6 • Staticità

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Tre mesi dopo



Il telefono non faceva che squillare da quella mattina, Anna aveva riattaccato più volte senza conoscere nemmeno il mittente. Sapeva solo che voleva dormire e non voleva essere disturbata in alcun modo.



Le nausee ormai la stavano spossando, la tenevano sveglia anche nelle ore più buie della notte. Era incinta di ormai quattro mesi, e la sua pancia le sembrava già enorme. Non aveva più la facoltà di girare per il letto come un trattola, e soprattutto non poteva più dormire con la pancia rivolta verso il materasso, che era la sua posizione preferita. Sarebbe stata dura, ma quando pensava a cosa portasse dentro, il suo cuore le scoppiava di gioia, e ogni dolore o piccolo sacrificio le sembravano niente in confronto.

La stanchezza c'era comunque, e quella purtroppo, l'avvertiva parecchio, per questo quando lo nausee le concedevano quel pò di tregua, cercava di dormire il più possibile.

Quel telefono però, quella mattina, non smetteva un attimo di far chiasso; avrebbe potuto spegnerlo, e si maledì per non averlo fatto prima.

Se qualcuno chiama però in continuazione vuol dire che è urgente, no?



Fu proprio quel tarlo nella testa a farle rispondere alla ventesima chiamata di quella mattina.

"Pronto..."

"Ma santo cielo! Sei viva! Ma dove cazzo eri?!", sbottò Viky dall'altra parte del cellulare.
"Buongiorno anche a te, stronza! Ho bisogno di dormire, ho bisogno di pace! Le nausee mi danno il tormento!", urlò esasperata, sbuffando a più non posso.

"Pensavo ti fosse successo qualcosa; io ed Angelica stiamo provando a chiamarti da ore!", esclamò l'amica. 

"Giuro ho sonno ad ogni ora del giorno, stanotte ho di nuovo fatto party in bagno, seduta tra il water e la doccia, mentre gettavo fuori anche l'anima. Sono stremata", spiegò, e se le sue occhiaie avessero potuto parlare, avrebbero detto parecchie parole poco carine.

"Mi dispiace da morire! Stai affrontato una gravidanza pesante, e ce ne rendiamo conto tesoro. Due gemelli non sono uno scherzo."

"Ecco, quindi grazie per la comprensione."

"Si ma c'è una ragione se ti stiamo chiamando da ore", aggiunse Angelica, prendendo possesso del cellulare.

"Oh Cristo Angy, cosa succede di tanto grave?", le chiese spazientita. 

"Se sei a letto e non hai preso il telefono, vuol dire che non hai letto i giornali e non hai visto Instagram."

"No, stavo provando a dormire", ribadì per la centesima volta.

"Quindi non sai nulla", le disse con voce flebile.



Ma che stava succedendo? Cosa avrebbe dovuto sapere? Perché così tanto mistero?



"Non so niente di niente", le rispose, ma stavolta con tono più attento, poiché stava cominciando ad avvertire un senso di ansia.



Come se non fosse già ammaccata di suo a causa della gravidanza, però all'appello mancava l'ansia giustamente.



"Tom non è con te?", le domandò Viky stavolta.

"No, si è alzato alle sette stamattina, doveva andare sul set, torna ad ora di pranzo, perché?"
"Farai bene ad alzarti, sta per arrivare Haz lì", la informò la bionda.



Harrison stava andando a casa sua e lei non ne sapeva niente. Non conosceva nemmeno il motivo di tutto quel casino, seppe solo comprendere che sarebbe iniziata un'altra giornata di merda.

"Per fare che?"

Se la confusione avesse potuto essere impersonata da qualcuno, sarebbe stata Anna di certo.

"Per ballare una bachata", la prese in giro Viky.

"Cretina! Sul serio perché? Che sta succedendo di così grave?", sbottò, e stavolta stava per avere una seria crisi di nervi.

"Sta venendo per starti vicino, idiota!", affermò l'amica con una risata.

"Perché? Chi è morto? Cosa è accaduto? Tom si è fatto male? È ferito? È successo qualcosa?"

Anna partì a raffica, si trasformò in sua madre, e quell'ansia, invece, si trasformò in panico seduta stante: se fosse successo qualcosa a Tom, sarebbe stata la fine per lei.



"Calmati, Tom sta bene, molto bene direi", le rispose Viky.

"Ah, e perché diavolo Haz dovrebbe starmi vicino allora? Non ho capito."

