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Stasera sento la mancanza di Hyunjin più delle altre sere.

Provo a distrarmi, a pensare a come Minho mi ha tenuto stretto a sé per tutta la durata del mio racconto, ma non riesco a non pensare che Hyunjin sarebbe potuto essere felice, se solo non fosse mai esistita quella persona.

Ma perché dobbiamo essere così?
Non ci basta più essere felici per vivere?
Perché dobbiamo sopportare tutto questo?
Perché ci dobbiamo dividere per diversa mentalità?

Davvero non capisco l'uomo.
Perché farsi tutte queste complicazioni se poi moriremo tutti?
Perché dover sentire tutto questo?
Perché dover subire tutto questo?
Perché io si e tu no?
Che hai di speciale rispetto a me?

Mentre mi perdo nei pensieri mi vengono a mettere la camicia di forza, quasi non me ne accorgo.
Nascondo subito l'mp3 di Minho sotto il cuscino.
Non devono vederlo, me lo potrebbero togliere.

È da forse una settimana che ce l'ho, amo questo regalo, Minho non poteva pensare ad un regalo migliore.

Nel mp3 c'erano diverse cartelle: una per me, con la musica che gli avevo detto che ascoltavo quando potevo, devo ammettere che TigerJK mi era mancato molto; c'era una cartella con la musica che ascolta Minho; e poi la mia preferita.
Dura ventiquattro ore, ci sono tantissimi audio.

Sono audio di Minho.

Li ha registrati in vari momenti della giornata, alcuni erano di quando coccolava i suoi gatti, altri di quando andava in giro a passeggiare, altri in cui mi leggeva un libro, altri quando tornava da danza, altri di quando cucinava, ce ne sono davvero tanti.

Il mio preferito resterà sempre quello di una sera, in cui era particolarmente stanco e si era messo a parlare con me.
Come se fossi lì vicino a lui, mi raccontava com'è stata la sua giornata e mi fece un sacco di domande.

Come se io fossi lì con lui.

Domande che non avranno mai risposte.

Perché sono domande che lui non può farmi quando siamo insieme.

Perché la società ci vieta di poter avere una relazione, perché è vietato, perché io sono pazzo e lui no.
Perché io non sono sano.
Perché lui deve curarmi.

E invece siamo finiti che io sono caduto ai suoi piedi.
Fall in love.
Letteralmente "cadere in amore".
Forse non è così sbagliata come definizione.

Per questa persona io cadrei una, due, tre, cinque, dieci, venti, cento volte.
Non mi importa se poi non riuscirei più ad alzarmi.
Perché so che ci sarà lui che mi prenderà e mi curerà le ferite di questa caduta.
Ne sono sicuro, lo vedo da come mi sorride, lo vedo da come mi guarda, lo vedo da come mi parla, lo vedo da come mi sfiora.

E lui è diventato il mio tutto.

Il mio tutto, perché è tutto ciò che io non merito di avere.

Lui è il mio posto sicuro, la mia valvola di sfogo, la mia sanità mentale, la mia famiglia, il mio amore, la mia vita, il mio paradiso, la mia casa.

E si sa, certe volte quelle quattro stupide mura non significano altro se non prigione.

E per me le sue braccia sono diventate casa.

Quella che non ho mai avuto.

Quella che non ho mai avuto prima di lui.

You & Me //MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora