5 • Rose rosse

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Quella mattina a Kingston vi era un sole che rendeva la giornata piuttosto calda, ed era così splendida e rara come giornata che Anna aveva pensato di andare a fare una passeggiata al parco con Tessa, momentaneamente a casa sua, poiché gli Holland dovevano presenziare ad un evento che li avrebbe tenuti impegnati sino al pomeriggio. Sarebbe dovuta andarci anche lei, ma aveva evitato per poter restare a casa e riposare, così da poter anche sistemare l'abitazione dopo la piccola festicciola della sera prima.

Cos'era avvenuto la sera prima?

Dopo aver fatto l'amore ripetutamente in camera da letto, Anna e Tom si diedero una sistemata e un po' di contegno, decidendo, dunque, di informare la famiglia dell'attore sullo stato interessante della scrittrice, affinché potessero così vivere in libertà la cosa, senza che nessuno ne fosse all'oscuro. Sam non c'era, era a lavorare in Scozia, e si sarebbe collegato via Skype per far sì che fosse presente anch'egli. Anche Harrison e Charlotte furono invitati, poiché erano anche loro parte della famiglia.

Quando Anna e Tom svelarono loro la tanto attesa e assurda notizia, non vi fu più posto per ansie o timori; solo la gioia incontenibile regnava sovrana in quella casa, ed Harrison si commosse nuovamente, nonostante sapesse già tutto molto prima anche del suo migliore amico.



Partirono brindisi, che Anna potette fare senza poter però bere il contenuto giallastro all'interno del calice, poiché non poteva fare uso di alcolici in gravidanza. Si bagnò solo le labbra per augurio.

Chiamarono anche i genitori della napoletana e si congratulavano tutti con tutti, vi fu una confusione immensa, che però riuscì a portare una pace nel cuore ed una serena armonia.

Anche Jacob Batalon, dopo aver saputo della notizia tramite Harry, si era congratulato con la coppia, entusiasta come ogni altro presente, sia fisicamente che telematicamente.



Anna era finalmente più serena, aveva ritrovato la quiete, ed ora poteva finalmente viversi in totale libertà la sua gravidanza.

"Tessa, scendi dal divano che l'ho appena sistemato", la rimproverò la napoletana, e in tutta risposta, lo staffordshire bull terrier non si mosse da lì, pigra com'era. "E va bene viziata che non sei altro, rimani pure là, dopo però non ti porto con me al parco", continuò la scrittrice portando due mani a sostenersi i fianchi.

Tessa scese subito dal divano e le scodinzolò intorno poiché non vedeva l'ora che la portasse fuori: lei amava il parco.

"Finisco di mettere in ordine e andiamo, okay?"



Anna riprese a pulire e sistemare casa velocizzando il tutto. Era da ben tre ore che se ne stava lì intenta a pulire anche negli angoli più minuziosi. Se c'era una cosa che la contraddistingueva, era proprio la sua fissa per la pulizia e gli odori, e da quando era incinta era diventata una vera e propria ossessione, tant'è vero che anche suo cugino Mario, più fissato di lei, le stava dando dell'esagerata. Ma amava tenere tutto in ordine, e amava l'odore di pulito, era più forte di lei. Probabilmente, anche quando sarebbe diventata una balena, avrebbe comunque preferito pulire piuttosto che restare ferma sul divano o sul letto senza fare nulla.

Fu proprio quando Anna diede l'ultima lucidata al lavello che bussarono al citofono, facendo sobbalzare lei e facendo abbaiare Tessa ripetutamente.

"E ora chi diavolo è?!", farfugliò, catapultandosi poi verso lo schermo del citofono.



C'era un fioraio con in mano dei fiori, sembravano rose, non riusciva ben a vederle dallo schermo.

Uscì fuori la porta e aprì il piccolo cancello bianco situato all'esterno dell'abitazione, dando via libera all'uomo che le andò incontro, e potette confermare che si trattava di bellissime e profumatissime rose rosse.



"Anna De Blasi?", chiese.

"Si, sono io.
"
"Allora questi sono per lei, buona giornata."



Il fioraio le porse il mazzo di rose e girò i tacchi per andarsene, ma Anna lo bloccò.



"Mi scusi, sa chi li manda?", gli domandò, posando poi l'attenzione sul mazzo che aveva tra le braccia.

"No, sono solo l'incaricato alla consegna signorina De Blasi."



L'uomo fece spallucce e, dopo averle nuovamente augurato una buona giornata, si dileguò sulla sua moto, lasciando Anna lì sull'uscio ancora sorpresa e intontita dalla cosa.



Chi poteva averle mandato delle rose? Beh, in quel caso avrebbero tutti potuto mandarle delle rose per auguri, ma di solito le rose rosse sono simbolo d'amore, giusto? Magari era stato proprio Tom a fargliele spedire! Anzi, chi meglio di lui poteva farlo in quei giorni così speciali quanto caotici?

Con un sorriso sulle labbra entrò in casa e prontamente afferrò il suo cellulare, aprì la chat su whatsapp con l'attore, e gli mandò la foto delle rose rosse poggiate sul tavolo in sala da pranzo.

Il messaggio da parte dell'inglese non tardò ad arrivare.



"?"



Si, la risposta era stata un semplice ed inutile punto interrogativo.



"Sono le rose rosse."



Capitan ovvio Anna.

"Si, le vedo, ed io cosa dovrei farci?"

"Non me le hai fatte spedire tu?
"
"No che non te le ho fatte spedire io amore, non c'è un biglietto?"




Se non era stato Tom a mandarle quei fiori, allora chi era stato?



"No, non ci sono biglietti, avevo dato per scontato che fossi stato tu a mandarmele."



Poteva mai essere stato qualche altro membro degli Holland per augurarle il meglio per la gravidanza?



"No amore, non sono stato io giuro, ed ho appena chiesto alla mia famiglia, nessuno di loro ti ha spedito delle rose."



Ed anche quell'altra ipotetica soluzione si era dissolta nel nulla. 



"Ma non è che hanno sbagliato?"



L'attore mandò un altro messaggio subito dopo, incuriosito ormai anch'egli da quel mistero delle rose rosse.



"No amore, il fioraio mi ha chiesto se fossi Anna De Blasi prima di consegnarmele."

"Chi cazzo conosci che può mandarti delle rose rosse oh?!"




Tom un tantino geloso non se lo aspettava, soprattutto perché il mistero stava innervosendo lui ma incuriosendo furiosamente lei, e voleva capirci qualcosa in più, solo che non sapeva come, specialmente dopo quel messaggio altezzoso dell'inglese.



"Oh ma che ne so, pensavo fossi tu, sta un po' calmo."



Si stizzo' e bloccò il telefono, andando poi a prendere la sua giacca nera e infilandosela velocemente. Mise il cellulare in tasca e poi si avvicinò a Tessa per metterle il guinzaglio, e inseme uscirono di casa, pronte per godersi un'oretta all'aria aperta nel parchetto vicino casa.



Le faceva benissimo stare a contatto con la natura e godersi quella freschezza, intanto che camminava con Tessa nella più totale tranquillità.

Nel mentre passeggiava si chiese chi avesse fatto quel gesto così tanto gentile di regalarle delle rose rosse, e per quale assurdo motivo il soggetto in questione non si era firmato con un biglietto. Perché così tanto mistero per dei fiori? Proprio non se lo spiegava.

Tom aveva fatto il geloso, ma era inutile pure esserlo, poiché non aveva avuto chissà quante interazioni con l'altro sesso, a parte con suo cognato Harry e il suo migliore amico Harrison. Di certo se avesse avuto qualcuno in mente lo avrebbe detto, ma proprio non ne aveva la più pallida idea.



Decise di mandare un messaggio anche alle sue migliori amiche, e anche loro sembravano cascare dal pero. Non ne sapevano nulla nemmeno loro, e avanzarono varie ipotesi, tutte infondate, perché niente di tutto quello che avevano ipotizzato era reale. Addirittura Viky le chiese se non fosse qualche ammiratore segreto che conosceva loro e la famiglia Holland, ma non c'era davvero nessuno che lo fosse.

