Death ◇15◇

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Sono stanco.

Ma non ho fatto assolutamente nulla.

Sono solo stanco.

Stanco di tutto.

Di vivere.

Stanco di vivere.

È davvero così brutto dover morire?
Alla fine metti un punto a tutto a tutto.
Dolore psicologico, sofferenza fisica, paura, angoscie, paranoie, ansia di tutto, e molte altre ragioni che non ho voglia di elencare.

È davvero così brutto dover morire?

Continuo a ripetermelo.

È davvero così brutto dover morire?

Forse.

Forse sì, perché non potrei essere più felice.
Ma io sono felice?

Forse no, perché finalmente sarò libero.

Un rumore metallico mi riporta alla realtà.

È la guardia, ha urtato le chiavi contro le sbarre della cella.
Mi ha distratto dai miei pensieri.

Si gira e guarda il suo collega.

Ma che hanno?

Poi sgrano gli occhi.

Stacco immediatamente le cuffie che avevo nelle orecchie, metto l'mp3 sotto il cuscino, sperando che non abbia visto nulla.

Tra poco rivedo Minho, sono passati due mesi da quando mi fa sedute, ogni giorno lo vedo sempre più triste, ma ancora non gli ho potuto chiedere perché.

Ha stretto un altro compromesso con il dirigente, io terrò le mani legate quando c'è lui.

Almeno ho meno graffi sulle braccia ora.

Ho meno ferite sul mio corpo, grazie a Minho.

Ho meno ferite nel mio cuore, grazie a Minho.

Sorrido.

So che probabilmente non sarei così se non mi avessero assegnato Minho.
"Grazie" penso "grazie per avermi inviato un angelo così" sorrido alzando il volto verso il soffitto, immaginando di poter davvero ringraziare il fato per questo.

Ho tanta voglia di tornare dal mio angelo.

Aspetto ancora un paio di minuti, che per me sembrano ore, poi arriva una guardia che mi apre la cella e mi benda.

So già dove mi porterà, ho imparato il percorso anche se mi bendano sempre.

Mi portano dal mio angelo, finalmente.

Mi fanno sedere, mi legano le mani e chiudono la porta.

Aspetto un paio di minuti, poi si apre.

E compare lui.

Il mio angelo.

La mia salvezza.

《Ehi》lo saluto, avvicinandomi a lui.
Lui mi sorride, non sembra molto felice.
Si siede sulla sedia, facendomi cenno di sedermi sulle sue gambe.

Mi siedo con entrambe le gambe rivolte a sinistra e gli accarezzo lentamente i capelli scuri.

《Tutto okey?》gli sussurro, sperando che le guardie non sentano.

《Oggi sono andato da una persona》mi sorride tristemente, lo invito a continuare.

《Non lo conosci di persona, ma ne hai molto sentito parlare》mi dice.
Credo di aver capito di chi parla.

La mia gamba inizia a tamburellare sistematicamente. Mi da un leggero bacio a fior di labbra, come per calmarmi.
Ovviamente funziona.

《Abita lontano, è molto triste da quando la sua persona è scomparsa, ed ho iniziato a parlare con lui da psicologo, finendo con l'essergli amico.》

Sento una furia di gelosia assalirmi.

Lo so che Felix non ha fatto nulla di male, ma sapere che qualcuno oltre a me può permettersi di stare con Minho, e magari si comporta come con me, non mi tranquillizza.

Magari anche a lui sussurra parole dolci per calmarlo.
Magari anche a lui accarezza la testa con calma.
Magari anche a lui tiene la mano quando è in ansia.

《Smettila di pensarlo》mi guarda seriamente.
《Pensare cosa?》chiedo con una punta di disgusto nella voce.
《Lui non è te》mi guarda di nuovo con un'espressione impassibile.

Tutte le mie paranoie vengono spazzate via da quelle quattro e semplici parole.

《Che dicevi prima?》chiedo semplicemente.
《Mi ha parlato di come sta, dopo lui. Non sta bene, affatto.》il suo volto s'incupisce.
《Non puoi far sta bene tutti》gli dico, sperando che capisca che spesso non si può tornare indietro quando ci sono questi casi.
《È il mio lavoro》mi guarda disperato mentre mi sussurra quelle parole, prova a trattenere le lacrime, ha gli occhi lucidi.

No amore non piangere, per favore...

《E qualche giorno fa》si interrompe e si asciuga una lacrima che è scivolata sulla sua guancia.
《Qualche giorno fa sono andato a trovarlo verso le quattro, ma non mi apriva nessuno. Lui viveva con un suo amico, mi sembra si chiamasse Seungmin, ma in quel momento non era in casa.
Ho pensato fosse in bagno, quindi ho aspettato, ma i minuti passavano e nessuno mi apriva...》sospira, cercando di asciugare un'altra lacrima, che raccolgo io, baciando quella goccia di acqua salata.

《Quando il suo coinquilino è tornato a casa erano quasi le sette di sera, aprì la porta e l'aria in casa non era delle migliori, le tapparelle erano tutte abbassate, il letto disfatto e la casa a soqquadro》prende un bel respiro prima di continuare 《Felix era nella sua camera. Per terra. Con una scatola di sonniferi vuota vicino a lui.》

Gli asciugo un'altra lacrima salata.

《Appena realizzai cosa era successo chiamai l'ambulanza, Seungmin era per terra, che cercava di capire se era ancora con noi. Lo portammo in ospedale, lo mandarono in coma per due giorni, poi staccarono la spina.》

Il suo volto, spesso gioioso e splendente, ora è percorso da lacrime amare; i suoi occhi, spesso raggianti e luminosi, ora sono dei laghi; le sue labbra, spesso sorridenti, ora sono scosse da tremiti.

Non posso vederlo così.

Gli sorrido mentre lui mi asciuga quella che scoprii essere dopo una gocciolina d'acqua salata.

《Almeno è tornato dal suo amore ed è libero da tutto quel dolore, no?》lui annuisce.
《Ci riusciremo anche noi un giorno?》mi sussurra.

Già.

Ci riusciremo anche noi a vivere liberi?

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Questa è, tra le storie che
ho scritto io, la mia prefertita.

You & Me //MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora