In trappola

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In trappola

– Sono il Comandante Oscar François de Jarjayes, mi ha convocato la Regina Maria Antonietta, fatemi entrare immediatamente! – ingiunse Oscar, con voce potente e imperiosa, mentre il bianco destriero si impennava davanti alle antiche mura del grigio castello di Meudon.

Nonostante fosse, da pochi giorni, trascorsa la metà di maggio, la mattina era fredda e Oscar era avvolta dal suo lungo mantello militare. Il cuore di lei si stringeva e quasi gemeva, pensando al motivo di quella visita: il Principino Louis Joseph si era aggravato improvvisamente e la Regina l'aveva mandata a chiamare con sollecitudine mista a disperazione.

Entrata nel castello, Oscar iniziò a percorrerne i corridoi con le gambe pesanti e gli occhi velati di tristezza, finché non si imbatté nella Regina che, avvertita dell'arrivo dell'amica, si era precipitata verso di lei per anticipare l'incontro.

– Ai Vostri ordini, Maestà! – disse Oscar, con voce grave e volto tetro.

– Madamigella Oscar, Vi ringrazio di cuore di essere venuta! Il Principino Joseph ha chiesto espressamente di Voi.... – mormorò Maria Antonietta, trattenendo a stento le lacrime.

– Come sta il Principe Joseph?

– Non c'è più niente da fare.... I medici si sono dichiarati impotenti dinnanzi alla malattia.... Hanno sentenziato che non vivrà più di due settimane.... E pensare che ha soltanto sette anni....

Dio mi punisce per i miei peccati attraverso mio figlio – pensò, subito dopo, in preda all'amarezza e allo sconforto.

Scambiate queste brevi e dolenti frasi, le due donne si diressero verso gli appartamenti del Delfino, in prossimità dei quali, si udì una concitata voce infantile protestare da dietro a una porta.

– Lasciatemi! Lasciatemi! Non voglio più stare a letto! Fatemi uscire di qui!

La Regina chiese a Oscar di entrare nella stanza del figlio ed ella obbedì. La vista che le si parò innanzi, una volta varcata la soglia, le strinse il cuore, perché il Principino era ancora più pallido e magro di quanto non fosse stato l'ultima volta che si erano incontrati. Quello, nel rivederla, recuperò l'antica vivacità e, sorridendo, esclamò:

– Oscar, portatemi fuori! Voglio andare a cavallo insieme a Voi.... Sul Vostro cavallo, Madamigella Oscar!

– Ma, Principe, non è prudente! – fece notare Oscar.

– Vi prego, esaudite questo desiderio, Oscar... – disse la Regina in un sussurro, pensando che, arrivati a quel punto, nessun comportamento imprudente avrebbe fatto la differenza e che tanto valeva, quindi, accontentare il suo povero figlio.

Un valletto trasportò nel cortile il piccolo Principe che, ormai, non poteva più camminare e, aiutato da Oscar, lo sistemò sul cavallo di lei.

Il destriero cominciò a galoppare nella campagna circostante, facendo sussultare il suo magro carico. Le chiome di Oscar e del Delfino, dello stesso punto di biondo, fremevano al vento e si mischiavano, intrecciandosi e agitandosi nel cielo.

– Vorrei andare a cavallo per sempre.... per sempre.... – sussurrò il bambino, appoggiando il viso al braccio di Oscar mentre perdeva conoscenza.

Oscar arrestò subito il cavallo, scese a terra e depose delicatamente il piccolo sotto un albero, bagnandogli la fronte con un fazzoletto che aveva immerso nel ruscello vicino.

– Vedo che Vi sentite meglio, Principe. Credo che sia il caso di tornare al castello, adesso – sussurrò Oscar, vedendolo rinvenire.

– E' vero, Oscar, che gli Stati Generali vanno a rilento? – domandò il Principe.

La leonessa di FranciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora