16.
"Ora che sei più tranquilla ti va di venire a casa mia a prendere qualcosa di caldo?". Louis dolcemente mi accarezza i capelli cullandomi tra le sue braccia ancora in piedi accanto alla tomba di mia madre. Non sono riuscita a trattenermi quando Louis mi ha stretto a sé, non volevo fare questa sceneggiata di fronte a lui m purtroppo non sono riuscita a evitarlo.
"I-io credo sia meglio che me ne torni a casa, h-hai fatto già abbastanza, g-grazie Louis". Mi stacco asciugandomi per l'ennesima volta gli occhi e abbasso la testa cercando di nascondere lo stato in cui sono ridotta."Amy preferisci ritornare a casa tua da sola, senza nessuno e ricominciare a piangere o distrarti passando del tempo con qualcuno?". Louis alza leggermente la voce e io alzo lo sguardo fissandolo. Non sembra arrabbiato, sembra piuttosto sconsolato.
"I-io sì, penso cioè voglio starmene da sola. Sono venuta qui apposta, ho saltato scuola per stare da sola in questo giorno di merda, okay?". Lo guardo negli occhi ma lui ridacchia e scuote la testa."Non voglio farti dimenticare che giorno è oggi o cosa è successo anni fa. Voglio solo farti capire che non sei sola, che hai tante persone su cui poter contare tipo Miranda, tuo padre, me. Persino Harry era preoccupato quando stamattina Mir non ti ha vista entrare ed è corsa da noi chiedendoci se ti avevamo vista." Abbasso la testa rendendomi conto della cavolata che ho fatto non avvisando nessuno, avrei potuto anche inventarmi una scusa qualsiasi.
"Poi si è resa conto di che giorno è oggi e quindi ha cominciato a chiamarti al cellulare ma non rispondevi, eravamo tutti e tre in ansia e appena è suonata la campanella d'inizio sono corso fuori, ho preso l'auto e sono venuto a cercarti dappertutto, a casa tua, in biblioteca, alla caffetteria davanti alla scuola, ovunque. Poi per caso sono passato per questa strada e ti ho vista qui". Louis continua a parlare e appena finisce tira un sospiro di sollievo."Quindi ora andiamo via, se vuoi ti riporto anche a casa tua ma ricordati che noi ci siamo per qualunque cosa, fattelo entrare in quella testolina perché non te lo ripeto più, chiaro?". Louis sorride e io annuisco girandomi verso mia madre. "Ciao mamma, tornerò presto, promesso". Sussurro a bassa voce e torno vìcino a Louis che, mettendomi una mano sulla spalla, comincia a camminare verso l'uscita.
Entriamo nella sua auto e in silenzio percorriamo la strada del ritorno. Molto probabilmente aveva ragione lui, ora entrerò in casa, andrò in camera di mio padre e prenderò dall'ultimo armadio l'album fotografico della mia infanzia sfogliando tutte le foto con mia madre piangendo a più non posso, sono stupida lo so. Ma l'unico posto in cui posso trovarla è nei ricordi, e ovviamente fa sempre male rivederla e rivivere tutti quei momenti.Non mi accorgo neanche di essere già arrivata a casa e che Louis è sceso dall'auto venendomi ad aprire la portiera. Scendo ringraziandolo e mi incammino con lo zaino di scuola ancora in spalla, tolgo le chiavi di casa dalla tasca e apro la porta. Con mia sorpresa Louis mi segue e entra fermandosi quando si accorge che mi sono fermata a guardarlo.
"Che c'è? Quando ho detto che ti portavo a casa tua intendevo che comunque io sarei rimasto con te". Sorride furbamente togliendosi la giacca e la appoggia sul divano andando poi in cucina.
Scuoto la testa realizzando cosa ha appena fatto e mi spoglio lasciando scarpe, giacca e zaino vicino all'entrata. Lo raggiungo in cucina e vedo mettere l'acqua nel bollitore per poi appoggiarlo sui fornelli. Per essere un ragazzo se la cava abbastanza bene. Si gira e spalanca gli occhi sorpreso vedendomi sullo stupite della porta ad osservarlo, credo non mi abbia sentito arrivare."Mi servirebbero le tazze Amy, sai dirmi dove sono?". Chiede grattandosi il collo in leggero imbarazzo e io ridacchio avvicinandomi. Apro l'armadietto sopra il lavandino e tolgo due tazze mettendole sul ripiano. Prendo anche lo zucchero, le bustine del thé e due cucchiaini lasciando tutto accanto alle tazze. "Ben fatto Amy, si vede che sei tu la ragazza tra i due". Ridacchia ma viene interrotto dal fischio del bollitore. Si gira spegnendo il fuoco e avvicina la mano al manico per prenderlo. Lo blocco in tempo e lui mi guarda confuso. "Louis è sicuramente bollente, prendi lo straccio. Così". Prendo il manico con lo straccio e comincio a versare l'acqua nelle tazze. Lo riappoggio e apro le bustine dell'infuso mettendole nell'acqua calda. Le lascio dentro e mi giro verso Louis notando che è stato a fissarmi tutto il tempo. Abbasso la testa timidamente e lui si avvicina prendendo entrambe le due tazze. "Andiamo a guardare un film, ti va?". Annuisco e andiamo a sederci sul divano accendendo la televisione con le nostre tazze fumanti tra le mani.
[...]
Louis se n'è andato qualche ora fa quando ho cominciato a sentire un mal di testa tremendo tanto forte da non riuscire a stare in piedi. Mi ha fatto prendere una pillola e poi mi ha detto di riposare prima di andarsene.
Non so per quale motivo abbia fatto tutto quel che ha fatto oggi. Dal venirmi a cercare, consolare e quindi aiutare. Vorrei capire cosa gli è passato per la testa, sul serio, magari lunedì a scuola farà finta di niente chi lo sa. Ora però l'unica cosa che voglio fare, anche se è primo pomeriggio, è chiudere gli occhi e dormire.
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𝟼𝟶 𝙳𝚊𝚢𝚜 [𝚕.𝚝]
FanfictionIn cui un ragazzo cerca di conquistare la migliore amica di sua sorella restando però in incognito. "Mi piace una ragazza con cui però non ho alcuna possibilità... Ma comunque farò di tutto per riuscire a conquistarla". "Mi dispiace, ma magari qualc...