13 luglio 1789 - Uno sparo al tramonto

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13 luglio 1789 – Uno sparo al tramonto

Nei giorni successivi alla ripresa del servizio da parte di Oscar, la situazione, a Parigi, non si era acquietata e, anzi, era peggiorata. Il Ministro delle Finanze Jacques Necker, già inviso al Parlamento, alla Ferme Générale e ai notabili per le riforme da lui propugnate, l'11 luglio 1789, era stato destituito, con l'accusa di estrema condiscendenza nei confronti degli Stati Generali. Poiché il Ministro, da rinomato banchiere, era molto esperto di finanza e, in passato, era anche stato estremamente abile, con le sue denunce e i suoi scritti, ad assicurarsi l'ammirazione e il favore del popolo, il licenziamento di lui aveva provocato delle violente sommosse in tutta la capitale.

Erano stati assaliti vari depositi di cibo e di armi e dati alle fiamme molti punti di accesso alla città. I focolai di rivolta spuntavano in ogni dove e, sebbene ci fossero molti soldati di pattuglia, la situazione era ugualmente instabile, perché alcuni di loro avevano disertato, passando dalla parte del popolo mentre degli altri non si conosceva la lealtà. Il Re si fidava maggiormente dei mercenari da lui assoldati contro i quali, però, si scatenava l'odio della plebe, affamata da mesi di carestia e di vertiginosi aumenti del prezzo del grano ed esaltata dall'afa di luglio e dalle ancora più infuocate parole di Camille Desmoulins. Malgrado le esortazioni di Oscar e dell'Assemblea Nazionale, il Re non aveva voluto ritirare le truppe e ciò aveva esacerbato ancora di più gli animi.

In quelle torride giornate, il popolo in rivolta aveva portato in processione alcuni busti effigianti Necker e il Duca d'Orléans e ciò aveva fatto infuriare Luigi XVI, da sempre irritato dalla slealtà del cugino.

Dal giorno del suo ritorno, Oscar, fiutando il pericolo nell'aria, aveva messo sotto stretta sorveglianza tutti i componenti della famiglia reale, scegliendo personalmente, fra le Guardie Reali di cui si fidava di più, coloro che avrebbero accompagnato il Re, la Regina e i Principi nei loro spostamenti dentro e fuori la reggia.

In questa complicatissima situazione, il Re aveva deciso di seguire il consiglio di André e di recarsi, con un piccolo seguito, alle Tuileries, per affacciarsi al balcone e parlare al popolo. Ciò aveva costretto Oscar a organizzare il servizio d'ordine per il viaggio e per il soggiorno parigino di Sua Maestà. La donna era nervosissima, tossiva di frequente e a poco erano valsi i tentativi di André di calmarla. Quella visita parigina fuori programma l'aveva, infatti, messa in seria difficoltà, a causa dei grandi pericoli connessi allo spostamento e per l'esigenza di organizzare il servizio di guardia con un organico ridotto e in un palazzo che conosceva poco.

– Pare che il nostro improvviso rientro in servizio abbia scontentato qualcuno, Comandante – disse Girodel a Oscar mentre l'affiancava a cavallo nel viaggio da Versailles a Parigi.

– Posso chiedere chi è questo qualcuno o sarebbe una domanda retorica? – rispose Oscar, scrutando, contemporaneamente, attraverso i vetri della carrozza, i volti del Re e della Regina che stava scortando. Insieme ai Sovrani, su espressa richiesta di Luigi XVI, viaggiava André.

– Più che retorica, Comandante. Io sono rientrato in servizio due settimane prima del previsto e pare che anche il Vostro ritorno sia stato giudicato alquanto prematuro, in base ai resoconti di chi Vi stava sorvegliando a Lille.

– Che cosa?! – domandò Oscar al suo secondo, con un'espressione che definire stupefatta non sarebbe sufficientemente descrittivo.

– Alcuni uomini Vi tenevano d'occhio a Lille e, in considerazione della vita che Vi conducevate, si era diffuso il convincimento che sareste rientrata a Versailles soltanto dopo la fine dell'estate – spiegò meglio Girodel – e, in effetti, siete tornata all'improvviso, per un motivo del tutto contingente e imprevedibile.

Oscar non poté che dare ragione a Girodel, perché, se i soldati della Guardia Metropolitana non avessero compiuto quell'atto di insubordinazione e non fossero stati condannati a morte, lei, a quell'ora, si sarebbe trovata ancora a Lille a godersi la sua condizione di neosposa.

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