La morsa della solitudine

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La morsa della solitudine

"Uno giorno avvenne che questa gentilissima sedea in parte ove s'udiano parole de la regina de la gloria ed io era in luogo dal quale vedea la mia beatitudine; e nel mezzo di lei e di me per la retta linea sedea una gentile donna di molto piacevole aspetto, la quale mi mirava spesse volte, maravigliandosi del mio sguardare, che parea che sopra lei terminasse".

"Allora mi confortai molto, assicurandomi che lo mio secreto non era comunicato lo giorno altrui per mia vista. E mantenente pensai di fare di questa gentile donna schermo de la veritade; e tanto ne mostrai in poco tempo, che lo mio secreto fue creduto sapere da le più persone che di me ragionavano".

Dopo avere terminato la lettura, Diane ripose il libro sul tavolo.

– Bene, Diane, potreste riassumere questo passo de "La Vita Nuova"? – domandò Oscar alla giovane allieva.

– Mentre Dante Alighieri e Beatrice Portinari erano in chiesa, una dama venne casualmente a trovarsi lungo la traiettoria dei loro sguardi, tanto da credere di essere la destinataria di quelli di lui. Dante si accorse sia dell'equivoco sia del fatto che anche gli altri presenti vi erano caduti e, per molto tempo, usò questa donna come schermo dei propri sentimenti, per ingannare i fiorentini e proteggere il suo amore per Beatrice.

– Perfetto, Diane, quello che dite è giusto.

– Madamigella Oscar, non credete che il comportamento di Dante sia stato scorretto? L'altra donna avrebbe potuto innamorarsi di lui, senza contare che, probabilmente, aveva anche lei un marito e dei figli. La reputazione di lei contava meno di quella di Beatrice?

– Questo non lo sapremo mai, Diane – rispose Oscar, ridendo.

– Oh! Sì, è stato molto scorretto! – insistette, accoratamente, Diane – E anche Beatrice, qui, non ci fa una bella figura. Tralasciando il fatto che era sposata con un altro, come poteva tollerare, senza battere ciglio, che l'uomo che diceva di amarla rivolgesse le sue attenzioni a un'altra donna, seppure per finta? Tutto ciò denota un animo freddo e un carattere incline alla simulazione.

– Beatrice, infatti, non era partecipe dell'inganno, vi cadde anche lei e tolse il saluto a Dante – rispose Oscar, al culmine dell'ilarità.

– E fece bene e, anzi, si sarebbe dovuta alleare con l'altra signora e, insieme a lei, dargli una lezione!

Trascorso un breve intermezzo fatto di sdegnate proteste e di divertite spiegazioni, la giovane domandò:

– Madamigella Oscar, credete che sia possibile usare degli schermi per ingannare se stessi oltre che gli altri? Si può fare ricorso a delle false verità per essere disonesti col proprio cuore e non soltanto per sviare il prossimo?

– L'animo umano sorprende per la sua imprevedibilità – rispose Oscar, punta sul vivo e bianca come un cencio lavato – Andate a riposarVi e a cambiarVi d'abito, perché, fra un'ora, inizierà la lezione di equitazione.

Quando Diane se ne fu andata, Oscar venne colta da uno dei fastidiosi accessi della sua tosse nervosa, terminato il quale, come sempre più spesso le accadeva, fu abbrancata da scomode riflessioni.

"Usare schermi per sviare la propria mente", "Essere profondamente disonesti con se stessi", lei era maestra in tutto ciò. Aveva sempre affrontato la vita senza mezze misure, tutto o bianco o nero, ma, per raggiungere un suo equilibrio, a certi compromessi, sia pure a livello inconscio, era dovuta scendere. Questi tarli la angustiavano da mesi e, adesso, non poteva più metterli a tacere.

Per tutta la vita, aveva usato schermi per evitare di scontrarsi con gli aspetti più conflittuali della sua personalità e, pur essendo sempre stata onesta e specchiata nella vita pubblica, era stata altrettanto bugiarda e reticente con se stessa. Si era costruita un mondo a sua misura, dove viveva sicura come in uno scrigno o in un forziere e, per evitare di soccombere, aveva fatto della sua diversità un vanto.

La leonessa di FranciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora