L'armadio nascosto

3 1 0
                                    

L'armadio nascosto

Oscar guardava incredula la parete del cabinet doré, opposta a quella vicino alla quale era collocata l'arpa, i cui pannelli bianchi erano stati aperti come le ante di una porta. Altri pannelli bianchi, del tutto identici ai primi, si intravedevano qualche passo più indietro e, in mezzo alle due file, vi era una piccola intercapedine ove erano stati costruiti degli scaffali.

Ecco perché avevo la sensazione che, da qualche mese a questa parte, la parete non fosse più nel punto dove è sempre stata.... L'hanno fatta avanzare di alcuni passi.... – pensava la donna – Non mi ero ingannata....

– Comandante, guardate, c'è una serratura! – osservò Girodel, nel frattempo giunto sul posto.

Oscar si accostò al punto indicatole dal Colonnello e constatò che, effettivamente, in uno dei pannelli centrali, c'era una piccola serratura, abilmente camuffata dai fregi dorati.

– Questa serratura è stata forzata – disse Oscar – Il Conte di Compiègne deve avere usato un grimaldello....

– Avrà agito da solo o insieme a dei complici? – domandò Girodel.

– Io ho visto soltanto lui – rispose il Capitano de Valmy.

– Dell'individuazione di eventuali complici ci occuperemo in seguito – intervenne Oscar – Adesso, ci interessa capire su cosa il Conte ha messo le mani, per prendere le opportune contromisure.

– Comandante – si inserì Girodel, consapevole di proporre una cosa indelicata e inopportuna, ma assolutamente necessaria – Forse, a questo punto, sarebbe il caso di parlare con franchezza alla Regina.

Oscar annuì pensierosa mentre, nella mente di lei, si rincorrevano decine di pensieri sconnessi, tutti incentrati su ipotetiche missive che la Regina avrebbe potuto ricevere dal Conte di Fersen o, Dio non volendo, dal Conte d'Artois o dal Duca di Lauzun.

A un certo punto, lo sguardo di lei cadde su un foglio di carta seminascosto in un angolo dell'intercapedine, dove era scivolato, finendo per esservi dimenticato. La donna si chinò di scatto per raccoglierlo e, presolo fra le mani, iniziò a leggerlo rapidamente, facendo scorrere gli occhi nervosi da una riga all'altra.

Fu una questione di pochi istanti e Oscar trasalì. Girodel, accorgendosi dello stato d'animo del suo Comandante, le si rivolse con tono interrogativo:

– Ebbene, Comandante? Chi è il mittente?

– Il Vescovo de Talleyrand.... In questa missiva, recante la data del 4 aprile 1794, Sua Eccellenza rivolge alla Regina una serie di raccomandazioni su alcune questioni politiche e su determinati comportamenti da tenere e le suggerisce una rosa di nomi di persone di cui fidarsi e un'altra di gente da evitare.

– La Regina intrattiene una corrispondenza con una persona che detesta e accetta, per giunta, consigli su argomenti delicati da quella stessa persona?! – esclamò Girodel con animo incredulo, perché ben conosceva l'intransigenza della Sovrana su certe questioni.

Oscar non rispose, ma rimase immobile a fissare quelle poche righe elegantemente vergate.

********

– Alain, non ti crucciare, non avevi scelta – disse André, tenendo una mano sulla spalla dell'amico che si era accasciato su una sedia.

Dopo che Oscar e le Guardie Reali erano corse nel cabinet doré e il Generale de Jarjayes aveva ordinato ad alcuni soldati di eseguire la perquisizione del cadavere, allontanandosi con loro, i due uomini erano rimasti soli nell'ufficio di Oscar.

– Cosa dirà mia madre? E' molto affezionata alla sorella.... Guillaume era l'unico figlio di mia zia Mahaut Colbert.... – farfugliava l'uomo, quasi inebetito e senza apparentemente accorgersi della presenza e delle parole di André.

La leonessa di FranciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora