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Lunedì, 16:30

-4 giorni alla scadenza del progetto

"E poi cosa è successo?" Zoro rimane a bocca aperta al telefono.

"Mi sono appena svegliato stamattina nel mio letto, nella stanza degli ospiti," risponde Rufy, allattando una bottiglia di succo che ha preso prima dal frigorifero di Trafalgar. "Lami e io siamo andati a scuola subito dopo, quindi ero puntuale, ma è per questo che prima ero così distratto in tutte le lezioni."

Zoro fischia. "Porca miseria Rufy."

"Lo so," Rufy sorride, arrossendo leggermente pensando alla notte precedente. "Non siamo nemmeno andati fino in fondo, ma è stato comunque fantastico. Come un sogno letterale che diventa realtà.

"I tuoi fratelli lo sanno?"

"Che cosa? Ahah ovviamente no. Tutto quello che ho detto loro è che sono ancora vivo. Niente di più."

Dire che Rufy si è sentito distratto a scuola all'inizio della giornata potrebbe rendergli un disservizio.

Il povero Zoro si accorse che la sua mente non era pienamente presente, ma fu solo quando la giornata finì e Rufy dovette tornare a casa Trafalgar che fu finalmente in grado di dirglielo per intero. Zoro era scioccato.

"Bene," Zoro finisce per dire dopo un momento, "Sono contento che ti stai divertendo, ahah. Tienimi aggiornato!"

"Andrà bene! Ti parleró dopo!"

"Sì, sì, capitano." Clic.

Law fa capolino da dietro l'angolo. "Chi era?"

"Zoro, uno dei miei amici," risponde Rufy, sorridendogli dal divano del soggiorno. "EHI."

"Ehi, tu," risponde Law, chinandosi per baciare Rufy. «Sono felice che tu ricordi ancora la nostra tradizione di venire presto il lunedì. Lami è al Consiglio studentesco, giusto?»

"Sì!" Rufy conferma. "Di solito lo è oggi!"

Law sostituisce le sue labbra con la mano, mettendole a coppa sotto la gola di Rufy, il pollice che scivola sulle labbra di Rufy. Così casualmente. La sensazione dell'aria attorno a loro cambia in un millisecondo, e Rufy sente tentacoli di calore familiare sollevarsi da sotto la sua cintura, facendo capolino dalle cure di ieri.

Law lo osserva con un'intensità che fa danzare ancora di più quei viticci. Ben presto si china, sul punto di catturare quelle labbra carnose in un bacio profondo e allettante, quando la porta d'ingresso si apre, e Lami fa un passo.

"Sono torna-" si ferma di botto.

Law ha lasciato andare il viso di Rufy e ha gettato le mani dietro la schiena, fischiettando innocentemente, studiando un ritratto di famiglia sul muro. Rufy si è dato da fare con l'app degli appunti sul suo telefono, cercando senza riuscirci di nascondere la sua faccia arrossata.

Lami non è divertito. "Voi ragazzi. Nel soggiorno? Veramente? Non avete un minimo di decenza?»

Rufy sussulta leggermente. Aveva ragione. "Scusa Lami."

Si strofina il ricordo dagli occhi. "È un effetto collaterale del stare troppo vicino a Law. Non ti biasimo, Rufy. Sei una vittima."

Rufy finisce per farfugliare. "Allora come mai tu non sei influenzata?"

Lami lo fissa con uno sguardo impassibile. "Colpisce solo quelli che provano un sentimento molto forte verso di lui"

"Pensavo che dovessi essere al consiglio studentesco", interrompe Law, incapace di sopportare ancora di sentire il suo personaggio trascinato nella terra.

Project: LoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora