Il viaggio della sposa

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Il viaggio della sposa

Austria, Sankt Pölten, 13 marzo 1810

Dato l'addio all'adorato padre, ai fratelli e alla corte imperiale, l'Arciduchessa Maria Luisa salì sulla carrozza nella quale avrebbe trascorso le prossime due settimane e che l'avrebbe condotta in Francia, verso il nuovo destino di Regina consorte.

Preso posto nell'abitacolo, con l'aiuto delle dame, si sistemò l'abito da viaggio di velluto rosso con ricami dorati che la faceva apparire importante, ma non bella. Nessun vestito o monile, del resto, avrebbe avuto quel potere. Al viso allungato e al labbro inferiore turgido, tipici degli Asburgo, si accompagnavano due occhi grandi e sporgenti, sottolineati, sopra, da sopracciglia eccessivamente oblique e, sotto, da antiestetici rigonfiamenti già marcati malgrado la giovane età. La pelle chiarissima era spruzzata di numerose efelidi fra le quali spuntavano alcune macchie lievemente più scure: lentiggini un poco più accentuate o, forse, piccoli nei. La timidezza che, sin dall'infanzia, l'accompagnava non l'avrebbe mai aiutata a valorizzare l'aspetto e il portamento. Ci sono donne che, pur non essendo bellissime, suppliscono col carattere, la disinvoltura e la sicurezza, arrivando ad apparire interessanti e, a volte, addirittura piacenti. Non era questo il caso della diciottenne Arciduchessa. Era, però, affettuosa e docilissima e ciò la rendeva gradita ai più.

Memore del suo arrivo in Francia e del trauma della rémise, quando si era vista improvvisamente abbandonata dal suo seguito e lasciata sola nel settore neutrale del padiglione, in attesa che le porte di quello francese si aprissero, Maria Antonietta, per la futura nuora, aveva organizzato le cose in modo diverso, col consenso della corte austriaca.

Innanzitutto, non c'era stato un matrimonio per procura nella Chiesa di Sant'Agostino, nel palazzo imperiale della Hofburg. Le nozze sarebbero state celebrate a Versailles, nella Cappella di San Luigi, con entrambi gli sposi presenti, per conferire all'evento un tratto più caloroso e umano.

La cerimonia della rémise, poi, non avrebbe avuto luogo o, perlomeno, avrebbe mutato forma. Maria Luisa non sarebbe stata spogliata dei suoi vestiti e abbandonata dal suo seguito, ma avrebbe raggiunto la reggia di Versailles abbigliata all'austriaca e scortata dai suoi accompagnatori che sarebbero tornati in patria subito dopo le nozze.

Insicura e perennemente alla ricerca di protezione e di conferme affettive, la giovane Arciduchessa era molto grata alla futura suocera per le premure usatele. Oltre a ciò, sapere che Maria Antonietta era una prozia la portava a pensare che, nella sua nuova casa, avrebbe trovato un pezzo di quella famiglia alla quale era molto affezionata e che, con grande dolore, aveva dovuto abbandonare.

Maria Luisa era, purtroppo, abituata alle separazioni. Aveva avuto un'infanzia serena e felice, ma, successivamente, le offensive condotte da Bonaparte contro l'Austria avevano obbligato la famiglia imperiale e la corte ad abbandonare Vienna e a riparare, per ben due volte, a est. La prima invasione era avvenuta nel 1805 e gli Asburgo erano stati costretti a emigrare a Ofen, in Ungheria e, da lì, a Kosice, sempre in Ungheria e, poi, a Cracovia, in Polonia. Nel 1809, l'avanzata del tiranno aveva determinato una nuova fuga della famiglia imperiale a Ofen che, poi, era proseguita a Eger e, infine, di nuovo a Ofen, quando la situazione si era un po' normalizzata. Stipulato il trattato di Schönbrunn, Napoleone era rientrato a Milano, restituendo Vienna ai legittimi proprietari. Ciò aveva consentito all'Imperatore Francesco I di tornare nella sua capitale, lasciando, però, per prudenza, i familiari a Ofen. Da lì, Maria Luisa era rientrata a Vienna poco prima della partenza per la sua nuova patria.

– Desiderate che Vi legga qualcosa, Altezza Imperiale?

La giovane pose fine ai suoi ricordi e aprì gli occhi, dirigendoli verso colei che le aveva rivolto la parola.

La leonessa di FranciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora