Remus spostò lo sguardo verso l'orologio che scandiva i secondi in modo lento e preciso. L'aula di Storia della Magia era silenziosa come al solito: il professor Binns spiegava e gli alunni dormivano alla grande. C'era chi si forzava a prendere appunti, come lui, ma era complicato dato che la voce soporifera del prof Fantasma fosse una dolce ninna nanna.
In verità, Remus era più sveglio che mai, desideroso più di chiunque altro a uscire di lì ed elettrizzato di abbracciare con gioia il weekend che lo attendeva.
Sirius gli aveva promesso di stare insieme solo loro due. Niente studio, niente scherzi insieme ai Malandrini e tanto tanto romanticismo (a detta di Sirius). Tutto a partire da quel venerdì sera.
Non si aspettava nulla di eclatante. Lo avrebbe reso felice anche solo restare con Sirius abbracciati sul letto per tutto il fine settimana.
La fine delle lezioni arrivò e tutti si alzarono alla svelta per uscire dall'aula. Remus dovette aspettare i suoi amici, che erano storditi dal sonno.
«Cosa ci siamo persi?» chiese James mentre si sistemava gli occhiali. Gli avevano lasciato il segno sul viso.
«Abbiamo fatto un ripasso e poi ha spiegato lo sciopero dei Gargoyle nel 1911.»
«Io sono riuscito a prendere gli appunti solo all'inizio-»
«Ma a che serve?» sbottò Sirius a Peter. «Tanto sui libri di testo è spiegato in maniera esaustiva.»
«Concordo con Padfoot» disse James, poi si aggrappò alle spalle di Sirius e Remus. «Allora i due piccioncini qui sono pronti a passare questo weekend in solitaria?»
Sirius sorrise e Remus arrossì.
«Più che pronti! E... ah, Remus!»
Sirius si fermò di colpo e fece cenno a James e Peter di andare.
«Adesso devo andare a fare gli ultimi ritocchi, e poi ti voglio alle sette al settimo piano.»
«Va bene, non vedo l'ora.»
Remus non aveva idea di cosa ci fosse al settimo piano. Sirius non gli aveva dato molti dettagli ma doveva essere una cosa veramente speciale.
Alle sette in punto, quando tutti gli studenti e i professori erano nella Sala Grande a cenare, Remus era arrivato al corridoio del settimo piano. Si guardò intorno, non sapendo cosa aspettarsi e poi Sirius comparve dietro di lui.
«Moony!»
«Pads.»
Si baciarono e Sirius gli prese la mano, trascinandolo di fronte a una parete.
Remus lo guardò interrogativo. «Che cosa stiamo facendo esattamente?»
«Adesso vedrai.» Sirius si schiarì la gola e pronunciò: «Portami all'appuntamento al buio!»
Remus sussultò quando la parete si trasformò in un batter d'occhio in una grossa porta in legno.
«Adesso mettiti questa.»
Gli porse una benda e Remus la legò intorno agli occhi. Sirius lo guidò con sicurezza all'interno della stanza. C'era un calore familiare, un profumo dolce, era vaniglia.
«Siediti qui!»
Sentì il rumore dei piedi di una sedia strusciare contro il pavimento. Remus si accomodò e portò le mani avanti. Le poggiò su di un tavolo con una tovaglia.
«Non toccare nulla» lo ammonì e Remus portò le mani in grembo.
«Quanto devo aspettare?»
«Due secondi... e... fatto. Ora puoi togliere la benda.»
Remus lo fece lentamente e sbatté gli occhi ritrovandosi una tavola apparecchiata a lume di candela. La stanza era grande, il camino alla sua destra la riscaldava e dall'altra parte c'era un letto matrimoniale. Era addobbata con ghirlande e stelle di Natale, dato che erano vicini alla più importante delle feste.
Remus era senza parole.
«Questa è la Stanza delle Necessità» disse Sirius, indovinando la domanda che Remus gli stava per fare.
«Necessità?»
«Sì, questa stanza esiste quando ti è necessaria. Io l'ho scoperta grazie a un elfo, quando sono stato messo in punizione nelle cucine. Mi ha detto che se avevo bisogno di nascondere qualcosa, avrei potuto chiedere a questa stanza.»
«Affascinante e nella mappa...?»
«Ho provato ad aggiungerla, ma non esce, è come se non esistesse. Forte, eh?»
«Magico.»
Mangiarono a volontà piatti italiani. Sapori che non aveva mai sentito, senza contare che tutto il contesto non era per niente da Sirius. Ma aveva dato il meglio di sé e Remus era felicissimo perché aveva fatto tutto questo solo per loro due.
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