🍂Capitolo 14🍁

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SANEM

Siamo da poco arrivati a Kayseri, Can ha raggiunto il proprietario dell’hotel per visitare la struttura. Mi ha chiesto se volessi andare con lui ma preferisco non interferire nel suo lavoro; in realtà, lo distrarrei soltanto dopo ciò che è accaduto questa mattina. Non ha smesso un attimo di guardarmi o di tenermi per mano, tranne quando siamo tornati a Göreme per riprendere i nostri bagagli.

Dentro di me sento uno scompiglio pazzesco, delle emozioni che non ho mai provato prima, o che non riesco ancora a ricordare. Durante il tragitto Can mi ha raccontato di come a Tenerife ci siamo avvicinati fino ad innamorarci. Mi sembra di rivedere noi due al gazebo bianco, su uno dei tanti lungomari di Santa Cruz, sulla spiaggia nei pressi di una grotta, sulla barca in mezzo al mare. Mentre raccontava, immaginavo noi due passeggiare mano nella mano, dividerci i croissant, ridere e schizzarci l’acqua mentre facevamo il bagno, stare abbracciati sulla barca e scambiarci baci appassionati.
E arrossisco ripensando al bacio che mi ha dato questa mattina.

“Non era mica un bacio, quello!? Ti ha appena accarezzato le labbra.”

«Non pensavo mica a quel bacio!» dico sorridendo e buttandomi a peso morto sul letto della mia camera.
Ho deciso di non seguire Can anche per potermi riposare. Sono stanchissima.

“Nemmeno l’altro era un bacio. Ti ha praticamente mangiata.”

«È stato bellissimo!» esclamo, non riuscendo a fare a meno di pensare al momento in cui siamo scesi dalla mongolfiera.
Can mi ha presa per mano e sembrava vagare alla ricerca di qualcosa…

«Cosa cerchi?» gli ho chiesto, mentre lo seguivo camminando con lui velocemente.

«Vedrai!» mi ha risposto, ma senza mai trovare ciò che voleva.

Usciti dalla Rose Valley abbiamo preso l’autobus che ci ha riportati a Göreme. Di tanto in tanto, si avvicinava per darmi un bacio, seppure a fior di labbra, facendomi arrossire per l’imbarazzo vista la presenza di altri passeggeri. Scesi a destinazione, ha ricominciato a trascinarmi come un animale disperato, facendomi però ridere per il suo modo di sbuffare. Finché non ha trovato l’oggetto del suo desiderio trascinandomi all’interno di una cava e dove si è fiondato come un affamato sulle mie labbra.

“Come un cavernicolo!”

«Mmm!» esclamo, estasiata ancora da quel momento.

Non mi ha nemmeno dato il tempo di rendermi conto di cosa stava succedendo. Mi sono ritrovata con la sua bocca sulla mia che stavolta non è stata per niente delicata. La sua lingua ha trovato subito accesso alla mia a causa delle mie labbra semiaperte per il fiatone. Intuendo che io non ci stavo capendo più niente si è poi fermato, facendomi però uscire un lamento.

«Perdonami, ero impaziente di baciarti come si deve, ma forse ho perso il controllo!» mi ha detto sorridendo.

«Mi hai presa alla sprovvista, ma se vuoi puoi rifarlo, magari lentamente.»

“Sfacciata!”

Non se l’è fatto ripetere un’altra volta. Le sue mani hanno circondato il mio viso mentre le sue labbra si sono nuovamente schiuse sulle mie travolgendomi con la loro morbidezza. È stato un bacio dapprima intenso, un aggrovigliarsi di labbra, per poi sfociare di nuovo in un bacio passionale ma delicato, non più irruente ma coinvolgente, un rincorrersi di lingue e respiri. Mi ha stretta fra le sue braccia e ho potuto sentire tutta l’intensità dei suoi sentimenti, il trasporto attraverso la sua mano che scivolava tra i miei capelli fino a sostenermi la testa e a farmi praticamente perdere i sensi.

“Sei stata unica! Svenire durante un bacio…”

«Mi ha sopraffatta.»

“Menomale che ti sei ripresa subito. Poverino, è rimasto con la lingua nella tua bocca inanime!”

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