Remus detestava le attenzioni su di sé. Le tollerava soltanto durante le lezioni, quando alzava la mano per rispondere ai quesiti dei professori. Per il resto, preferiva di gran lunga restare dietro al sipario, nonostante facesse parte dei Malandrini, i quali erano sotto i riflettori appena qualche scherzo saltava fuori mettendo in subbuglio tutta la scuola.
L'altra sera si era sentito morire, non per il bacio, ma perché tutti lo stavano fissando. E mentre Sirius gli donava il suo primo bacio, lui era rimasto paralizzato. Il viso in fiamme e imbarazzato fino al midollo, non era riuscito a guardare in faccia nessuno. Tanto erano tutti brilli, non potevano accorgersi del suo disagio, del senso di colpa che lo aveva dilaniato e il rimpianto per non essere riuscito a baciarlo.
Sirius si era comportato in modo insolito da diversi giorni. Lo aiutava in piccole cose, restava con lui il più a lungo possibile e... porca miseria, le rose! Non si era mai scusato con lui regalandogli qualcosa. Sapeva che a Remus bastava un cenno di scuse, un abbraccio e tutto finiva lì.
Sirius era stato così carino, che ringraziarlo con quel bacio sulla guancia gli era sembrata un'ottima idea. Remus aveva provato una gioia senza eguali, perché era cotto di lui, ma non aveva mai tentato di capire se Sirius provasse per lui i suoi stessi sentimenti.
E forse li provava, dopo quel bacio. Aveva capito tutto, diamine. Il coraggio però gli era venuto a mancare la mattina dopo, quando vide gli occhi di Sirius più gonfi del solito e il suo sorriso tirato. Non avevano parlato molto ed erano andati a fare colazione e poi si erano divisi. Era sabato, le lezioni non c'erano e Remus per la prima volta non aveva alcuna voglia di studiare.
La giornata era bella limpida. Una leggera brezza muoveva le chiome degli alberi. La primavera avanzava e le foglie stavano germogliando.
Remus respirò a fondo e si godette il calore lieve del sole seduto sul prato vicino al lago. Molti studenti erano lì in gruppo, mentre lui era da solo, con un taccuino in mano e la penna per disegnare qualche scarabocchio.
Disegnò le foglie dell'acero che aveva del giardino di casa, facevano abbastanza schifo, ma era solo per tenere la mente occupata.
Sussultò quando un fiore si mise sulla sua visuale. Guardò dietro di sé e vide Sirius sorridente e con un tarassaco in mano. Glielo stava porgendo.
«Per te.»
Remus sorrise e lo accettò. Lo annusò. «Non profuma come le rose.»
«No, certo che no. Quello te lo mangi.»
Si sedette a gambe incrociate accanto a lui. «Stai bene?»
«Sì» rispose rigirandosi il fiore tra le dita. «Tu...?»
«Sto bene» annuì e tirò su col naso, facendo un sospiro così profondo e rumoroso che Remus lo guardò divertito.
«Senti, per ieri sera, mi dispiace.»
«Mh? Per cosa ti stai dispiacendo?»
Remus ci pensò su. Probabilmente si era fatto solo un sacco di paranoie come al solito. Ma Sirius non sembrava turbato, ma sotto quella faccia indagatoria, sapeva che si erano formate tante domande che esigevano risposte. Lo conosceva troppo bene.
«È stato tutto molto... uhm, strano. Io non mi sentivo a mio agio.»
«Ti chiedo scusa in nome di tutti allora. Io e James soprattutto, non dovevamo obbligarti a farlo.»
«Ma non mi avete obbligato, io ci sono stato. Solo che... farlo davanti a tutti mi ha bloccato.»
«Okay, acqua passata. Era solo uno stupido gioco del cazzo.»
Remus fremette e si girò verso di lui. Sirius si accigliò.
«Ero bloccato, ma questo non vuol dire che non avrei voluto ricambiare il bacio.»
Sirius parve riflettere su quelle parole. Si guardò intorno e poi puntò gli occhi verso il boschetto.
«Riusciresti a farlo senza che nessun altro guardi?»
Remus perse due o tre battiti probabilmente. Annuì con troppa energia e Sirius ebbe una luce nei suoi occhi che gli aveva illuminato il viso. Si alzò senza dire una parola, lo invitò in maniera implicita a seguirlo nel boschetto.
Nascosti dagli sguardi indiscreti, da soli sotto una coltre d'ombra fatta di pini e abeti, i due ragazzi si guardarono come se fosse la prima volta.
Remus non si trattenne, ebbe il coraggio di parlare, arrossendo. «Con quel top addosso ti stavo mangiando con gli occhi, giuro.»
Sirius sorrise, le guance si erano fatte rosse. «Mi stavi consumando.»
Si avvicinò con sicurezza, lasciando da parte la delusione della sera precedente.
«Padfoot-»
Non lo lasciò finire di parlare. La sua bocca fu di nuovo sulla sua e questa volta, anche se irrimediabilmente impacciato, ricambiò con tutto l'amore che provava per lui. Si aggrappò alla sua camicia, poi la mano scivolò dietro la sua nuca in modo che non si allontanasse per nessuna ragione.Sirius parlò con James quella sera a cena, e gli disse che la scommessa era saltata.
«Non c'è niente da fare?»
«Eh no» rispose scrollando le spalle. «Più per una questione morale, sai. Meglio che le cose avvengano naturalmente, senza fretta né costrizioni per noi stessi.»
James era d'accordo con lui, e per questo motivo volle offrirgli una buona burrobirra per la prossima volta che sarebbero andati a Hogsmeade.

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FanfictionQuesta raccolta partecipa alla challenge Contaparole2023 del profilo @WattpadFanfictionIT. Raccolta dedicata ai concorsi di scrittura. Fanart copertina: wolfstar_zahri su Instagram