"Basta domande, ne riparleremo quando Harrison sarà lì da te", aggiunse Angelica. 



Non trascorsero nemmeno due minuti quando suonarono al citofono e lei dovette alzarsi per andare ad aprire, sapendo anche già chi fosse.



Per alzarsi ci mise almeno un minuto buono, e mantenendosi la schiena con una mano, si incamminò dall'altra parte della casa, facendo così accomodare il suo amico.

Aveva ancora le sue amiche in linea, e pensò di scendere anche il cellulare, cosicché potessero parlare.



"Dunque? Haz è qui, che succede?", esordì Anna guardando poi il suo migliore amico negli occhi.
"Come stai? Posso almeno abbracciarti?", le chiese Harrison, e lei senza pensarci nemmeno un attimo acconsentì, lasciandosi cullare tra le braccia del suo amico più caro.



Gli voleva davvero bene, era l'amico maschio che aveva sempre desiderato avere, e quando c'era lui tutto sembrava meno complicato e più semplice. Questo capitava anche con le sue amiche, ma Harrison aveva un'abilità nel calmarla nei momenti di crisi con un solo abbraccio o una parola, perché sapeva sempre che dire, e aveva il potere di tranquillizzarla anche nei casi più particolari, ecco perché era lì.



"Stai bene? I bimbi stanno bene?"

"Si Haz, qui va tutto bene, solite nausee di routine."

"Bene, vieni sediamoci sul divano", le fece il biondo prendendola per una mano.



Entrambi si sedettero comodamente sul sofà, e Angelica dall'altro capo del telefono iniziò a parlare.



"Stamattina sono uscite delle foto, delle foto che potrebbero farti arrabbiare. Harrison ce le ha mandate e noi le abbiamo mandate a lui; insomma le abbiamo viste insieme. Ne abbiamo parlato insieme prima di parlarne con te, e siamo sicuri e giunti alla conclusione che non è tutto vero, o meglio, ci devono essere delle spiegazioni obbligatoriamente, ma non è vero tutto il contesto che hanno scritto."



La bionda terminò il suo monologo, ed Anna onestamente non ci aveva capito chissà che cosa. Aveva messo su un'espressione allucinata, e guadava allarmata Harrison per capire cosa stesse succedendo.



L'amico, in tutto ciò, afferrò il suo telefono, ci maneggiò per qualche secondo, e poi glielo porse, facendo sgranare i suoi occhi nel mentre il suo cuore veniva lentamente pugnalato.



Vi era una foto su Instagram in cui c'erano Tom e Karina, insieme, in un bar, ed erano molto vicini. Così vicini che avevano le mani incollate tra di loro e la bocca dell'attore sfiorava leggermente quella della ragazza.



Anna sbiancò, e si accorse solo dopo qualche istante che le davano della cornuta nei commenti, mentre dicevano che questa storia andava già avanti da tempo e lei facesse finta di nulla per non essere lasciata.



Nessuno, a parte i familiari e gli amici stretti, era a conoscenza della sua gravidanza, però si vociferava già qualcosa, ma lei non aveva mai dato nessuna conferma. Non si faceva vedere spesso dai paparazzi, stava molto attenta a dove andava, ma Tom ed Anna avevano pensato di comunicarlo nel giro di qualche giorno proprio su Instagram, senza così doversi più nascondere.

Quelle immagini però, furono una doccia fredda per lei, e le scatenarono dentro una furia che le stava facendo vedere tutto nero.



"Non ci credo", borbottò semplicemente.



Osservò quell'immagine minuziosamente, e non faceva altro. 



"Basta guardare quella foto dai", le disse Harrison provando a togliere il cellulare dalle mani, ma Anna si oppose.

"È con lei adesso, tu lo sai? È con lei! Chissà cosa staranno facendo, mentre io sono qui, a piangermi addosso su questo divano, grossa come una balena perché mi ha messo incinta questo stronzo, e poi fa la bella vita con queste ragazze di ventidue anni!", sbottò esausta, e una lacrima andò a bagnarle il viso.



Ma non voleva piangere, non quella volta, voleva essere più forte. 



Il suo migliore amico la trascinò verso il suo petto e la strinse a sé, mentre le sue due amiche non proferirono parola, comprendendo che sarebbe stato meglio se avessero fatto silenzio.



Harrison le carezzava i capelli e la schiena, ma lei non piangeva, chiuse solo gli occhi e sperò che quello fosse solo un brutto sogno, ma no, non accadeva, non si svegliava, e percepì che tutto era reale e che quelle foto era altrettanto reali.



Ma come aveva potuto Tom, che affermava di amarla così tanto, tradirla in quel modo così becero, quando solo due mesi fa aveva sfidato Damian solo perché stava cercando di conquistare lei. Come aveva potuto!



Le sue amiche avevano ragione, c'era bisogno di spiegazioni e le avrebbe avute, a pranzo, quel giorno stesso; doveva dare sfogo a tutto ciò che aveva dentro, perché prima sarebbe finita, e meglio sarebbe stato. 



"Come va? Meglio?", le domandò l'amico.

"No, ma aspetto l'ora di pranzo per poterci parlare. Sono incazzata nera."

"Se hai bisogno noi ci siamo, lo sai vero?", esordì Viky dal telefono, ed Anna ricordò che le sue sorelle acquisite erano ancora in linea.

"Si, si lo so. Grazie davvero, ma adesso devo vedermela da sola."



Le amiche, prima di riattaccare, la rassicurarono ulteriormente, dicendole che Tom non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza senso, e che quindi doveva esserci per forza una spiegazione. Non credettero alle corna, perché affermarono che Anna non le avesse mica, ma erano convinte che Tom in qualche modo era stato manipolato da Karina come Damian voleva in qualche modo manipolare lei.



Harrison ribadì il seguente discorso, e lui probabilmente ci aveva visto lungo dall'inizio.



"Tu non li hai mai sopportati", dichiarò Anna.

"No, e lo sai, li ho sempre visti falsi e approfittatori. Per me vogliono che vi mettiate le corna entrambi, ma non per qualche tornaconto, ma perché Damian vuole te e Karina vuole Tom, da sempre", spiegò l'amico con tono arrendevole.



Lui aveva cercato di tenerli in guardia dall'inizio, ma tutti pensavano esagerasse solo perché non li tollerava nemmeno un minimo. 



"Si, questo ormai lo avevo compreso. Tom si era già baciato con Karina, lo sai?"

"Cosa?! Ma quando? E perché non me lo ha detto? E nemmeno tu me lo hai detto!", rispose un Harrison accigliato e sorpreso.

"Perché era stato un bacio di scena. Fece vedere ai protagonisti come doveva avvenire il bacio, e lo provò con la protagonista che è appunto Karina."



Era andata così secondo la versione di Tom ovviamente, eppure dopo quelle foto, Anna non ci credeva più di tanto: o meglio, non più.



"Spero per lui che sia vero o gli do un cazzotto in pieno viso veramente", enunciò il biondo scuotendo la testa contrariato.
"E tu come hai fatto a saperlo?", continuò curioso.

"Ricordi quando ti raccontai che ci fu quella discussione tra Tom e Damian? Perché quest'ultimo stava cercando di conquistarmi?"



Assurdo ch'era successo appena due mesi fa. 



"Oh okay, ho capito", le disse facendo cadere il discorso.



Anna sbuffò, stanca e spossata. In quella situazione doveva proprio evitare di stressarsi o infuriarsi più di tanto, ma come potevi non stressarti o arrabbiarti dopo una notizia del genere? Dovevi essere solo insensibile o non tenerci affatto, e lei ci teneva pure tanto.



"Vuoi che ti dia una mano con le faccende domestiche? Vogliamo mettere musica a tutto volume mentre puliamo? Eh? Che dici?", le suggerì Harrison, provando a distrarla. 



Mancavano ancora tre ore dal rientro a casa dell'attore, e Anna non poteva mica starsene lì su quel divano con quel muso lungo; cioè si, poteva, ma Harrison non lo avrebbe permesso, non fin quando fosse stato presente lui. Inoltre era stato letteralmente minacciato da Viky ed Angelica di farla stare meglio, o quantomeno distrarla, sino a quando non avrebbe parlato con il suo ragazzo.



"Si, però non lo so, non lo so se ce la faccio", ammise con un sospiro.

"Dai! Vedo questa casa messa un po' male, non dovresti dare una ripulita?", la provocò, e sapeva di farcela, perché Anna tutto poteva sentirsi dire, tranne che casa sua era messa male. 

"Non è vero! Ho pulito ieri, è tutto lindo e pinto", precisò.

"Forse ti stai indebolendo, e ci sta con una gravidanza gemellare da portare avanti", insistette il biondo.



Stringimi OvunqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora