cap. 12

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pov Luna
erano passati quattro giorni dall'ultima volta che io e Alex abbiamo parlato.
mi mancava, era essenziale per la mia felicità e ora che non c'è mi sento persa, ho provato a parlarne anche con Lorella ma non è cambiato nulla, ha provato a darci un duetto ma ovviamente lui ha rifiutato, chiedendole gentilmente di farlo fare con Sissi se proprio doveva farlo.
dopo lezione entrai in casetta, lo vidi in sala relax e sapevo che era il momento giusto per parlargli, la casetta era completamente vuota, alcuni dalla costumista altri dal vocal coach o a lezione, per cui eravamo soli.
mi sedetti affianco a lui, lo guardai ma non mosse un muscolo
"possiamo parlare?" domandai, non ricevendo risposta
"Alex ti sto parlando mi puoi guardare in faccia?" aveva le cuffie ma sapevo che mi ascoltava, lascia sempre un orecchio libero ma in quel momento fece un gesto che mi mandò su tutte le furie, si mise l'altra cuffia e continuò a lavorare al computer, mi alzai e gli tolsi le cuffie, obbligandolo a guardarmi
"ora possiamo parlare?" domandai sull'orlo di una crisi isterica, ma da quel che ho capito, con lui bisogna essere più tranquilli possibili, se no non parla
"sto lavorando" disse serio, ritornando a vedere lo schermo
"ti prego, non sopporto più questa situazione" dissi sbuffando
"l'hai creata tu" continuò lui sempre non guardandomi in faccia, sapeva benissimo come farmi incazzare
"senti se vuoi avere un dialogo civile togliti questo tono da stronzo e guardami mentre ti parlo" pronunciai alzando il tono, la sua risposta fu rimettersi le cuffie e continuare a fare quello che stava facendo
"fanculo Wyse" dissi perdendo la pazienza e dirigendomi in camera, prima o poi doveva parlarmi, siamo in stanza assieme.
andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua e poi tornai in stanza, notai una cosa che non volevo vedere, il mio letto non era più in stanza con Alex, aprii l'armadio in panico e notai che i miei vestiti erano spostati, girai per tutte le stanze fino a quando trovai la mia roba nella stanza rossa, con Serena e Carola, ero spiazzata da questa cosa.
ritornai da Alex, che era sempre a lavorare al computer
"ne sai qualcosa?" domandai innervosita, lui alzò lo sguardo capendo che forse era io momento di parlare
"esattamente di cosa?" disse col fare innocente
"Alessandro non prendermi per il culo, perché non sono più nella stanza con te e Luca"
"ah quella cosa, beh in realtà non ne so nulla, non sono così stronzo da cambiarti stanza solo per non parlarti" disse e in quel momento mi crollò il mondo addosso, non voleva parlarmi
"esattamente quando avrai voglia di parlarmi?" domandai ferita
"per ora sto bene così" disse con totale indifferenza, facendomi del male
"quindi non ti è mai interessato di noi" dissi sull'orlo di un pianto isterico
"esattamente di cosa? di tutte le balle dette?" alzò il tono di voce, guardandomi, e nei suoi occhi potevo vedere che lo stava dicendo senza soffrirne, rimasi in silenzio non sapendo come ribattere "ecco fai prima a non dire nulla che è meglio" disse poi lui continuando a fare quello che stava facendo
"quindi per 9 mesi vuoi fare l'indifferente a questa maniera?" domandai
"tu pensi che durerai 9 mesi qui dentro?" chiese e in quel momento una lacrima scese, le famose lacrime silenziose
"non stare a piangere, non serve a nulla, ciò che hai fatto è fatto" disse lui alzandosi "ora per favore fammi lavorare in santa pace, io almeno ci tengo a restare qui" disse passandoci affianco, non dissi nulla, ero spiazzata dal suo comportamento.
[...]
"oi bella tutto bene? che ci fai qui?" chiese Carola entrando in stanza
"mi hanno spostato qua" dissi con un filo di voce, lei mi guardò male, posò il borsone e si sedette affianco a me
"è successo qualcosa con Alex?" domandò facendomi esplodere in un pianto
"già, non vuole più parlarmi e poi mi ha ferito dicendo che secondo lui non durerò per 9 mesi qui dentro" dissi strifinando gli occhi, la ballerina mise un braccio attorno al mio collo costringendomi ad appoggiarmi alla sua spalla
"i maschi sono così, se li ferisci nell'orgoglio li perdi per sempre" disse lei "ne so qualcosa fidati" continuò con una risata amara
"il fatto è che si è autoferito, non sa come sono andate le cose, non sa nulla e si è convinto che io e Samuel stiamo insieme quando letteralmente non è così" dissi staccandomi da lei
"che giorno è oggi?" domandò lei
"non sto capendo" dissi confusa
"oggi hai il turno di pulizie con Alex" disse lei "magari è il momento giusto per parlargli" propose
"se mi degna della sua presenza si" scherzai sarcastica, continuammo a parlare fino a quando lui non si affacciò dalla porta
"ti muovi o devo chiamare Sissi?" chiese Alex con tono arrogante
"arrivo" dissi alzandomi, la mora mi guardò e mi sorrise, cercando di darmi la forza che in quel momento non avevo.
