Il rosso, il nero e una giovane Delfina

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Il rosso, il nero e una giovane Delfina

Reggia di Versailles, 1830

Guardò diritta di fronte a sé mentre il valletto la annunciava alla Regina madre. Fece alcuni passi avanti, poi un inchino e, infine, si congratulò per la recente notizia.

– Sono lieta, Maestà che il Parlamento abbia, finalmente, abrogato la legge salica! Ci sono voluti molti anni, ma, alla fine, la Francia si è modernizzata e la Principessa Elisabetta potrà diventare Delfina!

– Ormai, è questione di giorni, Madame Oscar! – rispose, entusiasta, Maria Antonietta – Non appena la legge abrogativa sarà stata promulgata, il Re nominerà la figlia Delfina!

– E' un giorno memorabile, Maestà! – ribadì Oscar – E' il coronamento di tutti gli sforzi che sono stati profusi per dare alla Principessa un'educazione eccellente!

– Voi siete stata il fulcro di questo programma educativo, Madame Oscar e non Ve ne saremo mai grati a sufficienza! Ma sedete, Vi prego – disse Maria Antonietta, indicando a Oscar una sedia – Vi ho mandata a chiamare per parlare con Voi di un argomento molto meno gioioso di questo e il discorso rischia di essere lungo.

– Ciò di cui dovete parlarmi, Maestà, ha a che fare con Napoleone? – domandò Oscar che aveva riconosciuto, nel volto dell'amica, la consueta espressione preoccupata che la incupiva, ogni volta che si discuteva di Bonaparte.

– Soltanto indirettamente, Madame Oscar.

L'enigmatica risposta di Maria Antonietta incuriosì Oscar che si dispose ad ascoltare.

– A Besançon, è stato incarcerato un giovane di ventitré anni, per tentato omicidio ai danni di una Signora.

La curiosità di Oscar crebbe a dismisura, perché di delitti, purtroppo, se ne commettevano continuamente e, ogni giorno, c'era qualcuno che cambiava domicilio, passando dalla propria abitazione alle patrie galere.

– Il giovane in questione, arrestato in flagrante e reo confesso, risponde al nome di Julien Sorel e, forse, Voi avrete già avuto occasione di incontrarlo, perché, fino a poco tempo fa, era il segretario personale del Marchese de La Môle. La vittima, invece, è Madame Louise de Rênal, moglie dell'ex Sindaco di Verrières e madre dei bambini di cui Monsieur Sorel, alcuni anni or sono, fu precettore. – Ho letto la notizia sul giornale, Maestà. Mio marito e io l'abbiamo commentata proprio ieri, davanti al camino e con in mano un buon cognac. Non immaginavo, però, che la vicenda interessasse in qualche modo la Corona.

– La interessa indirettamente, Madame Oscar, ma voglio procedere con ordine. Monsieur Julien Sorel, pur essendo di origini modestissime – il padre, infatti, è un carpentiere, proprietario di una piccola segheria a Verrières – è sempre stato un giovane intelligente e assai studioso. Grazie a queste attitudini, l'allora Sindaco di Verrières, Monsieur de Rênal, lo assunse come precettore dei suoi figli. Entrato in casa del Sindaco, però, Monsieur Sorel, essendo un uomo di immensa ambizione e di scarsa moralità, sedusse la moglie del padrone, una donna molto virtuosa e gentile, ma, probabilmente, mal maritata. Quando Monsieur de Rênal fu informato della tresca, Julien Sorel fuggì da quella casa nottetempo e riparò a Besançon, dove entrò in seminario. Dopo alcuni anni di studi, grazie a un sacerdote suo amico, Monsieur Sorel fu assunto dal Marchese de La Môle come segretario personale. In breve tempo, questo giovante promettente, grazie ai suoi innumerevoli talenti, conquistò la totale fiducia del Marchese de La Môle che gli affidò incarichi sempre più importanti. Il punto è che la fiducia del Marchese non fu l'unica cosa che quel giovane ambizioso conquistò. Deciso a emergere, Julien Sorel – ma questa è una notizia estremamente riservata – riuscì a compromettere la figlia del Marchese de La Môle, Mathilde, prossima al fidanzamento col Marchese de Croisenois, un giovane nobiluomo che vanta un Duca fra le sue parentele. Di fronte al fatto compiuto, il Marchese de La Môle, seppur furente, fu costretto ad acconsentire alle nozze della figlia adorata con quell'oscuro arrampicatore, ma, forse, i due si erano già sposati in segreto. Il Marchese procurò al futuro genero anche un titolo, un grado nell'esercito e una cospicua rendita, ma, ancora contrariato da quella mésalliance e preoccupato per la figlia, volle prendere delle informazioni. Scrisse, quindi, a Madame de Rênal e la povera donna che, dopo i fatti di alcuni anni prima, era caduta in un profondo stato di prostrazione emotiva, di sua iniziativa o, più probabilmente, sotto l'influenza del Parroco o di qualcun altro, scrisse al Marchese de La Môle una lettera in cui descriveva Julien Sorel nel peggiore dei modi, come un turpe arrivista il cui unico scopo era quello di entrare nelle case degli altri e di sedurre le donne che vi abitavano. Folle di rabbia, il Marchese de La Môle ruppe il fidanzamento della figlia. Vedendo sfumare tutti i suoi sogni e naufragare le sue ambizioni, Julien Sorel si recò a Verrières e, una domenica mattina, nella chiesa nuova del paese, sparò a Madame de Rênal nel bel mezzo della funzione, davanti all'intero paese. La donna è stata ferita a una spalla ed è già sulla via della guarigione, ma il giovane Sorel rischia, comunque, la pena capitale.

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