"Ancora una serie da 15 ed abbiamo finito. Forza!" esclama Matt, il mio personal trainer, mentre le mie mani sudate lasciano lentamente la presa sul bilanciere davanti alle mie gambe.
"Aggiungiamo altri 2kg per lato" continua sistemandosi velocemente i capelli corti e scuri, voltandosi poi verso lo specchio davanti a noi per prendere altri due dischi in ghisa.
"Non credo di farcela, Matt" sussurro osservandolo, quasi pregandolo con gli occhi, mentre i miei polmoni cercano di prendere ossigeno con dei profondi e lunghi respiri. Con una mano porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro, che sento appiccicarsi per il sudore lungo le tempie.
L'orologio sopra l'immenso specchio a parete segna le 20 in punto, tra un sospiro e l'altro riporto lo sguardo sulla barra del bilanciere, già carica e messa in sicurezza con le maniglie ai lati dei dischi.
"Forza. Ancora dieci secondi di recupero e ripartiamo" continua lui, ignorando la mia lamentela. Guarda con i suoi occhi fissi il piccolo cronometro che ha in mano, la mascella serrata per la concentrazione, mentre l'altra è appoggiata sul suo fianco per bilanciarsi.
Rimango in silenzio e trovo di nuovo la concentrazione: ancora un piccolo sforzo ed ho concluso l'allenamento della settimana.
Tiro nuovamente un sospiro, esausta, mentre mi guardo allo specchio inclinando la schiena e allungando le braccia per stringere saldamente l'attrezzo davanti a me, nonostante il sudore.
Rifletto mentalmente.
Forza Mi, sono solo 45kg da sollevare, e poi hai concluso, mi incoraggio con ironia, mentre Matt mantiene ben salda la mia concentrazione urlando un "Via!", facendo così partire il cronometro per 60 secondi.
Mantengo l'equilibrio e puntando i talloni a terra sollevo il bilanciere, mantenendo le braccia tese e la schiena dritta; nella mia testa non vi è alcun pensiero, solo pura determinazione.
Così mi succede ogni volta che entro in palestra; riesco ad avere il mio momento di stop, dove posso disinnescare il cervello da tutto, e rimango solo io. Tutte le persone intorno a me sembrano dissolversi in una nube di vapore bianco, isolandomi. Ci sono solo io, con il mio attrezzo e nient'altro.
Il mio corpo è in tensione, riflesso nello specchio. Il mio set nero della Nike mi cinge saldamente il petto e le gambe, permettendo di potermi guardare ogni muscolo irrigidito, simbolo di tutta la fatica fatta fino ad adesso per migliorare il mio corpo e stare bene con me stessa.
L'allenamento per me è fatica, sudore, ma soprattutto una cura, una terapia di cui non posso fare a meno.
"E... stop!" esclama Matt, dandomi il segnale della fine del timer e del mio allenamento. Torno con la testa alla realtà, il mio momento di isolamento termina e sento tutta la fatica prendere posto nel mio corpo. Lascio andare tutto il peso che fino a poco fa era così pesante sulle mie braccia, provocando un fastidioso tonfo sul pavimento in gomma morbida.
"Perfetto Mina, sei stata grande!" mi incoraggia Matt, dandomi un'amichevole pacca sulla spalla ed abbassandosi per aiutarmi a sistemare i pesi.
Riprendo fiato, con le mani sui fianchi alzo il viso al cielo verso il soffitto e respiro a pieni polmoni.
"Grazie, è stata una settimana stancante, sono felice di aver finito" rispondo, affiancandolo e sfilando uno dei dischi da 10kg dalla sbarra. Raggiungo Matt poco più avanti alla piccola struttura in ferro su cui poi appoggio i dischi. "Abbiamo finito, ti risparmio il cardio finale, ti vedo abbastanza provata" sorride consapevole che non sarei di certo sopravvissuta ad altra fatica.
"Che fai di bello stasera?" mi domanda curioso, mentre raccolgo la mia borraccia d'acqua e avvolgo il mio piccolo asciugamano intorno al collo, sudata.
"Stasera vado a ballare con una mia amica, la consideriamo una degna e meritata ricompensa dopo questa settimana molto pesante" rispondo incamminandomi verso la porta principale che porta agli spogliatoi, attraversando la sala fitness in mezzo agli attrezzi.
Soffermo velocemente il mio sguardo, e noto che è particolarmente piena rispetto ai soliti giorni; ci sono persone di tutte le età, impegnate a non mollare la sessione di allenamento, mentre il sudore circonda i loro corpi affaticati.
"Al Faro?" mi domanda, affiancandomi e mantenendo il mio passo mentre sistema il suo cronometro in tasca e nell'altra tira fuori il suo cellulare.
Annuisco sorridente. "Sì esatto, ci andiamo ogni tanto quando abbiamo bisogno di divertirci e di ascoltare musica commerciale" dico, consapevole della notorietà del locale. È un posto molto chic dove viene richiesto un certo attitude e vi sono alcune pretese da parte dello staff, in particolare sull'outfit da presentare. Non mi ritengo una persona di quel calibro, anzi, sono una ragazza senza troppe pretese, ma ammetto che ogni tanto mi piace mettermi in tiro, prepararmi per un evento molto diverso da quello che il mio look mi invita a fare durante la settimana.
"Bene. Allora ti lascio alla tua super serata!" esclama, alzando il viso ed incrociando il mio sguardo con un sorriso. "Se hai bisogno di qualche dritta mi trovi in sala come sempre" termina, dandomi un'altra pacca sulla spalla con un sorriso ampio.
"Grazie, buona serata" annuisco con il capo ricambiando il suo sorriso, mentre la mia coda di cavallo oscilla dietro la mia nuca.
Guardo Matt per un istante, mentre si allontana e torna nuovamente in sala fitness, sommerso tra i macchinari. Il suo fisico scolpito e definito si fa strada, la maglietta arancione con il logo della palestra evidenzia ancora di più le sue scapole e la sua schiena muscolosa, mentre un paio di shorts da basket oscillano sulle sue gambe, rispettando i suoi passi lunghi e decisi.
Tiro un altro sospiro, prima di salire le scale e percorrere il corridoio che mi accompagna fino agli spogliatoi, poco affollati. Saluto le poche donne presenti, troppo impegnate a parlare dei loro figli per accorgersi del mio ingresso, ma va bene così.
Mi dirigo al mio armadietto, in basso a destra ed una volta rimosso il lucchetto con il mio codice portafortuna, cerco nello zaino nero in mio telefono, disperso in qualche tasca interna per la troppa fretta con cui sono arrivata.
Riesco finalmente a trovarlo, sblocco lo schermo ed il primo messaggio che attira la mia attenzione, è proprio quello di Isabella, per la serata che ci aspetta.Da: Isa
"Mi, per le 22:30 sono da te, non fare tardi come al tuo solito"
"Mi, ma che ti metti stasera? Io sono in crisi"Sorrido, dal centro notifiche del mio iPhone 12 apro la sua chat, dove oltre ai messaggi precedenti, mi arrivano anche un paio di foto dei suoi look.
Isa é una di quelle ragazze che non apprezza mai il suo potenziale. Ha lunghi capelli castani, illuminati da qualche ciocca più chiara, accuratamente arricciati con la piastra che le donano un effetto leggermente mosso che la valorizza ancora di più.
Il primo outfit è allo specchio, dove una gonna nera le avvolge i fianchi larghi e sinuosi, marcando ancora di più questa parte del corpo ed un piccolo top bianco a brillantini con maniche corte in tulle, a sbuffo. Ai piedi un paio di stivali alti fino al ginocchio che le stringono leggermente le gambe, slanciandola maggiormente.
Il secondo la raffigura con una coda molto alta ben pettinata ed un tubino leggero color mattone con maniche a tre quarti che le fascia il corpo, arrivando fino a metà coscia. Questa volta ai piedi ha un paio di texani neri laccati, che rendono il suo look un po' più sportivo e comodo.A: Isa
"Il secondo, stasera tornerai a casa con la fila"le rispondo sorridendo divertita, prima di posare nuovamente il telefono nello zaino e cambiarmi velocemente.
Indosso di fretta la mia felpa larga nera che mi copre fino alle cosce, mi cambio le sneaker ed una volta sistemati i pantaloncini prendo lo zaino su una spalla e mi dirigo a passo svelto verso l'uscita.
Scendo velocemente le scale, guardando un'ultima volta la palestra prima di spingere la porta d'uscita.
Mi avvio alla macchina, la mia Opel Adam rossa e sblocco un'ultima volta lo schermo.
Sono le 20:30, devo ancora cenare, farmi una doccia e prepararmi da zero... sicuramente Isa mi ammazzerà...
Sospiro, mettendo in moto la vettura e pregando silenziosamente il regno dei cieli affinché mi faccia arrivare a casa nel meno tempo possibile.
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Obsessed
FanfictionÈ un venerdì sera come tanti, di fine estate, dove il sole tramonta tardi e si sente ancora la voglia di relax. Un venerdì in cui Mina, terminata l'ennesima settimana faticosa di lavoro nel suo piccolo ufficio in periferia come impiegata logistica...