre e la ferita di lui rimase pulita e inodore, tanto che, una settimana dopo l'attentato, i medici ne consentirono il trasporto a Palazzo Jarjayes, su un carro coperto che marciava a passo d'uomo. Quando, un paio di giorni dopo il trasferimento a palazzo, la nonna ebbe ripreso a bistrattarlo, fu chiaro a tutti che l'uomo sarebbe presto guarito. Era, cominciata, così, un'altra convalescenza, di durata più breve della precedente e da potere trascorrere, per fortuna, in piena luce, nel corso della quale Oscar suonava il violino o il clavicembalo per André oppure entrambi giocavano a dama o a scacchi, leggevano qualcosa insieme e, da un paio di giorni a quella parte, facevano anche qualche brevissima passeggiata nei giardini. André aveva preannunciato che, quando fosse tornato in sesto, avrebbe finalmente battuto Oscar in un confronto di scherma e, subito dopo, aveva riso, conscio del fatto che lei, piuttosto che farsi vincere, avrebbe rovesciato il mondo. Essendo scampati l'una al fantasma della consunzione e l'altro alla cecità e a una ferita al torace che, per un soffio, non era risultata letale, vivevano la vita con maggiore maturità e consapevolezza, riscoprendo mille motivi per godere ciascuno della vicinanza e dell'amicizia dell'altro.

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