cap. 17

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come avevo detto in precedenza, dormire con la mano sfasciata non è dei migliori, erano già due notti che non chiudevo occhio, il medico ogni tanto mi dava degli antidolorifici che facevano ben poco.
mi alzai nel mezzo della notte, andai in cucina e mi presi un bicchiere d'acqua, venni spaventato da dei passi in corsa, mi voltai e non c'era nessuno, non ci feci caso più di tanto, due giorni che ero in after era normale avere delle allucinazioni.
"Alex" disse una voce femminile alle mie spalle, per poco non mi strozzai, mi voltai e anche questa volta non c'era nessuno "Alex sono che mi senti" sussurrò una voce al mio orecchio, mi voltai di scatto, scontrai il bicchiere che cadde a terra facendo un rumore assordante, si accese la luce nel corridoio
"la prossima volta usa un bicchiere di plastica, almeno non ci svegli tutti alle 2 di notte" si lamentò Luigi venendo verso di me
"s-si scusa" feci attenzione a dove mettevo i piedi, ero scalzo e c'erano pezzi di vetro ovunque
"tutto bene Alex? sembri scosso"
"tutto bene non ti preoccupare" dissi, cercai uno strofinaccio per asciugare l'acqua mentre lui finiva di buttare il vetro
"vai pure finisco io" gli dissi, lui annuì e mi diede per la seconda volta la buonanotte, spegnendo la luce.
"Alex" senti un tocco sulla spalla, mi voltai ma non c'era nessuno, che cazzo mi sta succedendo

                                              ○
"buongiorno Alex" disse Luca stirandosi "sei mattutino oggi" continuò
"non ho dormito" ammisi, venne e mi toccò la spalla
"come mai? incubi?" domandò, avevo legato con lui in questi mesi, gli avevo parlato di Amelia e dei miei incubi
"peggio" gli dissi voltandomi verso di lui
"Alex devi assolutamente dormire, sei messo male, dai di matto poi" disse abbassandosi alla mia statura per guardarmi negli occhi "hai due fosse sotto gli occhi, hai provato a non prendere gli antidolorifici? magari sono quelli" consigliò il napoletano
"oggi pomeriggio ho la visita, ne parlerò col medico"
"comunque cosa c'è peggio che un incubo?" chiese alzandosi per prepararsi una tazza di caffè-latte
"allucinazioni e voci" dissi rimanendo seduto per terra, poggiai la testa al vetro della portafinestra che dava alla veranda, lui si girò e mi guardò spalancando gli occhi
"ho sentito la sua voce Luca"
"te devi assolutamente dormire" disse tendendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi, nel frattempo la cucina si popolò di ragazzi che ignorai del tutto
"buongiorno Ale" disse Luna, incontrata nel corridoio comune
"ciao lu" le risposi con un filo di voce
"non hai dormito nemmeno stanotte?" chiese prendendo il mio viso tra le sue mani, scossi la testa
"come mai?" chiese dispiaciuta
"puoi farmi compagnia? ho bisogno di parlarti"
mi seguì preoccupata, dovevo parlarle di Amelia, era un consiglio che mi ha dato Luigi, ma che per mesi l'ho lasciato vano per paura di perderla

"oi bimbo che ti succede" disse incrociando il suo sguardo col mio
"c'è una cosa di cui volevo parlarti da mesi ma non trovavo il coraggio" ormai è andata, lei si sistemò meglio, facendomi cenno di iniziare
"hai presente quando vorresti piangere e poi ridi e fai finta di niente?" iniziai
"si...ma non capisco Ale"
"io sono così adesso, come lo ero molti anni fa, è da 10 anni ormai che ne soffro.
ti sarai chiesta in questi mesi perché io odi Samuel, ti ho sempre e solo detto che è per la questione di mia sorella ecc. in un certo senso si è così, ma Samuel ha avuto una ragione per fare quella cosa" dissi con un groppo in gola, lei annuì
"a 14 anni conobbi Samuel al Liceo, diventammo migliori amici e dopo un anno si aggiunse la sua migliore amica Amelia.
io e lei non ci calcolavamo più di tanto, fino a quando al mio 16esimo mi regalo questo bracciale con la A dicendo che potevo dargli un significato come un altro, poco dopo io e lei ci mettemmo assieme e questa cosa funzionò fino al mio 19esimo, quando in discoteca lei si baciò con un altro. litigammo tutta la sera e ci lasciammo in bruttissimi rapporti, lei però voleva farmi sapere che non era stata colpa sua, questo ragazzo era ubriaco e io li ho visti nel secondo in cui lui ci stava provando con lei non sapendo che stava con me, io nel frattempo ero a prendere da bere. tu domanderai, Alex in discoteca? beh era stata opera di Samuel, sapeva che non stavo nel migliore dei periodi, quindi per farmi scollegare i pensieri mi portò in discoteca, peggiorando la situazione.
ogni volta Amelia voleva parlare con me almeno per risolvere ma non c'era verso, io in qualche modo la odiavo, Samuel le diceva sempre di aspettare che io passassi quel periodo che tutt'ora mi perseguita, ma lei testarda com'era venne una sera a parlarmi sotto casa, sapeva che stavo rientrando da un uscita.
erano le 2 e 30 di notte, uscivo per scollegare i pensieri ma quella sera rientrai presto perché aveva iniziato a diluviare, quando la vidi dal mio portone mi bloccai, iniziammo a urlarci contro e io la mandai a fanculo, lei sentendosi ferita rientrò in macchina e se ne andò, pioveva veramente tanto.
alle 3 e 7 di notte venne tamponata da un camion all'incrocio difronte a casa mia, corsi da lei ma non c'erano speranze, la macchina era un cumulo di ingranaggi fuoriposto, chiamai subito un'ambulanza e poco dopo anche Samuel, il quale mi raggiunse in ospedale, mi ripetevo di pensare positivo mentre Samuel mi consolava dicendo che andrà bene, alle 5 del mattino venne data una risposta che noi due aspettavamo con ansia:
Amelia era morta.
mi crollò il mondo addosso, Samuel iniziò ad urlarmi contro che era tutta colpa mia, strano perché poche ore prima era proprio lui a consolarmi, da lì mi promisi di non innamorarmi più non perché l'amore mi aveva tolto, ma perché io avevo tolto l'amore a qualcuno, avevo tolto una figlia, una nipote, una sorella, una migliore amica e soprattutto una ragazza meravigliosa.
sono un mostro non serve che lo dici" conclusi tirando su col naso, lei in tutto questo mi ascoltava senza dire una parola
"vorrei solo poter tornare indietro, scordarmi di guardare in alto per parlare a qualcuno, forse se la facevo entrare in casa era ancora qui con me, non per forza come ragazza ma come amica." continuai
"Ale...non è stata colpa tua, è stata colpa di entrambi" disse lei mettendomi una mano sul ginocchio, la guardai
"tu potevi essere più gentile, lei doveva aspettare, so che detta così sembro una stronza nei confronti di quella ragazza, ma sono abituata a fare dei quadri generali delle situazioni per dare il 50 e 50, l'amore fa male ricordatelo, ciò non significa che tu sia un mostro, la vita è fatta così bimbo, sono sicura che lei ti guarda da lassù fiera dell'uomo che stai diventando" continuò
"non credo sia fiera di me"
"fidati, sei una persona d'oro Ale"
"ci assomigli sai?" dissi, lei mi guardò sorridendo
"beh non so se sia una bella cosa o meno assomigliare a una ragazza defunta, senza offesa eh" buttò sul ridere
"c'è altro che mi devi dire? perché se no vorrei mangiarmi i miei oreo perché ho veramente tanta fame" rise contagiandomi
"vai pure, io sto un attimo qui, al massimo vi raggiungo più tardi"
"ok malinconia a dopo" disse dandomi un bacio a stampo che ricambiai
"a dopo musetto"
mi passai le mani in volto, che mi sta succedendo
"Alex" ancora?
"la lama, prendi la lama"
mi alzai, presi le cuffiette e mi sparai al massimo la musica, ritornai nel letto e chiusi gli occhi, poco dopo mi addormentai.

Mr. Malinconia-Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora