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Appena raggiungiamo l'uscita di emergenza vengo avvolta avvolta da una cappa di fumo così fastidiosa dal farmi trattenere il respiro per qualche secondo.
Non mi abituerò mai all'odore soffocante ed impregnante della nicotina e tabacco.
Arriccio in naso e strizzo gli occhi infastidita, mentre con una mano proteggo le mie narici e cerco di recuperare quanta più aria pulita possibile in una zona fumatori.
Max abbandona con un agile gesto i miei fianchi per farsi spazio ed attraversare la soglia insieme a me, sfilando dalla tasca anteriore una sigaretta da un piccolo pacchetto da dieci insieme all'immancabile accendino.
Seguo il biondo mentre cerca il primo angolo disponibile, per posizionarsi con la schiena contro la parete che guarda proprio davanti all'entrata, permettendogli di avere una visuale sulla piccola veranda colma di gente ed allo stesso tempo sulla pista.
La sbalzo di temperatura tra i due ambienti sembra volermi schiaffeggiare con arroganza, mentre il mio corpo cerca di abituarsi ad un clima il freddo rispetto alla cappa di calore che protegge il resto del locale.
In silenzio affianco Max, giocando nervosamente con le mie mani rendendomi conto di essere forse l'unica persona presente a non avere alcun tipo di sigaretta intrappolata fra le labbra, o in mano pronta all'utilizzo.
Max interrompe i miei pensieri, indicandomi il pacchetto che tiene agilmente aperto con le dita.
"Ne vuoi una?" mi domanda porgendolo con un sorriso,
mentre le sue labbra carnose tengono il filtro bel saldo tra di esse per non farlo cadere.
Guardo il suo viso e successivamente il pacchetto aperto, di cui riesco a contarne velocemente il contenuto: 9.
Come se volessi prendere tempo, come se stessi davvero valutando la possibilità di voler provare, nonostante io sia perfettamente consapevole di quanto non mi piaccia.
Mia madre fuma da quando aveva 14 anni, sono letteralmente cresciuta in una casa dove quotidianamente vengono consumate almeno 3/4 sigarette, eppure il ritrovarmi faccia a faccia con una di loro, quando solitamente ne sono partecipe respirandone il solo fumo, mi disorienta, mi agita.
Faccio un no con il capo, abbassando lo sguardo imbarazzata. "No, grazie... non fumo, ricordi?" rispondo quasi mordicchiando le parole mentre mi mordo il labbro indecisa, per poi disattivare completamente il cervello appena scorgo Max accendere la sua.
Max riceve le mie parole come uno schiaffo immaginario, che gli ricorda del nostro incontro in questo posto, e successivamente al distributore.
"Certo che mi ricordo" afferma facendo spallucce. "Te l'ho chiesto nel caso volessi provare il brivido" ridacchia lui facendo ballare la sigaretta ancora fra le labbra.
La copre con entrambe le mani a cucchiaio, tenendo insieme il pacchetto e l'accendino fra le dita, premendo poi sull'apposito grilletto in plastica fino ad illuminarne l'estremità, che brucia incandescente ai miei occhi.
Max tira un lungo respiro, lasciando che la nicotina entri a pieno nei suoi polmoni, ora gonfi come il suo petto.
La sigaretta brucia velocemente sotto ai nostri occhi, mentre le sue dita sfiorano appena le labbra per rimuoverla agilmente e tenere il filtro ben saldo tra il dito indice e medio, abbassando il braccio lungo il corpo.
Mi godo consapevole tutta la scena, trovando questo movimento maledettamente sexy su di lui.
Max non dice nulla; mette in tasca l'accendino ed il pacchetto ancora nelle sue mani, per poi sollevare il capo all'insù e soffiare fuori il fumo dal naso e contemporaneamente dalla bocca, ora leggermente socchiusa, che continuo a fissare insistentemente.
Le sue labbra lasciano uscire una quantità indecifrabile di fumo che si addensa davanti al suo viso, mentre incantata come un serpente dal suo domatore lo osservo attentamente salire verso il soffitto fino a dissolversi.
Wow.
Max si accorge con la coda dell'occhio del mio sguardo e si appoggia con la schiena lungo il muro alle nostre spalle, sollevando la gamba destra e appoggiando il piede sul cemento freddo, sorreggendo il suo peso.
Tace anche lui per qualche secondo, poi mi guarda.
"Vuoi provare?" mi chiede Max sorridente, mentre fa scorrere agilmente la sigaretta nelle sue mani fino a raggiungere il mio volto, invitandomi ad afferrarla.
La tiene ben salda fra le dita davanti al mio naso; il solo odore nauseante e molto forte arriva diretto senza scorciatoia alle mie narici, invadendole con prepotenza.
Trattengo il fiato senza farlo notare fino a quando riesco a sopportarlo, ancora convinta a rifiutare il contatto.
Lascio passare una manciata di secondi dalla proposta di Max, percependo quel piccolo picchio di curiosità che mi travolge, affiorando piano piano nei miei pensieri.
Ma sì, dai, solo un singolo tiro, giusto per non passare per la principessina schizzinosa.
Che vuoi che sia?
Mh, già.
Dopotutto è solo un tiro... niente di più.
Non c'è bisogno di agitarsi come una ragazzina alle prime armi.
Eppure, sono combattuta.
Ho provato a fumare molti anni fa alle scuole medie, con scarsi risultati ed un sapore di tabacco così fastidioso dal farmi venire un conato di vomito.
Il solo ricordo così indelebile mi fa ragionare su quanto non mi sia piaciuto né l'odore, né il retrogusto amaro.
É vero avevo solo 12 anni, ero una ragazzina, sicuramente molto acerba ed immatura per queste cose.
Ma ora, sono qui, davanti a Max... quasi tentata; un tiro veloce ad una sigaretta non sarà così complicato, no?
Mi lascio velocemente convincere dalle mie stesse parole, così allungo appena il collo fino a intrappolare il filtro umido dalla bocca di Max nella mia.
Mantengo consapevolmente lo sguardo sulla sigaretta e sulla sua mano ancora ferma davanti a me, forse per il troppo imbarazzo di alzare gli occhi ed incontrare i suoi.
"Oh" sussurra il biondo sussultando, decisamente non aspettandosi questa mia reazione. "Ottima presa" continua lui togliendo le dita così vicine al mio viso.
Trattengo imbarazzata un sorriso per paura di far cadere il filtro, mentre Max mi spiega come inspirare ed espirare senza deglutire il fumo ed intossicarmi.
Siamo io e te, sigaretta.
A noi due!
La tengo fra le dita, le stesse che ha scelto Max, mentre premo fra di loro la piccola sigaretta tiepida, mentre una linea di fumo astratta ed imperfetta di fa strada verso il cielo. Max inizia poi a gesticolare sistemandosi i capelli, agitando poi le mani in aria mentre io lo ascolto attenta.
"É molto semplice" inizia deciso. "Devi inspirare e trattenere il fumo all'interno dei polmoni per poi espirare e buttare tutto fuori" spiega come se avesse a che fare con un bambino, con tanto di dimostrazione fisica che mi fa sorridere sotto ai baffi, divertita.
"Non ingoiare, buttalo semplicemente fuori" termina proprio mentre il mio viso si impegna più che può ad inspirare un piccolo tiro, per poi incrociare all'istante il suo sguardo malizioso e scoppiare a ridere al suo doppio senso, facendo così cadere a terra la sigaretta.
Istintivamente inizio a tossire con qualche colpo senza ossigeno, vedendo il fumo uscire dalla mia bocca a singhiozzi per non aver trattenuto il respiro ed essere scoppiata a ridere così all'improvviso.
Max mi segue a ruota, rendendosi conto delle sue parole. "Okay, forse questo non era da precisare" commenta ridacchiando insieme a me mentre si inginocchia per raccogliere da terra la sigaretta e buttarla al primo cestino disponibile poco distante, essendo ormai inutilizzabile avendo toccato il pavimento calpestato da chissà quante persone prima di noi.
Mi riprendo dopo aver ripreso fiato ed il mio respiro torna di nuovo regolare, sentendo il sapore del tabacco in ogni centimetri della mia bocca, amaro, secco.
Lo guardo riavvicinarsi dispiaciuta. "Ti ho fatto sprecare una sigaretta, mi dispiace" gli faccio notare, sentendomi in colpa.
Max fa spallucce inarcando la bocca verso il basso, dicendomi di non preoccuparti.
"Tranquilla, è solo una sigaretta" mi rassicura Max sorridendo dolcemente, mettendo una mano sulla mia spalla ed accarezzando la pelle nuda.
Imbarazzata mi guardo intorno, notando qualche sguardo dei presenti così curioso su di me e sulla mia reazione in mezzo a così tanti esperti sul fumo.
"Ne ho altre nove nel pacchetto pronte al consumo. E poi, é stato molto divertente" continua lui mantenendo un tenero sorriso, mentre i suoi occhi brillano e sorridono insieme alla sua bocca.
La mano di Max così calda e vellutata sembra ormai così familiare sulla mia pelle; la mia spalla accoglie con così tanta tranquillità il suo tocco che ormai il mio corpo lo percepisce come una dolce carezza.
Gli sorrido, curiosando in giro con lo sguardo, immobilizzandolo all'istante alla vista di Charles che con
mia sorpresa oltrepassa l'ingresso della sala fumatori, poco distante dal muro a cui siamo appoggiati.
Cosa ci fa qui Charles?
L'espressione perplessa e stupita sul mio viso è inevitabile e non provo neanche a contenerla. Max infatti mi guarda confuso ed allunga lo sguardo davanti a sé, e quasi come un'assurda coincidenza appena alle spalle di Charles, sbuca un Lando particolarmente sorridente e con la camicia leggermente più sbottonata di prima, affiancato da una ragazza sconosciuta dai capelli biondo scuro che ride divertita insieme a lui.
Deve essere lei la tanto attesa figura di cui parlava al bancone per cui ha ordinato il drink così frettoloso.
Entrambi infatti tengono in una mano un bicchiere ormai a metà, contenente un drink che ricorda un Mojito probabilmente carico, in quanto riesco a riconoscere le foglie di menta spiccare nel bicchiere in contrasto con il ghiaccio freddo che ne appanna il vetro.
Lando cerca ed incontra subito lo sguardo di Max, che senza esitare gli va incontro, accogliendolo con un cinque amichevole, sorpassando Charles e facendo scontrare le loro spalle.
Il loro contatto crea in me un vuoto allo stomaco, misto ad un momento di panico che mi taglia il respiro. Nessuno dei due sembra però farci troppo caso, tranquillizzandomi poco dopo. Cosa dovevo aspettarmi, una rissa animata come nei film americani?
Per quale assurdo motivo poi?
I due infatti non si guardano nemmeno, come se non si fossero accordi dell'attrito fra di loro. Iniziamo a parlare tra di loro, e Lando provvede subito a presentare la bionda a Max, si stringono le mani e scambiamo qualche parola di circostanza, conoscendosi appena.
Max indica alle sue spalle la mia presenza in lontananza, ed alla vista di Lando, incontrando il suo sguardo, alza una braccio aprendosi in un ampio sorriso, salutandomi agitando la mano in aria, mentre la bionda si limita a sorridermi. Ricambio ad entrambi, dondolandomi sui talloni sentendomi improvvisamente abbandonata.
Rimango in disparte, per quanto io possa avvicinarmi decido di non farlo, catturata da un'altra presenza.
Sposto con fretta lo sguardo sul biondo, poco distante da loro, che non volta nemmeno il capo per curiosare.
Charles rimane impassibile nella sua posizione, appoggiato con la schiena contro la parete che si specchia alla mia, trovandoci uno davanti all'altro; lo osservo, distante neanche una manciata di metri dalla schiena di Max che ora mi da le spalle, con in mano un bicchiere d'acqua che sorseggia guardandosi intorno.
Forse una breve pausa dal lavoro, mi dico da sola.
Nonostante Max sia totalmente rapito da Lando, così immerso nella conversazione su chissà quale argomento, non perde occasione di voltarsi per assicurarsi che io sia ancora qui, dove mi ha lasciato poco fa.
Non posso non notare quanta cura ed attenzione abbia nei miei confronti, tanto dal sentire il mio volto arrossire ed il mio petto avvolgersi da improvviso calore.
Max mi cerca con lo sguardo e trova subito i miei occhi che osservano la scena da lontano, come uno spettatore.
Ci sorridiamo imbarazzati, mentre abbassa il capo e torna a rivolgere la sua attenzione a Lando.
Quest'ultimo si sporge verso di lui, come a voler sussurrare all'orecchio di Max qualcosa che a quanto pare mi coinvolge, perché di colpo si volta ed a passo svelto torna verso di me.
Si avvicina al mio orecchio, come a volermi confidare un segreto. "Lando ha bisogno di una solida spalla per la ragazza al suo fianco. Mi ha supplicato di seguirlo per un drink, vuoi unirti a noi?" domanda gesticolando con le mani, indicandomi i due poco distanti che ora ballano allegri sul posto a ritmo di Despacito di Luis Fonsi.
Ascolto le parole di Max mantenendo lo sguardo a vuoto su Charles, che osserva a sua volta la scena, silenzioso.
Rivolgo i miei occhi verso Lando e la ragazza, comprendendo al volo del perché io sia stata tagliata fuori dai loro discorsi: vuole semplicemente un supporto dal suo amico per poter fare bella figura davanti a lei.
Li guardo sorridendo, trovandoli così dolci e carini che il solo pensiero di unirmi a loro so già che creerebbe in me così tanto disagio ed imbarazzo dal non riuscire a godermi a pieno la compagnia.
Mi avvicino al suo orecchio mantenendo fisso lo sguardo su Charles, rispondendo a Max alzandomi sulle punte per raggiungerlo quando possibile.
Sento ancora quella sensazione di nausea e stonato sotto sopra dovuto dal saporaccio della sigaretta, che mi rassicura nel rimanere esattamente dove sono.
"Grazie, preferisco rimanere qui ancora qualche minuto per respirare un altro po' di nicotina" commento ridacchiando, rifiutando gentilmente il suo invito.
Max annuisce, comprendendo le mie parole. Si accorge dello sguardo di Charles dai miei occhi puntati su di lui, tanto dal voltare il viso e riportarlo su di me, forse intuendo il vero motivo per cui io voglia rimanere qui.
Mi mordo il labbro impaziente, aspettando che Max dica qualcosa, sentendomi in colpa per la mia scelta.
Lui sembra meditare sulle mie parole, poi mi risponde.
"Okay, nessun problema. Ti trovo sempre qui?" mi domanda alternando lo sguardo su di me, a Charles che in tutto questo rimane immobile, ora concentrato sul suo cellulare apparso magicamente dal nulla.
Tiro un sospiro di sollievo, notando che la sua attenzione è ora fossilizzata su altro al di fuori di me.
"Certo"' confermo sorridendo a Max, annuendo.
Ricambia il mio sorriso, prima di avviarsi mentre lo osservo voltarsi per raggiungere Lando e la sua accompagnatrice.
Vedere il volto di Lando così luminoso e sorridente contagia anche me; la ragazza al suo fianco é bellissima. I suoi capelli biondo scuro sono onde morbide che sembrano così lucide e vellutate al riflesso delle luci colorate dalla sala da ballo scontrandosi con quelle fredde della zona fumatori.
La sua pelle così compatta e perfetta mi lascia senza parole, così come il suo trucco intatto e quasi di porcellana. Il suo corpo è stretto in un set nero di velluto che le faccia il petto a cuore ed una culotte coprente a vita alta dello stesso materiale le copre la parte inferiore; sopra di essi una maglia lunga ad effetto retina nera che solletica le sue cosce, brillando insieme al suo illuminante sugli zigomi.
I suoi denti perfetti appaiono appena Lando esclama qualcosa di così divertente dal non riuscire a trattenersi, mentre nelle sue mani il Mojito ghiacciato si muove seguendo il ritmo della musica.
Osservandola così attentamente non posso che apprezzare il suo fisico, così scolpito, snello e slanciato, complimentandomi con i gusti di Lando.
Li guardo curiosa fino a quando non si dissolvono fra la folla illuminata dalle mille luci colorate, ed appena li perdo di vista, mi accorgo con la coda dell'occhio che Charles ha ancora gli occhi puntati su di me.
Cerco con codardia il mio telefono riposto nei pantaloni nella tasca posteriore, come a volermi rifugiare in esso per cercare con razionalità di provare a gestire con quanta più calma possibile la presenza costante di Charles proprio davanti a me.
Mi affretto a sbloccare velocemente lo schermo con le mani fredde e tremolanti, notando un paio di chiamate perse di Isa, ed un messaggio di Charles non letto.
Mi sembra tutto un brutto scherzo.
Forse sono vittima di una candid camera?
Il mittente di ciò che contiene questo messaggio è esattamente qui davanti a me, in piedi che mi guarda, come curioso di vedere la mia reazione in diretta; deve averlo inviato proprio ora, perché senti i suoi occhi esaminare con estrema cura ed attenzione ogni singolo centimetro del mio corpo.
Cerco di mantenere la calma, evitando qualsiasi distrazione e mantenendo con decisione gli occhi sullo schermo. Deglutisco a fatica sentendo improvvisamente la gola secca, fastidio che non riesco ad illudermi di poter attribuire a quel maledetto tiro di sigaretta.
Leggo il messaggio, sperando di riuscire ad alleggerire questo senso di eccitazione ed imbarazzo che mi provoca la sua presenza, peggiorandola ulteriormente:

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