Il mistero si infittiva solo, e più passavano i minuti e più non ci stava capendo niente.

Tom continuò a mandarle dei messaggi, a cui lei volutamente non rispose per il tono fin troppo altezzoso che precedentemente aveva deciso di usare.



Quando poi decise di tornare a casa per prepararsi qualcosa di buono, siccome aveva una fame da lupi, notò una figura tutta vestita di nero e con un cappello da baseball nero anch'esso, che se ne stava lì in piedi sull'uscio, intento a maneggiare con il cellulare. Anna si spaventò, non comprendendo subito di chi si trattasse, poi, avvicinandosi sempre di più, Tessa cominciò ad abbaiare, facendo voltare la losca figura in pochissimi secondi.

"Damian?", chiamò Anna, accigliatasi.



Aveva ancora il cuore che le batteva all'impazzata per lo spavento. Se avesse potuto incenerirlo, lo avrebbe fatto all'istante. 



"Anna! Pensavo fossi in casa, stavo bussando da minuti interi, il cancelletto era socchiuso", dichiarò il fotografo con un sorriso. 



La piccola Tessa continuava ad abbaiare contro il ragazzo, e la scrittrice, con carezze varie e dolci parole, le fece capire che andava tutto bene, e che non era nessuno sconosciuto e nessun ladro che voleva derubarla o ammazzarla.



"Ero uscita a prendere una boccata d'aria con Tess, sono stata poco fuori casa, sarei tornata presto, dunque eccomi qui", gli rispose.

"Lo vedo."

"Hai bisogno di qualcosa?"

"No, dovevo solo aspettare Tom a casa. Karina è anche lei all'evento, più tardi dobbiamo andare sul set per sistemare alcune scene. Il tuo fidanzato mi ha suggerito di attendere qui con te, così non saresti stata da sola per troppo tempo. Sai, si preoccupa per te, è molto protettivo e apprensivo quando si tratta della sua ragazza", spiegò facendo spallucce. 



Non c'era bisogno che glielo dicesse lui, sapeva benissimo com'era fatto il suo fidanzato. Tom è sempre stato apprensivo con lei, specialmente ora che era incinta, sarebbe stato il triplo preoccupato ad ogni minuto, ed Anna amava palesemente questo lato dell'attore, perché si sentiva amata e si sentiva al sicuro.



"Si, posso immaginare", sospirò lei, "su, entriamo in casa."



Damian seguì in silenzio Anna e Tessa entrando all'interno dell'abitazione, per poi accomodarsi sul divano.



Anna, intanto, rimosse la giacca lasciandola all'entrata, sull'appendiabiti, in seguito trovò un vaso di vetro semplice di forma rettangolare, lo lavò per bene e poi ci inserì dell'acqua. Prese infine il mazzo di rose e ce lo infilò dentro.



Senza ancora dire una parola, si accorse di non aver tolto il guinzaglio a Tess, e fu la prima cosa che fece, prima di sistemarsi dietro il bancone e prepararsi un panino con prosciutto e formaggio.



"Ne vuoi un po'?", esordì la scrittrice, rivolgendosi ad un Damian che scosse la testa rifiutando.
"Come se avessi accettato."

"Non mi offendo, anzi; più cibo per me", aggiunse.



Aveva voglie in continuazione ed una fame da lupi, non si fermava mai: quello era il lato più brutto della gravidanza. Però poteva mangiare dando colpa alle voglie, in un certo senso, erano una scusa bella e buona da usare a proprio piacimento.



"Hai più fame di una donna incinta", rise il fotografo mordicchiandosi il labbro.



Anna alzò un sopracciglio nel mentre masticava con una fame da lupi il suo panino.



"Ma io sono incinta."



Damian non sapeva del suo stato di interessante?

Strano, Tom forse non aveva avuto il tempo di avvisare lui e Karina, o forse non gli era passato nemmeno per l'anticamera del cervello.



Il ragazzo rimase a fissarla stralunata per qualche secondo, poi scosse la testa e posò una mano su di una guancia.



"Sei incinta per davvero?", domandò.



No, era incinta per scherzo. Tra qualche mese si sarebbe messa un pancione in silicone.



"Ma ti pippi qualcosa Damian?"

"Non ne sapevo nulla!", esclamò alzando le braccia a mezz'aria.

"Beh, ora lo sai", biascicò, "oggi non sto capendo niente, prima le rose rosse, ora tu che non sai del mio stato."



Il fotografo spostò lo sguardo da lei alle rose rosse all'interno del vaso, e poi di nuovo a lei.



"Rose rosse?", fece.

"Si, quelle", le indicò Anna spazientita.



Non aveva affatto pazienza, ed era soprattutto diventata molto più irritabile: un angioletto proprio.



"Non sai chi te le ha mandate?", le chiese sornione, portando le braccia al petto.

"No. Pensavo fosse stato Tom, ma mi ha detto di no, quindi ho pensato agli Holland, e pure loro non sono stati! Allora non so davvero a chi pens-"

"Sono stato io", ammise Damian interrompendola seduta stante e alzandosi dal divano per avvicinarsi a lei. 



La scrittrice l'osservò scossa e incapace di dire altro; l'aveva ammutolita.



"Perché?", fu l'unica cosa capace di chiedergli in quel momento, perché non ci stava capendo niente, peggio di quando non sapeva chi fosse stato a spedirgliele.

"Non sapevo fossi incinta, ma questo non cambia quello che penso", spiegò con un sorriso davvero sexy.



Damian era dannatamente bello, aveva quell'aria da cattivo ragazzo che avrebbe fatto innamorare chiunque, anche la più santa dell'intera galassia, e se Anna fosse stata single, e soprattutto non incinta, sarebbe di sicuro uscita con uno così come lui.

Infondo il cattivo ragazzo ti attrae sempre un po' di più rispetto al bravo ragazzo casa e chiesa. 



"Cosa pensi?"



Anna a quel punto era diventata più curiosa di sempre, e non le interessava null'altro adesso, se non quello di conoscere il motivo di quel gesto e tutto quello che ne riguardava. 



"Che sei splendida! Sei una donna eccezionale, hai delle curve da paura, sai essere gentile e sai scherzare. Quando quell'altra volta sono passato di qui per prendere quei documenti, mi hai colpito sin da subito, e se avessi potuto ti avrei baciata all'istante", dichiarò, bagnandosi la bocca con la lingua con fare seducente.



Se Anna avesse potuto chiedere aiuto lo avrebbe fatto immediatamente.



Rimase lì impalata per non si sa quanto tempo, a fissare il volto del fotografo che man mano metteva sempre più a fuoco: aveva degli occhi così magnetici che ti avrebbero catturata in un solo istante. Le labbra erano piene e allo stesso tempo anche sottili, e avevano la straordinaria forza di attirarti infondo ad un tunnel senza più la possibilità di uscirci.



Damian si stava mettendo in un bel pasticcio, e se avesse continuato con quei pensieri, anche Anna sarebbe finita nei guai.



Aveva detto cose belle, ma non potevano restare nient'altro che parole.



"Damian, ti ringrazio, ma non mi sembra il caso", ribatté la scrittrice volgendo lo sguardo verso il basso. 

"Non puoi fare finta di niente, la scorsa volta ho visto come mi guardavi e come mi sorridevi", esplicitò il ragazzo avvicinandosi sempre di più a lei. 

"Non lo nego, sei un bel ragazzo, ma sono fidanzata e felice con Tom, e presto diventeremo una famiglia: aspetto due gemelli Damian, non sono più sulla piazza da un po', e nemmeno tu dovresti, sai? Hai Karina, non ti rende felice?"



Effettivamente si stava parlando solo di lei, ma lui non era già fidanzato? Era nella norma che corteggiasse lei? Fosse stato Tom a fare una cosa del genere, Anna sarebbe uscita di senno e lo avrebbe lasciato lì su due piedi, e si sarebbe incazzata così tanto che le sarebbero scoppiati i polmoni a furia di urlare. 



"Si, sono fidanzato, ma siamo una coppia aperta. Lei si frequenta con un altro oltre me", dichiarò.



Ah... e qui le cose prendevano una piega completamente differente. 



Beh, se era di comune accordo, non c'erano problemi, ma lei non era portata per questo tipo di cose e nemmeno Tom lo era, quasi sicuramente. Quindi, per quanto rispettasse le forme d'amore altrui, stava bene con il suo attore del cuore e non voleva altri, proprio perché non ne aveva bisogno. Era felice così.



"Capisco, ma non sono fatta per le coppie aperte! Se Tom rivolge la parola ad una tizia a caso mi si frigge il cervello, figurati se dovesse baciare e fare sesso con un'altra, penso che ne morirei. Sono fatta per la monogamia, davvero, mi dispiace perché sono onorata di sentirmi corteggiata da un bel ragazzo come te, ma ho già chi mi rende felice", spiegò infine, carezzandogli una spalla e rivolgendogli un sorriso.



Damian annuì e senza potergli dare nemmeno il tempo di pensare, si avventò sulla sua guancia stampandogli un bacio, e lentamente stava spostandosi sempre di più verso l'arco di cupido.



"Che cosa fai?", sussurrò Anna a voce talmente bassa, che pensò di non averlo nemmeno detto, ma di averlo solo pensato.



Ma cosa diavolo stava succedendo?



La scrittrice provò a capire cosa stesse facendo, e specialmente quale era il motivo per cui non si stava affatto spostando.

Perché non lo aveva spinto via seduta stante? 



Il tutto durò davvero pochi secondi, che però sembrarono anni per lei.



Con una mano lo allontanò e si spostò anche lei di qualche centimetro. 



Fu esattamente in quell'istante che Tom con tutta la sua famiglia entrò in casa, trovando la sua ragazza a pochi passi da Damian con una mano premuta sul suo petto.



"Disturbo?", esordì l'attore visibilmente irritato.



Nikki, Dominic, Harry e Paddy osservarono frastornati la scena, senza però pensare nulla di spregiudicato. 
Anna sobbalzò quando vide rientrare tutti, e quando si accorse della rabbia fuoruscire dagli occhi dell'inglese, spostò la mano di scatto, come quando tocchi qualcosa di bollente e ti scotti. 



"Nessun disturbo", rispose il fotografo con un sorriso da perfetto innocente. 



Beato lui ch'era così tranquillo.



"Cosa stavate facendo?", chiese Harry, intontito più degli altri.



Bella domanda, che cazzo stavano facendo?!



"Ammiravo le rose rosse più da vicino", rispose ancora una volta Damian, mentre Anna se ne stava in assoluto silenzio. 



Non aveva fatto nulla, ma si sentiva comunque in colpa.



"E da quando la mia ragazza è diventata un mazzo di rose, Damian?", ribatté Tom.


Era incazzato veramente.



"Lo è sempre stata, da quando l'ho vista."



Ma che sfacciato era? Poteva mai dire certe cose difronte non solo all'attore, ma all'intera famiglia? 
Se Harrison fosse stato presente, avrebbe scatenato una guerra. L'odio era talmente evidente, che Tom invece di giustificarlo, lo avrebbe pienamente appoggiato stavolta.

"Poche smancerie con la mia donna, non hai già la tua che ti soddisfa?", lo provocò, ed Anna ebbe seriamente paura che potesse sferrargli un punto da un momento all'altro.
"Quindi tu puoi baciare la mia ragazza ed io, però, non posso fare complimenti alla tua", ammise in modo irriverente.

Ma cosa aveva appena udito? Tom aveva baciato Karina? Ma quando, dove e perché?!

Cos'era 'sta storia adesso, perché nessuno le aveva mai detto nulla? 


Forse nessuno ne era a conoscenza, nessuno tranne Damian che però non lo aveva comunicato a lei.

Sentì il cuore batterle più velocemente e mandò giù un groppo amaro di saliva.

Tom sembrò essere stato colto in fragrante per quanto strabuzzò gli occhi.



"Tu cosa?", esordì Harry rivolgendosi a suo fratello.

"Non è vero! Stavamo solo provando un bacio", provò a spiegare l'attore.

"Da quando i registi baciano gli attori?", gli chiese Anna con un fastidio al petto che le stava dando il tormento.

"Prima di essere regista ricordo a tutti quanti voi che sono in primis un attore, ed ho semplicemente fatto capire ai protagonisti come doveva essere questo maledetto bacio!", esclamò esasperato, e sembrava sincero.
"Harry ma dov'eri tu? Ho il protagonista del film, Mike, che può confermare ciò che dico. Se Karina ti dice stronzate, non è affar mio, ma tieni giù le mani dalla mia fidanzata."



Dagli occhi di Tom traspariva solo sincerità, e quella purezza Anna la sentiva quasi addosso. 



Era rimasto spiazzato perché era stata raccontata una cosa che non aveva niente di vero, e che, colto dalla sorpresa dell'accusa, non aveva saputo ribattere in fretta, cercando di metabolizzare ciò che aveva assurdamente ascoltato.



La scrittrice sorpassò Damian e si diresse verso l'inglese che baciò sotto gli occhi meravigliati di tutti i presenti, soprattutto quelli del fotografo.



"Mi sono spaventata per un attimo", annunciò sorridendogli.

"Non ti tradirei mai; è tutta finzione quando sono su un set", Tom le carezzò premurosamente il viso. 

"Non ho fatto nulla con Damian", si affrettò poi a dirgli la napoletana.

"Lo so, dopo mi spiegherai per bene tutto, e prometto che non mi arrabbierò."



Nikki e Dominic non ci stavano capendo niente, e dopo essersi accertati che Anna e i gemelli stessero bene, e che non fosse successo nulla di eclatante con il fotografo, presero Tessa, e insieme a Paddy andarono via. 



Anna si scusò più volte con i suoi suoceri, ma questi ultimi la rassicurarono in tutti i modi e le dissero che andava tutto bene, non avevano pensato davvero nulla di male perché la conoscevano bene, e non doveva aver timore di un possibile giudizio negativo.



"Karina non è con te?", esordì Damian
.
"No", rispose l'attore, "ha preso un taxi ed è già sul set, dobbiamo raggiungerla."



Il fotografo annuì e tenne lo sguardo basso per tutto il tempo da quando il suo piano di conquistare Anna era andato praticamente in frantumi.



"Sai, le rose rosse me le ha fatte spedire Damian", esplicitò la scrittrice, mentre il suo braccio destro era intorno al collo di Tom e la sua mano sinistra era poggiata delicatamente sul petto di quest'ultimo. 



Non lo aveva mollato un secondo da quando le si era avvicinata qualche minuto prima, se non per salutare i suoi suoceri.



"Ah", farfugliò l'inglese, tornando a guardare con occhi di sfida il ragazzo difronte che pare gli volesse portare via la fidanzata.

"Gesto non gradito?", replicò Damian sornione.

"Nah, grazie anche da parte mia, questa casa aveva bisogno di colori, anche se ci ho pensato già io con ciucci e biberon di tutti i colori, perché ai MIEI figli non mancherà mai niente!", esclamò evidenziando l'aggettivo possessivo.

"Si, so che è incinta, e auguri a proposito! Sai, la gravidanza le fa bene, è ancora più bella."

"Non posso che darti ragione, anche se è sempre stata bellissima la futura signora Holland, ora un po' di più perché porta dentro il suo ventre il frutto del nostro amore."

Anna scosse la testa, allibita; sembrava che i due si stessero sfidando per la coppa della Champions League, e spoiler: la coppa era lei. 



Adorava la gelosia di Tom, spesso la provocava ella stessa perché era una sensazione bellissima e soprattutto era una gelosia sana, non ossessiva, non paranoica. Era felice quando l'attore le faceva comprendere di non volerla perdere, di desiderarla solo per sé stesso, perché lei era sua e lui era suo, non c'era altra spiegazione. Si amavano, si desideravano, si capivano in ogni circostanza con un solo sguardo, si percepiva a distanza di mille miglia la passione e il forte sentimento che li caratterizzava da sempre, da quando si erano conosciuti a Bali.



In quell'occasione però, non fu piacevole, si sentì come un oggetto valoroso che i due cercavano di accalappiarsi sfidandosi di continuo con solo l'uso delle parole.



"Potete smetterla?!", esordì Anna in preda ad un piccolo esaurimento nervoso, "sono esausta! Non c'è alcuna gara che dobbiate fare per conquistarmi!", esclamò chiudendo la mano destra in un pugno. "Tom sono tua da anni, sono incinta e sono innamorata di te. Damian, sei un bellissimo ragazzo, ma davvero non c'è storia. Tom è l'amore della mia vita. Mi sento lusingata, grazie anche per le rose, ma come vedi, sono accasata."



L'attore le ripetette più volta scusa subito dopo la breve sfuriata, e la tempestò di bacini per tutto il viso. Damian, invece, non proferì parola. Scelse la via del silenzio perché gli conveniva: Anna era stata non chiara, cristallina.



Harry se ne stava invece lì senza spiccicare parola, ma godendosi lo spettacolo come se fosse al cinema.



"Senti", iniziò Tom, "io ho un rapporto oltre che lavorativo anche amicale con te e la tua fidanzata, vi ho dato fiducia sin da subito, però non dovete approfittarvene, e tu non devi provarci con la mia donna. Siamo adulti, riconosciamo quando esageriamo, e riconosciamo anche quando commettiamo un errore. Non portarmi a pensare che ho sbagliato nel darvi confidenza sin da subito facendovi frequentare casa mia e la mia famiglia, perché giuro che come ho creato tutto posso anche sbaragliare tutto, intesi?"

L'attore era stato estremamente categorico, e non voleva ci fossero ulteriori fraintendimenti, non dopo quello che era appena successo. C'era anche rimasto male, poiché aveva dato fiducia ad entrambi e si era affezionato ad entrambi, tutto ciò avrebbe solo influito nel creare crepe all'interno del rapporto, e Tom avrebbe voluto evitarlo, perché era buono, aveva un animo puramente affettuoso. Se però si sarebbe ripetuta una cosa del genere, immediatamente Damian e Karina si sarebbero trovati una porta chiusa in faccia.

"Scusami, non volevo arrivare a questo, non volevo sottrarti la tua donna", ribatté il fotografo posando una mano sul cuore.
"È tutt'okay, però non voglio vederti più gironzolare intorno ad Anna", spiegò l'attore.
"Si, chiaro. Allora raggiungiamo Karina?", chiese, e Tom annuì subito dopo.



Harry, che fino a quel momento aveva evitato di parlare, si alzò dal divano e si avvicinò a suo fratello.



"Inizio a salire in auto?", gli domandò.

"Si, si vai con Damian."



Il gemello afferrò le chiavi dalla mensola e fu il primo ad uscire dall'abitazione, con il fotografo che ancora non si decideva ad andare via.



"Allora, ci vediamo", fece poi, inumidendosi le labbra.



Anna percepì in quell'esatto istante che le scuse rifilate un momento prima al suo fidanzato erano frottole; non era affatto finita lì per lui, avrebbe insistito, e lo comprese dal tono di voce che assunse, più suadente, e dallo sguardo magnetico che le rivolse, prima di abbassare il cappellino da baseball che non aveva mai tolto.



"Non vi voglio mai più nella stessa stanza", esplicò Tom, poggiando le mani sui fianchi morbidi della sua ragazza. 

"Non capiterà più, se non in tua presenza amore", lo rincuorò.

"Già! E quelle rose falle sparire, non voglio più vederle", asserì.

"Ma sono belle!", affermò Anna corrucciando le labbra
.
"E te le regalo io, basta che quelle le butti via."



Quanto era bello quando era geloso!



"D'accordo, però le voglio in casa", aggiunse lei.

"Sai che faccio? Te le prendo di tutti i colori, va bene?"



Che uomo meraviglioso era quell'attore inglese, ed era pure tutto suo.



"Ti amo", gli disse Anna, prima di chinarsi per baciarlo delicatamente.

"Ti amo", ripetette l'attore.



Quest'ultimo riprese possesso delle labbra della sua donna, e le donò un ulteriore bacio, ma con molta più foga, facendole intendere ben altro, ma avrebbe dovuto fermarsi, o altrimenti non sarebbe potuto proprio andare su quel dannato set.



"Giuro che ti farei mia qui, sopra al divano, fregandomene di quei due che aspettano in macchina, ignari di tutto", dichiarò, posando la sua fronte contro quella di lei.

"Amore un po' di pazienza. Stasera sarò tutta tua, lo faremo sul divano e ovunque tu voglia, e metterò quel completo intimo che tanto ti piace", replicò dandogli un bacio a stampo. 

"Quello blu?", le chiese l'attore, con un desiderio tale da farla ammattire senza farle ritrovare più la ragione. 

"Quello blu", ribadì.

"Cazzo, non vedo l'ora che si faccia sera."



Anna gli sorrise e lo abbracciò, ma nel farlo notò un particolare che la fece ridere più del previsto.



"Cosa ti ridi?", le domandò infatti Tom, palesemente confuso.
"Dove te ne vai con questa erezione? Ti si vede dal cavallo dei pantaloni", lo prese in giro, ma le dava una soddisfazione senza pari quella situazione.



Farlo arrapare ancora così tanto nonostante gli anni, era sinonimo di orgoglio per lei.



"Cercherò di nasconderla! È colpa tua."

"Già, ti aspetto stasera."



Si scambiarono un ulteriore bacio, e poi Tom, dopo una carezza e un dolce bacio sul ventre di lei, a malincuore, filò via, ma con la testa già a quella sera, poiché non vedeva l'ora di farla sua non solo una, ma più e più volte.



Anna lo faceva malamente uscire di senno, e per quanto egli conosceva a memoria le forme del suo corpo, non ne aveva mai abbastanza, e la desiderava ancora e ancora, per dimostrarle l'amore incondizionato che provava e che non avrebbe mai smesso di provare.



D'improvviso, dopo che Tom era uscito dalla loro dimora da ormai qualche minuto buono, squillò il suo cellulare. 



La scrittrice credette che il suo ragazzo avesse dimenticato qualcosa, e capitava più spesso di quanto si potesse pensare; con un piccolo sorriso afferrò il suo smartphone per rispondergli, sorriso che però sparì immediatamente quando notò che a chiamarla non era affatto il suo fidanzato.

Numero sconosciuto.

Anna fece spallucce e pigiò il tasto verde con nonchalance.

"Pronto?"

Cinque secondi di assoluto silenzio, poi il nulla più totale, poiché chi stava dall'altra parte del telefono riagganciò senza emettere alcun suono.

"Bah, avranno sbagliato", pensò semplicemente.







Angolo autrice: Buonasera genteeee! Oggi sono stata precisa nell'aggiornamento; fiera di me!
Come va? Spero che stiate tutti bene. Il freddo sta arrivando ed io non ero pronta ad accoglierlo sinceramente..

Dunque, come vi è sembrato il capitolo? Il finale avvolto nel mistero... ma cosa ne pensate di Damian? Odio o amore? Fatemelo assolutamente sapere nei commenti che sono curiosa di leggervi!

Ci si vede al prossimo capitolo, e preparatevi perché ne vedrete delle belle, ma soprattutto, nel finale, si aprirà il nuovo ed ultimo ciclo del libro. Non posso dirvi di più, lo scoprirete da soli!

Un abbraccio e a presto,
Anna.

Stringimi OvunqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora