2. Porta Sfortuna!

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Fandom: Harry Potter

Remus era salito su una delle scale della biblioteca per cercare un libro nella sezione sulle Creature Magiche. Avrebbe potuto usare la magia della levitazione, ma non aveva ancora perso l'abitudine di fare certe cose con i "metodi babbani", come diceva sovente James.
«Oh, eccoti dov'eri!»
Una voce dal basso della scala gli fece distogliere l'attenzione da ciò che leggeva. Chiuse il libro e lo rimise al suo posto.
«Perché sembri sorpreso, Pads?» chiese, mentre prendeva un altro volume.
Sirius sorrise e si appoggiò a uno degli scaffali. «Infatti non lo sono per niente. Hai finito? Tra poco dobbiamo andare da Minnie!»
«Ti prego,» sorrise, «smettila di chiamare la McGonagall in questo modo.»
«Ma lei lo adora! Mi ha persino dato dieci punti!»
«Per l'ottima trasfigurazione da gufo a binocolo» disse roteando gli occhi al cielo. «Metto questo a posto e... oh!»
Il libro scivolò dalla sua presa e cadde a terra sul lato opposto da dove si trovava Sirius.
«Te lo prendo io.»
Sirius passò da sotto la scala e afferrò il libro.
«Non dovevi farlo!» disse Remus.
«Fare cosa?» chiese perplesso.
«Passare sotto la scala.»
«E perché?»
«Porta sfortuna!»
Sirius scoppiò a ridere, tappandosi la bocca prima di prendere una strigliata dalla bibliotecaria.
«Senti, la sfortuna non esiste. Sono credenze babbane.»
Gli passò il libro e aspettò che Remus lo mettesse via, prima di scendere. La scala si spostò da sola e Remus la guardò impensierito. «Non lo so, su certe cose sono un po' superstizioso.»
Sirius lo derise e gli consigliò di smettere con tutte queste fesserie sulle superstizioni e gli auspici. Avrebbe dovuto ricredersi.
Durante la lezione di Trasfigurazione bisognava trasformare un gatto in un paiolo. Niente di più facile, peccato che il gatto di Sirius avesse un caratteraccio. Gli aveva dato dei bocconcini e lo aveva accarezzato sulla testa, ma lui si era girato male e lo aveva morso.
La McGonagall lo avvisò di avere più riguardo sui loro animali.
«Ma io sono amato dagli animali! Non so cos'ha che non va questa bestiaccia.»
Il gatto gli soffiò e lui gli soffiò indietro, facendo ridere Remus seduto accanto a lui.
«Avanti, non perda la concentrazione» disse la professoressa, e poi si rivolse a Remus. «Molto bene signor Lupin, ha eseguito una trasfigurazione perfetta dopo quattro tentativi.»
Sirius sbuffò e riprovò di nuovo. Il gatto si trasformò in un paiolo con il pelo e la coda.
«Non ci credo.»
«Sfortuna» sussurrò Remus al suo orecchio. Sirius scosse la testa, restio.
La giornata non andò per il meglio. Sirius era di malumore e il fatto che la lezione dopo fosse pozioni non lo migliorò affatto. Dovette fare coppia con uno dei Serpeverde ed era un continuo rimbeccarlo perché secondo lui stava preparando male gli ingredienti. Alla quarta volta che lo riprese, Sirius perse la pazienza e rovesciò del sangue di salamandra e la pozione si scompose.
«Ops, che disdetta!»
«Sei un piantagrane, Black!» Lo afferrò dalla cravatta e Sirius rispose con un sorriso da malandrino.
«Che vuoi fare, eh?»
«Smettetela voi due» li rimproverò Lumacorno, togliendo a ciascuno cinque punti della casa.
Uscirono dall'aula che Sirius teneva il muso.
«Stai bene amico?» chiese James, posando la mano sulla sua spalla.
«No, per niente» rispose lanciando un'occhiata di sbieco a Remus, che lo fissò con uno sguardo innocente.
A pranzo, si sporcò la divisa perché gli si era rovesciato il piatto addosso. Metà dei Grifondoro seduti attorno a lui si misero a ridere, catturando l'attenzione degli altri tavoli. Persino James, Peter e Remus si tenevano la pancia piegati in due dalle risate.
«Brutti stupidi idioti e pezzenti» borbottò per tutto il tragitto dalla Sala Grande alla lezione di Erbologia. Si era ripulito con un incantesimo tornando come nuovo. I suoi tre amici stavano ancora ridendo di come si era rovesciato il piatto addosso.
«No, ma continuate pure!» sbottò girandosi male verso di loro.
«Scusa, è che è stata esilarante la tua faccia» se la rise Peter.
«Sei diventato tutto rosso» disse Remus.
Sirius si sentì di nuovo arrossire e si girò, camminando dritto verso le serre.
Il pomeriggio sembrò infinito. A Erbologia si era punto con le ortiche e durante Storia della Magia si era addormentato - non che fosse stato l'unico.
Tornato finalmente nei dormitori si buttò a letto. «Voglio piangere.»
«Che esagerato.»
Remus gli tirò sulla testa un calzino.
«Senti è colpa tua!»
«Di che?»
«Di quella roba della scala, che porta sfortuna!»
Remus scoppiò a ridere. «Adesso ci credi alle superstizioni?»
«Non esiste la sfiga! Solo... coincidenze.»
Si alzò dal letto. Il suo piede restò incastrato nella coperta e cadde sul pavimento.
«Tutto okay Pads?»
«Va bene, adesso basta! Ci credo, sono uno sfigato del cazzo oggi!» piagnucolò.

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