andammo in cucina e iniziammo le pulizie, nessuno parlava fino a quando lui non ebbe la forza di spiccicare qualche cosa
"senti, so di essere stato duro prima, ma ciò non cambia il rapporto che abbiamo in questo momento, scusa se ti ho ferito in qualche modo l'orgoglio" disse mentre continuava a pulire il pavimento, non riuscivo a parlare
"e poi la camera ha deciso di cambiarla la redazione" continuò il moro "per me potevamo rimanere assieme ma dato la situazione testa hanno deciso di far così, tanto con Serena e Carola vedo che hai un bel rapporto, ho fatto una bella scelta" disse poi, lo guardai confusa "mi hanno dato il permesso di scegliere con chi metterti, sapevo che con le ragazze hai un bel rapporto e quindi ho detto di metterti nella stanza rossa, ho fatto giusto?" annuii
"puoi anche parlarmi" disse distogliendo lo sguardo, innervosito dal mio comportamento
"volevo parlarti di un'altra cosa" iniziai "con Samu è finita da qualche mese"
"allora perché ti ha scritto ti amo" mi interruppe
"fammi finire, sono originaria di Rimini, ma i miei si sono separati e sono andata a vivere con il compagno di mia madre a Como, lì ho conosciuto Samu, era in lutto e così l'ho aiutato, dopo poco ci siamo messi assieme ed entrambi decidemmo di fare il provino ad Amici come -regalo-, a me presero subito mentre lui no, così mi diede quella foto, la aveva scattata nel tragitto per venire a Roma, poco dopo ci siamo lasciati perché la mia migliore amica mi disse che aveva provato a baciarla e così lo lasciai" conclusi, lui sembrò non ascoltare "Alex mi stai ascoltando?" dissi innervosita "ho staccato quando hai detto che era in lutto" disse con un filo di voce, lo guardai confusa "nulla lascia perdere"
"Alex non ti ho mai preso per il culo, quando ho detto che ti amo era vero" dissi cambiando discorso, lui si girò verso di me e mi guardò appoggiandosi al manico della scopa "sai Luna, credo che tu non sappia nemmeno cosa significa amare una persona, te lo spiego io come è andata, avevi bisogno di affetto e quando hai visto che io lo davo ti sei innamorata solo perché trovavi in me ciò che faceva lui" disse con una risata amara
"non è andata così" sussurrai
"ah no? e come è andata?" domandò con aria di sfida, rimasi in silenzio
"vedi? non lo sai nemmeno tu" disse continuando a guardarmi
"non lo so nemmeno io ma sono certa che non è andata come la pensi tu" risposi
"quando avrai la tua opinione allora ne parleremo, fino a quel momento resti fisso sulla mia idea, e comunque devi ridarmi la felpa" disse ritornando a fare quello che stava facendo
"sai Alex qualche volta dovresti ascoltare la gente senza avere la tua opinione ferma in testa" sbottai
"siamo qui per pulire non per litigare" ricordò, e dicendo questa cosa non fece altro che peggiorare la situazione
"sei tu che hai iniziato a parlare" lo accusai, lui lasciò cadere la scopa a terra e mi bloccò tra il suo corpo e il bancone retrostante
"ascoltami bene, non provocarmi perché non so per quanto io ancora riesca a stare tranquillo, quindi ripeto, quando avrai la tua opinione stabile, potrai venirmi a parlare, fino a d'allora rimango fermo sulla mia" disse
"perché devo sottostarti" sussurrai, lui contrae la mascella sospirando "non sottostai a nessuno, ho solo detto che io non ti parlerò fino a quando non hai una risposta alla domanda che ti ho posto" disse cambiando tono e guardandomi fisso negli occhi, ma da quella posizione non si era ancora spostato.
rimanemmo in silenzio per un po fino a quando non si spostò, lo presi per il braccio e lo abbracciai "so che per te non vale nulla, ma mi manchi" gli sussurrai all'orecchio, gli batteva forte il cuore
"per me vali luna, sei sempre stata essenziale, ma lasciami da solo per un po di tempo, non farti dei film mentali, devo solo chiarire le idee" disse prima di allontanarmi dal suo corpo lasciandomi da sola in cucina, scoppiai a piangere, non mi reputo una persona fragile, ma con Alex è diverso, se perdo lui perdo me stessa.

Mr. Malinconia-Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora