Capitolo 14

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Quando si vuole bene a una persona si fa tutto ciò che si ha in potere per proteggerla da ogni male. Spesso anche da noi stessi. Non si può sacrificare niente di quell'amata persona a prescindere da tutto. Ed è per questo che si comincia ad usare un'arma che, se ben manovrata, può essere molto potente. La menzogna. Un' arma talmente forte tanto quanto letale che richiede davvero tanta bravura poiché è una lama a doppio taglio. L'uomo non sempre è in grado di mantenere il sangue freddo e viene tagliato da quello stesso pugnale che ha usato in precedenza per colpire le spalle di chi lo circonda. Ebbene, per diventare un cane da guardia reale, bisogna essere davvero bravi a saper impugnare questa lama. Ciel e Richard ne sono un esempio.
Ma c'era un grosso problema. Certo, la menzogna può essere potentissima, però non dura molto perché, nonostante la bravura di chiunque menta, c'è quella piccola fonte di verità che, come la luce, vuole brillare sempre di più ed esporsi agli altri.
In sostanza un cane da guardia reale non va ad indagare e basta, oltre a smascherare il colpevole, egli scopre una verità che non può essere rivelata ne al popolo e ne a nessun altro se non al Re e alla Regina, che di conseguenza cercano di sbiadire quella luce veritiera con storie credibili, ovvero menzogne.
Richard aveva mentito, per l'ennesima volta, a Elizabeth. All'inizio non gli diede molto fastidio perché sapeva che nemmeno lei poteva chiedergli più del dovuto, ma tutto questo lo stava innervosendo.
"Tra pochi giorni lei sarà mia moglie, e io dovrò continuare così fino al giorno della mia morte?" gridò nelle sua mente. Girava avanti e indietro per la stanza dello studio come se fosse in cerca di qualche risposta.
"Non posso sopportarlo, se la faccio entrare nella mia cerchia potrebbe morire, se non lo faccio...non so come potrebbe finire tra me e lei".
Imprecò a bassa voce massaggiandosi la fronte con una mano.
A quel punto, James entrò con un fascicolo in mano. Sul centro del documento c'era scritta la parola "Phantomhive", ed era quindi chiaro che il Conte Moonlight stesse cercando informazioni sul suo collega.

-James -
-:Ho portato il registro che mi avevate chiesto Padrone:- dissi poggiando il fascicolo sulla scrivania.
Il Conte sorrise.
-:Grazie James... ora puoi andare, se avrò bisogno di te ti chiamerò:-.
Feci un inchino ed uscii dalla stanza. Chiusi la porta gentilmente e mentre mi dirigevo nella mia stanza, mi venne in mente il giorno in cui incontrai Padron Richard.
Me lo ricordai benissimo.
Un ragazzino gracile e affamato, in cerca di aiuto che vagava senza meta con il braccio sinistro bendato ed insieme ai suoi compagni, mi aveva affascinato da subito.
Quando mi avvicinai a lui per la prima volta capii che era davvero felice. Ma come poteva un essere umano come lui provare la felicità, quando non poteva nemmeno vedere il mondo in cui viveva e le persone che seguiva?
Quell'umano era cieco. Degli occhi grandi come i suoi restavano chiusi a tutto. In quel momento pensai "Perché Dio ha dato una tale sciagura ad una creatura così bella? Lui è davvero così crudele da togliere anche la vista ad un ragazzino puro come gli angeli?"
A quel giovane rivelai chi ero davvero, lo feci con una tale naturalezza che mi sembrava fosse normale parlare della mia vera forma ad un piccolo umano come lui.
Di solito le persone non ci credono a questo genere di cose, eppure la sua reazione fu inaspettata persino per me.
-:Se sei davvero un demone allora vuol dire che avrai dei poteri speciali no? Dimostramelo!:- mi disse con entusiasmo.
-:E come dovrei fare piccolo?:- chiesi sinceramente. Non sapevo come fare, lui non ci vedeva.
-:Cura il mio braccio!Mi puniscono sempre colpendolo e mi fa male:-
Sistemai il suo braccio.
Il piccolo mosse l'arto e lo tastò ridendo dalla felicità.
-E i miei occhi, puoi curare anche quelli?:-
A quella richiesta rimasti quasi scioccato, sarebbe stata davvero un'ottima dimostrazione ma..-:Certo che posso curare i tuoi occhi, ma se devo farlo allora dovrò stipulare un contratto con te:-
Perché gli spiegai tutto questo in un modo così amichevole? Di solito lo faccio in maniera severa, invece con lui mi comportai come se fossi un genitore, dopo tutto la guarigione di uno degli organi dei cinque sensi era molto difficile.
-:Vuol dire che dovrai prendere la mia anima?:- mi chiese lui.
Non feci nemmeno in tempo a rispondere che lui riprese a parlare.-:Se io e te facciamo un patto, vorrà dire che tu farai tutto ciò che io ti chiederò fino ad un giorno stabilito giusto?:-
-:Sì, è corretto:- fu tutto ciò che seppi dire in quel momento.
-:Allora James, voglio fare un patto con te!:-
Alcuni giorno dopo aver stipulato il patto, venni a conoscenza della data di scadenza.
"Dopo aver sposato e aver avuto il figlio della ragazza con la voce d'angelo di cui mi sono innamorato, solo allora potrai avere la mia anima. Ora che posso far parte del mondo di lei, potrò realizzare questo mio desiderio. Jimmy, ti ringrazio per avermi salvato e aiutato. Fai del tuo meglio fino a quel giorno"
Queste furono le parole del mio Padrone. Ogni volta che mi ritornano in mente questi ricordi sorrido.
Strano.
Non mi pento di nulla. E mai lo farò.

--->Angolo autrice<---
Salve ragazzi e ragazze, finalmente, la scuola è finita!! I giorni di pace sono arrivati e per fortuna si può avere più tempo per fare tutto ciò che c'è da fare *sospira soddisfatta*
Auguro un bell'in bocca al lupo a tutte quelle persone che dovranno sostenere gli esami delle medie o di stato!!!!
Detto questo, spero di poter aggiornare la storia con più frequenza quest'Estate (aggiornare dopo due mesi è stato crudele da parte mia :( ne sono consapevole).
Grazie mille a tutti voi che state seguendo me e il racconto a cui sto lavorando <3
Vi voglio bene e buone vacanze *abbracc abbracc*

Kuroshitsuji/Black Butler-Il tempo passa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora