🍂Capitolo 11🍁

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SANEM

Apprezzo molto quello che Can sta facendo per me, le attenzioni che mi da’, i piccoli gesti con cui cerca di riportare alla luce i ricordi della mia estate. Avverto sempre di più che c’è qualcosa di molto profondo che ci lega, qualcosa che sin dall’inizio mi ha sempre fatto dubitare che la nostra sia stata solamente un’amicizia.

“Non sarà perché ti sei innamorata di lui?”

«Credi che mi stia sbagliando? Non eri tu quella che mi faceva dubitare? Aaah, mi confondi sempre!»

«Con chi parli, Sanem?» La voce di Leyla mi distrae, per fortuna, dai miei pensieri.

«Ragionavo a voce alta» le rispondo, cercando di non destare la sua curiosità.

«Potremmo rallentare, per favore?»

«Ma cosa ti sei messa?» le chiedo, guardandola perplessa. Solo adesso mi rendo conto di come si è vestita.

“Ha capito che è un giro in barca?”

«Perché, cosa ho che con va?»

«Ti pare di poter salire su una barca con quei tacchi?»

«Ah! Sì, forse hai ragione, Sanem, ma sono abituata a portarli.»

“Questa ci scalerebbe pure le montagne su quei trampoli!”

«Avresti dovuto metterti più comoda. E poi quel vestito, carino, semplice, ma con tutte quelle piume sembri…»

«Cosa?» mi domanda impostando un tono quasi accusatorio.

“Una gallina.”

«Una ga…» Blocco in tempo le parole che stavano per uscirmi di bocca.

«Avanti, dillo! Lo so che stavi per spararmi uno dei tuoi improperi.»

«Ah, Leyla, finiscila! Dicevo solo che avresti dovuto vestirti in maniera più adeguata ad un giro in barca.»

«Sono a mio agio così. Non m’importunare.»

«Come vuoi. Però, adesso avanza il passo che siamo già in ritardo. Avevamo appuntamento dieci minuti fa al molo e siamo ancora nel quartiere» sbuffo, prendendo per mano mia sorella e cercando di trascinarmela il più velocemente possibile.

«Non correre, Saneeem!» mi rimprovera.

«Ben ti sta!» mormoro.

«Sanem! Leyla!» Da lontano sentiamo qualcuno chiamarci. «Fermatevi! Aspettate!»

“No, no, ti prego avanza il passo! Seminiamolo.”

«Ehi, voi due, fermatevi!» esclama Muzo, raggiungendoci e cercando di riprendere fiato.

«Muzo, non abbiamo tempo da perdere. Siamo di fretta» gli dico seccata. Ci manca solo lui a farci ritardare.

«Dove state andando?»

«Abbiamo un appuntamento» rispondo, per poi pentirmene.

“Apriti cielo!!!”

«Un appuntamento?» domanda incredulo. «Con chi? Con chi hai appuntamento, Sanem? Oh, non dirmi che ti vedi con un uomo!» continua, con fare teatralmente disperato. «Sono un uomo finito! Sanem, mia dea, perdona tutti gli sbagli che ho commesso. Imploro il tuo perdono! Sono qui ai tuoi piedi. Non rifiutarmi. Non abbandonarmi! Non andare via, mia dolce fatina, fata di tutte le fate di tutti i boschi.»

«Smettila, Zebercet!» lo ammonisco, non riuscendo, però, a trattenere una risata.

«Ti faccio ridere?» mi chiede con cipiglio. «È così che tratti i sentimenti di chi ti venera e ti sta donando il proprio cuore?»

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