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"Hai mangiato bene?"

"Sei così pallido-"

"Rufy, è come se avessi dormito a malapena-"

"Lo sai che sembri uno zombie!"

"Oh mio Dio, le borse sotto i tuoi occhi..."

"Questo Rufy è nostro fratello? Sembri così diverso!"

"Mio Dio, è quel ragazzo che ti piace che ti impedisce di chiudere gli occhi, eh?"

A Rufy sembra che gli giri la testa. "Ragazzi."

Ace scuote la testa velenosamente. "Non ci prenderai in giro questa volta, Rufy."

Rufy guarda impotente verso Sabo, i cui occhi tremano, a circa trenta secondi dal commettere qualche forma di danno alla proprietà. "Non ci hai richiamato, non ci hai mandato un messaggio, non sei tornato a casa. Eravamo preoccupati. Dadan era preoccupata. Anche se sa che possiamo gestirci da soli!"

Sentire che la loro madre adottiva aveva anche un po' di angoscia fa davvero riflettere Rufy. Il senso di colpa si insinua lentamente ma inesorabilmente, e cresce solo quando i due lo perseguitano sempre di più.

"Guardati, mangi spuntini a quest'ora!" Sabo gli prende la borsa e fruga all'interno. "Patatine fritte? Caramelle? Che ne dici di pranzare? Cena? Un pasto adeguato?»

"Spero che ti stiano dando da mangiare bene qui, Rufy," brontola Ace, "o dovranno davvero rispondere a me."

"Anche a me!" Sabo gli agita la borsa. "Come nostro fratellino, meriti di meglio di questo."

"Rufy merita di meglio di cosa?"

Rufy si sente come se il terreno gli stesse scivolando via da sotto i piedi.

Si gira lentamente verso la nuova voce, ed è Law, che percorre il vialetto con i capelli meravigliosamente arruffati, il camice da laboratorio e gli occhiali con cui non l'ha mai visto prima. Appena ritornato dal lavoro; Rufy sente le farfalle nascere terribilmente nel suo stomaco, solo per poi spegnersi altrettanto velocemente quando ricorda il contesto della sua situazione attuale.

"Tu!" Ace grida, indicando e calpestando Law. È a circa mezzo metro di distanza quando Sabo lo trattiene, ma lancia anche un'occhiataccia all'uomo.

Law indietreggia con una certa cautela, con entrambe le mani alzate in difesa. "Uh, Rufy," inizia, guardando avanti e indietro tra le due parti, "conosci questi ragazzi?"

Ace si arrabbia ancora di più. "Rufy non gli hai detto di noi?"

"Ace, no!" Sabo si aggrappa ad Ace mentre le sue ginocchia cedono leggermente, con gli occhi vitrei. "Continuo ad non accettarlo!"

"Law!" dice Rufy nervosamente, il mal di testa cresce di minuto in minuto. "Non avevo idea che saresti tornato a casa presto! Questi sono i miei-"

"Sono Sabo, il secondo fratello maggiore di Luffy" si presentò bruscamente il biondo, sogghignando verso Law. Indica la bruna: "L'altro è Ace, il primo fratello maggiore. E abbiamo sentito che tieni prigioniero il nostro Rufy."

Il riconoscimento del nome dalla loro data fa sì che Law si fermi solo brevemente, per poi sorridere facilmente. "Ah, no. E' colpa di Lami, la mia sorellina ".

Entrambi i fratelli si fermano e lo fissano con orrore. "Siete in due?!"

Law li supera facilmente per aprire il cancello. "Volete accomodarvi dentro? Sono sicuro che al caldo parlare sarà più piacevole".

Guarda Rufy alle sue spalle, e non nota l'abbassamento delle sue spalle, il sacchetto del cibo. "E magari concederti un po' di meritato riposo e relax."

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