Capitolo 18

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Richard

Mi metto il soprabito e mi un'ultima controllatina veloce allo specchio prima di uscire di casa, esco dalla mia stanza e vado di nuovo in cucina per prendere i muffins di Lizzy.
James è ancora lì e mi guarda impassibile come suo solito ma distoglie subito lo sguardo dato che è occupato a fare altri dolcetti, cavoli, a volte penso proprio che debba cambiare le mie abitudini alimentari ma non ci rimugino troppo, in fin dei conti, che si tratti di mano d'opera o ingegno, il corpo umano ha bisogno di carburante in abbondanza per funzionare come si deve.
-:Sto andando da Elizabeth, tu finisci pure quello che hai da fare, tanto se avrò bisogno di te ti chiamerò, stammi bene vecchio mio:- lo saluto con un cenno della mano, e lui naturalmente risponde con un -:Yes, Master:-.
Appena sono fuori tiro un respiro di sollievo e mi incammino, arrivare a casa di Lizzy non é un gran problema, ma è decisamente meglio che lavorare su pile di documenti. Fare delle passeggiate da solo mi fanno sentire bene, non c'è il costante bisogno di dover pensare a qualcosa da dire come quando sto con qualcuno, basta solo guardare anche di sfuggita quello che mi circonda:
uomini d'affari che discutono di economia, donne che si fanno i complimenti  per i nuovi acquisti, bambini che ridono e corrono e tutti gli altri cittadini di questa cittá, perlopiù mendicanti e ladri, ma pur sempre persone.
Mi risveglio dai miei pensieri per guardare la strada ed attraversare.
Non faccio in tempo a fare il primo passo che qualcuno mi sbatte addosso facendomi perdere un pò l'equilibrio, eppure avevo controllato bene prima di andare.
Una ragazzina dai capelli di un biondo scuro raccolti e vestita di nero sta appoggiata con le mani sul mio petto, tira su la testa e due grandi occhi grigi mi guardano inespressivi.
-:Oh, mi scusi, non stavo facendo attenzione:- dice con una voce quasi inudibile.
-:Stia tranquilla signorina, piuttosto, sta bene?:- le chiedo cercando di essere il più gentile possibile.
Lei si scosta e si pulisce la gonna dell'abito -:Oh si, sto bene:- dice ancora impercettibilemente.
-:NINA!:- un ragazzino, probabilemente della sua etá, arriva correndo verso di lei. Anche lui è vestito di nero, forse saranno stati in funerale.
-:EHM, SCUSI LA MANCANZA DI EDUCAZIONE DELLA MIA AMICA SIGNORE, GRAZIE E ARRIVEDERCI!:- strilla tutto d'un fiato.
-:Non c'è bisogno che urli Paul, il signore ci sente:- dice lei ancora passiva.
Li assicuroche tutto va bene e cerco di allontarmi da quella strana discussione.
-:Devi smetterla di andartene in giro come ti pare:-, cavolo, anche da lontano si sentono le rimostranze del ragazzo.
-:Che sarebbe successo se Undertaker ti avesse scoperta? Un casino, ecco cosa, scema!:-.
Interessante, ci sono molte persone ad essere in stretti affari con quell'essere stravagante, ma non conosco nessuno che ne sia nemico. Il mio lato investigativo mi tenta nel seguirli per scoprirne di più ma ho come il presentimento che potrei solo finire nei guai. "AL DIAVOLO" dice il mio subconscio. Sará solo per un paio di minuti.
Tiro su un pò il colletto della giacca per non farmi riconoscere e li seguo a una trentina di passi di distanza. Non dicono niente per quasi tutto il tragitto fino a quando il ragazzo, Paul, non fa una domanda,-: Sai dovVivy-san?:-
-:Hmm, chissá, probabilemente dietro di noi, lo abbiamo lasciato da solo per andarcene al Caffè:-
-:Vorrai dire TU lo hai lasciato da solo, io  sono solo venuto a cercare te:-
Eccoli che ricominciano a discutere proprio come qualche minuto prima. Vivy-san...hanno detto che stanno per andare al Caffè e questa terza persona era con loro, a questo punto sará dietro di me e visto che prima li ho incontrati potrei attirare qualche sospetto, a questo punto smetto di seguirli ed entro nel primo negozio che trovo di fianco e proprio come sospettavo, lui era dietro di me.
Vivy-san è un ragazzo, sulla ventina se non di più, alto, dai capelli neri e vestito elegantemente con un abito anch'esso nero. Saluta i due con una mano e si unisce a loro stando al centro, probabilmente per non farli più litigare, e se ne vanno via tranquilli.
Non ho trovato nulla di anomalo, mi sono fatto ingannare inutilmente cavolo.
Esco dal negozio di fallimenti in cui ero finito e me torno indietro, stavolta a passo accellerato, non voglio fare troppo tardi.

Kuroshitsuji/Black Butler-Il tempo passa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora