Trovare un sessuologo di cui ci potessimo fidare fu un'impresa ardua. Dopo l'esperienza in ospedale, Paulo aveva le sue riserve sui medici, che anziché rispettare il segreto professionale s'impicciavano della sua vita, mischiando la professionalità con la fede calcistica.
Affrontare un tema già di per sé delicato con la persona sbagliata avrebbe potuto compromettere la sua immagine per sempre, la società considerava ancora il sesso come un tabù, e se il popolo giallorosso fosse venuto a conoscenza degli aspetti intimi della sua vita ne sarebbe nato uno scandalo senza precedenti, e saremmo finiti sulla bocca di tutti.
A conti fatti, ci rivolgemmo ad un ragazzo molto presente sui social, che grazie a questi ultimi avevamo avuto modo di conoscere e analizzare. Ci sembrò discreto e disposto ad aiutarci, nonché molto aperto mentalmente.
Sin da subito ci trasmise tranquillità, premettendo che nel suo studio non saremmo mai stati giudicati, e tantomeno avremmo dovuto farlo tra di noi, il che rappresentò la parte più difficile delle sedute.
Ci volle un po' per raccontargli i nostri pregressi, intimoriti com'eravamo c'impiegammo più del dovuto, ma era strettamente necessario affinché potesse aiutarci nel migliore dei modi.
Fui costretta ad ascoltare alcuni aspetti inediti della sofferenza di Paulo, come d'altra parte dovette fare lui con me. Non avevo mai voluto conoscesse nei dettagli come avevo vissuto l'esperienza dell'aborto e i rapporti che avevo avuto con il padre di Paulino, ma non potei ignorarli.
"Se non te ne liberi non sarai in grado di affrontare lo step successivo" mi disse Ludovico, il dottore.
Avevo gli occhi lucidi ma seppi mascherarlo, eravamo seduti su un divano di pelle marrone, accoccolati l'uno tra le braccia dell'altro. Ci aveva chiesto di accomodarci come quando passavamo del tempo in casa, davanti al televisore.
"Ero andata in overdose volontariamente, non avevo idea di essere incinta, non mi ero minimamente accorta di non avere più le mestruazioni, ero così presa da quello che stava succedendo da non averci prestato attenzione. L'ho scoperto a seguito del mio ricovero in ospedale, dopo che avevo già mandato via Paulo, per sempre. Sapevo che la gravidanza era a rischio, e che a causa della mia dipendenza anche il feto l'aveva sviluppata, dunque eravamo in due a combattere l'astinenza, in un unico corpo. Stavo malissimo ma lottavo, per l'uomo della mia vita e per nostra figlia. Una mattina mi sono svegliata, iniziavo a sentirmi meglio, ma la bambina evidentemente no. Mi sono ritrovata in una pozza di sangue, gocciolava per terra, e a farmi sobbalzare sono stati i dolori lancinanti provocati dal mio utero che si contraeva. Mi hanno portato d'urgenza il sala operatoria, cinque medici diversi hanno tentato di salvarla ma non c'era più battito, era morta, e l'unica cosa che mi rimaneva da fare era spingere quando sentivo la contrazione arrivare. Io l'ho vista, ho visto il suo corpicino deformato e ho chiesto di poterla tenere tra le braccia almeno una volta prima che la portassero via"
Dybala si tenne la testa tra le mani, singhiozzando così forte che ad un certo punto pensai non riuscisse più a prendere aria. Ludovico gli diede dell'acqua, e lo obbligò ad esprimere quello che sentiva, perché se lo avesse tenuto per sé lo avrebbe distrutto ancora una volta.
"Una merda, mi sento una merda per averle fatto del male e aver preteso si comportasse normalmente dopo aver affrontato tutto questo, da sola. Non avrei dovuto costringerla a venire a letto con me, mai, invece l'ho fatto e adesso non riesco a perdonarmelo"
"Respira Paulo, respira con me" lo invitò.
"Continua, Eva"
"Come?"
Ero confusa, non volevo ferirlo ulteriormente.
"Continua il racconto, parlami della gravidanza successiva. Se non lo fai adesso non ci riusciremo più, lui sta bene, ce la sta facendo"
Lo guardai, e annuì seppur i suoi occhi fossero ancora un fiume in piena.
"Avevo conosciuto il padre di mio figlio in conservatorio, era più piccolo, aveva diciannove anni al tempo degli avvenimenti. Mi vedeva come un esempio, io ne avevo ventiquattro, sapevo fosse sbagliato ma sono sempre stata attratta dalle cose difficili. Non stavamo insieme, non eravamo una coppia ma soltanto amici che amavano stuzzicarsi. Il nostro è stato un tira e molla continuo, volevo solo andarci a letto, e dopo un po' ci sono riuscita. La prima volta è filata liscia, poi sono passati mesi prima che accadesse di nuovo, nel frattempo mi sono laureata e ci siamo allontanati. Quando ci siamo rivisti non siamo riusciti a contenerci, lui in particolare, ha sfilato il preservativo senza che me ne accorgessi, me lo ha detto soltanto due settimane dopo, ed era troppo tardi per il contraccettivo d'emergenza. Ho avuto delle false mestruazioni, mi hanno poi spiegato che è normale nella fase iniziale, quindi non mi sono preoccupata, ma il mese successivo ho fatto il test ed era positivo. Quando lui lo ha saputo è semplicemente scomparso, mi ha intimato di non contattarlo mai più e così ho fatto. Mi sono ritrovata da sola davanti ad un bivio, non ero certa di essere pronta ad affrontare una gravidanza senza nessuno accanto, ma dopo aver subito l'allontanamento di Jessica e la morte di Anita non sono riuscita a tirarmi indietro"
"C'è qualcosa del parto che ti ha turbato?" mi domandò.
"La violenza ostetrica è più diffusa di quanto si pensi, le esperienze che avevo vissuto precedentemente erano totalmente differenti ed imparagonabili. Il primo è stato un cesareo con anestesia totale, nel secondo i miei pensieri erano altrove, ma nell'ultimo ci sono state delle cose a cui lì per lì non ho fatto caso, ma che successivamente parlandone con le mie amiche mi hanno dato modo di riflettere"
"Rifletti molto tu, eh? Vuoi sempre razionalizzare tutto"
Mi aveva capita, più di quanto mi aspettassi.
"Sì, lo fa sempre" rispose il mio lui.
Aveva ragione Ludovico, si era ripreso, non era più così agitato.
"Scusami se non mi soffermo su di te Paulo, ma da quello che mi avete detto il blocco è soprattutto in lei, e in questa prima fase è importate capire da dove provenga"
Annuì sorridendo, era sereno.
"Di cosa avete parlato tu e le tue amiche?"
"Della manovra di Kristeller"
Rabbrividii al solo ricordo.
"Ne sai qualcosa?" si rivolse a Dybala, che in risposta scosse il capo.
"Detta in maniera semplice, si tratta di spingere con forza sul ventre per favorire l'uscita del bambino. È fortemente sconsigliata, provoca un dolore molto forte nella madre e potrebbe essere rischiosa per il bambino"
"Per altro, non ho eliminato spontaneamente la placenta, dunque hanno dovuto rimuoverla, e lo hanno fatto senza anestesia. Ho provato a chiedere degli analgesici, ma mi hanno negato anche quelli"
"Ma che cazzo.." sussurrò al mio fianco.
"È per questo che non lasci che ti poggi il palmo sulla pancia come avevo sempre fatto?"
Sospirai.
"Oi" si voltò verso di me e afferrò le mie mani, stringendole forte.
"Non ti giudico, te l'ho promesso" aggiunse.
Trovai il coraggio di confermare il suo sospetto, e la prima cosa che feci fu sussurrare un "mi dispiace". Sentivo l'impellente e continuo bisogno di scusarmi per la mia chiusura nei suoi confronti, con la consapevolezza che avrei dovuto delle scuse anche a me stessa, per il rifiuto di affrontare degli aspetti spinosi del mio passato.
"Da quando vi siete ritrovati hai sempre avuto difficoltà nel fare sesso? Oppure è subentrato successivamente?"
"L'amore, noi facciamo l'amore dottore" s'intromise Paulo.
Ludovico sorrise, restando stupito dalla sua affermazione. Forse lo intenerimmo, o semplicemente lo fece ridere il fatto che fossimo due inguaribili romanticoni.
"La prima volta eravamo così emotivamente coinvolti che mi sono dimenticata di tutto, lo abbiamo fatto ripetutamente e non ci saremmo fermati se non ci fosse stato mio figlio nell'altra stanza che scalpitava per aprire i regali di Natale. Era la mattina del 25 dicembre"
Non mi diede il tempo di finire, il numero ventuno parlò ancora una volta: "Dopo abbiamo avuto dei mesi tormentati, io continuavo a vivere con la mia ex, ed eravamo sessualmente attivi. Ho fatto degli errori, tra i quali una nottata con una ragazza molto più giovane, che suppongo abbia inciso, perché mi è stato rinfacciato più volte"
Non avrebbe potuto esprimerlo meglio, era importante per me che attraverso un processo di autocoscienza avesse colto i punti deboli della nostra relazione, che avevano inevitabilmente segnato il corso delle cose.
"Se siete arrivati da me oggi, sicuramente avrete avuto modo di discuterne. Vorrei sapere cosa vi siete detti e cosa invece tenete ancora nascosto"
Lanciai uno sguardo con la coda dell'occhio a Paulo, e mi accorsi stesse facendo lo stesso. Stetti in silenzio perché non avevo voglia d'iniziare quella conversazione per prima, avevo scoperto gran parte delle mie carte, desideravo che venisse fatto lo stesso dall'altra parte affinché riacquistassi un minimo della sicurezza che possedevo prima di rivelare i miei segreti.
Dopo un lungo sospiro, durato più del necessario, capì che da parte mia non avrebbe ottenuto nient'altro per il momento, allora tirò finalmente anche lui la testa fuori dal sacco: "Riaverla tra le braccia è stata una delle emozioni più forti della mia vita. Quando ho vinto il mondiale, lei è stata il mio primo pensiero, una volta rientrato in stanza dopo i festeggiamenti avevo il cuore che scalpitava, ma non così tanto come quando ho risentito la sua voce dall'altra parte della cornetta. Per un attimo ho avuto paura mi uscisse dal petto, perché nonostante avessi avuto il trofeo più importante della carriera tra le mani, mi mancava l'unica cosa che per me sarà per sempre d'importanza superiore perfino alla coppa del mondo. Volevo fare l'amore con lei quella notte, e non semplicemente sesso. Il mio era desiderio di completarci, di poter sentire le nostre anime fragili intrecciarsi ed essere un tutt'uno, generandone una più forte in grado di combattere tutte le nostre paure. Quando sono tornato in Italia, il giorno di Natale, mi sono avventato su di lei con una foga d'amore mai provata prima. Ribadisco che non è stato solo sesso per me, come sono certo non lo sia stato per lei, perché percepivo quello che provava. Non riuscivo a starle lontano, ne volevo ancora e ancora, perché dentro di me sapevo che non avremmo provato mai più nulla di simile. E adesso mi manca, vorrei avere di nuovo quei sentimenti così forti che prescindono dall'eccitazione e tutto il resto. Mi manca anche il suo corpo, sì, perché trovo coincida perfettamente con il mio e credo sia quello che spinga due persone a volersi, ma senza quell'emozione da parte sua mi sento incompleto"
"Dunque gli ultimi rapporti sono stati un disagio anche per te"
Era una puntualizzazione, non una domanda.
"Sì, perché il fatto che abbia finto mi ferisce, e non perché voglia recitare la parte del maschio alfa che si sente un inetto a letto, in realtà a ferirmi è il non riuscire più a connettermi mentalmente a lei"
Le sue parole arrivarono taglienti come una lama, e nonostante infondo sapessi quello che provava, sentirglielo dire con la voce spezzata mi destabilizzò più del previsto.
"E tu Eva? Che percezione hai avuto di questo mancato contatto mentale?"
"Negativa, assolutamente negativa. Quando lo guardavo sopra o sotto di me leggevo nei nostri sguardi distacco, non riuscivamo a capirci al volo come abbiamo sempre fatto e avremmo voluto continuare a fare. Sentivo come se stessi affogando, e cercavo un appiglio che mi aiutasse a risalire a galla, ma non l'ho mai trovato. Mi sforzavo di sentire qualcosa, mi dicevo: 'cazzo Eva, com'è possibile che questa cosa ti stia sfuggendo di mano?', e penso di conoscere la risposta"
"Ti ascoltiamo"
Ammettere ad alta voce le mie insicurezze e il disturbo d'ansia generalizzato, che cercavo di combattere dopo quello che mi aveva fatto Mauro, fu dura.
"È un bene che tu stia già trattando la tua ansia in terapia, ed è importante che tu riesca a superarla comprendendo che in un rapporto di coppia, ma soprattutto a letto, ci sia bisogno di autenticità più che di perfezione. Mi rendo conto che avere dall'altra parte Paulo Dybala lo renda difficile, è che là fuori abbiano alte aspettative su di te, ma l'importante è il vostro benessere"
"Sai Ludovico, Paulo è sempre stata l'unica persona a cui riuscivo a non nascondere degli aspetti di me stessa, mi sono aperta a 360 gradi e credo che 'autenticità' sia il sostantivo più corretto da utilizzare per descrivere la nostra prima relazione. Quella stessa autenticità però ci ha portato alla rovina, e io sono terrorizzata dal fatto che possa capitare ancora. Tendo a mettermi in secondo piano perché sono stata io a ferirlo maggiormente, perciò il mio unico pensiero, in questo caso a letto ma in generale nella nostra quotidianità, è che il suo piacere venga prima del mio"
Mi permisi per un'unica volta di dargli del tu, perché infondo eravamo coetanei e la sua cordialità mi aveva dato l'impressione che stessimo parlando con un buon amico.
Si sistemò sulla poltrona e appuntò qualcosa sull'agenda arancione che stringeva tra le mani.
"Mi hai dato uno spunto interessante, ma per comprendere meglio devo sottoporvi a qualche domanda. Solo risposte secche, d'accordo"
Annuimmo.
"Bene. Quanto spesso capita che il sesso si concluda con quelli che convenzionalmente vengono chiamati 'preliminari'? Senza passare alla penetrazione"
"Di rado"
"Sapreste indicarmi il motivo?"
"So dove vuole arrivare, e metto le mani avanti dicendole che abbiamo una visione molto ristretta del rapporto sessuale" esordii.
"Non sono d'accordo" controbatté il numero ventuno, per poi aggiungere: "abbiamo sperimentato tanto con i vibratori"
"Quando avevamo vent'anni, sì, ma in questi tre mesi abbiamo sempre fatto alla stessa maniera: due baci, ci spogliamo e dopo cinque minuti tu sei dentro di me"
Il mio tono parve più stizzito di quanto volessi.
"Se me ne avessi parlato, avremmo potuto modificare questa abitudine, no?"
"Siete qui per questo" c'interruppe il dottore.
"Ragazzi, abbiamo trovato il primo punto su cui lavorare: la monotonia. A quanto ho capito, volente o nolente trovate il modo di vivere la vostra intimità seppur abbiate la casa piena, quindi non vedo il motivo di fare le cose frettolosamente, avete bisogno di prendervi del tempo ed è per questo che oggi vi assegno un compito. L'intuizione di Paulo, che poi vi ha portato da me, non era sbagliata. Voglio che sia proprio tu ad agire per primo, concentrandoti su Eva, che ha ammesso di porsi in secondo piano rispetto a te, e quando riuscirà a lasciarsi andare potranno invertirsi i ruoli. Abolite il sesso penetrativo, ho bisogno che comprendiate che non è necessario, un rapporto è completo se entrambe le parti sono soddisfatte, e questo talvolta può avvenire anche senza raggiungere necessariamente l'orgasmo. Non focalizzatevi sul risultato ma sul vivervi a pieno la sensazione, vi renderete conto che in alcuni casi è abbastanza"
Sapevo di cosa stesse parlando, ero sempre stata una donna molto attenta ed informata riguardo queste tematiche, ma ero caduta nel tranello di non riuscire a comunicare con il mio partner. Lo avevo trascinato in terapia perché volevo che fosse qualcun altro a fargli comprendere le mie necessità, ma al contempo avevo bisogno di capire qualcosa in più riguardo le sue.
Ci promettemmo che ci avremmo provato, che saremmo stati onesti sia con noi stessi che tra di noi. Avremmo fatto pace con i nostri problemi, messo da parte le discussioni inutili e ci saremmo concentrati sulla risoluzione dei problemi, perché non potevamo rischiare di perderci per una banalità del genere.
Se otto anni prima il nostro problema era la vita esterna, mentre fare l'amore il nostro unico punto d'incontro, le cose adesso si erano capovolte, ma non avremmo rischiato di nuovo di trovarci sul filo del rasoio prima di combattere per migliorarle.
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Importante:Non sono solita introdurre note ma questa volta è necessario.
Non vorrei che questa serie di capitoli, con quest'ultimo come culmine, fosse scambiata per un racconto di sesso e basta.
L'anorgasmia, l'ansia da prestazione, la violenza ostetrica e tutti i temi trattati sono problematiche diffuse, a causa delle quali molte persone soffrono enormemente.
Vorrei non sottovalutiate questi contenuti ma che anzi siano uno stimolo alla riflessione.
Fatevi aiutare, non abbiate paura di chiedere aiuto se ne sentite il bisogno.
Sempre vostra, -nome
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Él 2 ||Paulo Dybala
FanfictionEva, 27 anni, insegnante di pianoforte e musica Paulo, 28 anni, nuovo giocatore della Roma Se ami qualcuno lascialo libero. Se torna da te, sarà per sempre tuo, altrimenti non lo è mai stato. -Richard Bach Sequel di: Él ||Paulo Dybala Link: https:...