7 Midnight

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«Ho letto centinaia di libri che parlavano d'amore e ti cercavo fra le pagine».
CHARLES BUKOWSKI

<Vado a pagare> esclamo dopo un po'. Kai alza lo sguardo, ma è perso nel vuoto. Stringe dei pezzetti di carta come se fossero l'appiglio a qualcosa. Annuisce e mi avvicino alla cassa. Qualcuno mi tocca la spalla. Mi giro chiedendomi il motivo per il quale Kai mi abbia toccato, ma lui non è davanti a me. Ad avermi toccato è stato un uomo dai capelli dorati e gli occhi verdi. Assomiglia molto a quello che un tempo era mio fratello, ma l'uomo ha dei residui di barba incolta a indurirgli il volto. Gli occhi gli brillano, ma nelle sue labbra leggo l'angoscia di un cuore che vacilla.

<Matteo Davis, giusto?> mormora a bassa voce per non farsi sentire. Annuisco notando le somiglianze tra quest'uomo e Davide. L'uomo pare rilassarsi per un secondo, ma il suo tono si fa urgente. <Sono Sam Lee. Ho bisogno di parlarti> Abbasso lo sguardo sui suoi vestiti e noto il completo da lavoro blu. Il signor Sam non lavora nel Bronx. I suoi vestiti sono tipici dei lavoratori di Manhattan. Lavora in un'agenzia di spazzini che puliscono la città di notte. Sul cartellino c'è scritto Fire Flies.
"<Ho trovato una cosa strana. Sulle scatole che vengono spedite a New York, il destinatario è sempre Fire Flies, ma non c'è nessun mittente.>" mi aveva detto Aron in chiamata. Mi sento scivolare indietro mentre la mente si spinge in avanti.

<Come fai a sapere chi sono?> domando insospettito.

<La tua fama ti precede, piccolo Davis. Conosco la tua storia> Sam si avvicina al mio orecchio e mi sussurra <e conosco tuo padre.> Faccio un lungo sospiro sentendo il petto appesantirsi. <Ci sono voci su di te. Molti credono tu abbia ucciso tuo fratello>

<Io non ho ucciso Davide> batto in ritirata.

<Lo so> afferma conciso. <Ti ricordi del professor Lee?> Annuisco in risposta senza comprendere il nesso. <Lui era mio fratello>
Il professor Lee era il mio insegnante di educazione fisica a Los Angeles. Un uomo sopra le righe, duro e inflessibile, ma quando ci siamo trovati in pericolo ci ha aiutati. È morto per salvare me, i miei fratelli e Aron. Se è vero che lui è il fratello devo ascoltarlo. Glielo devo.

<Non capisco perché sei venuto da me> sbotto osservando le figure nel bar che si muovono come ombre.

<Avete scoperto la base della piramide. Uno dei cinque vertici. Io e mio fratello eravamo dei ragazzini quando tutto è iniziato e avevamo bisogno di soldi. Tuo padre e dei suoi amici ci diedero un lavoro e gli siamo diventati debitori senza capire che eravamo diventati complici. Nella tempesta cercavamo la pace, ma abbiamo trovato una pace effimera.> sussurra. L'ultima frase è però l'eco di una frase passata. Anche il professor Lee aveva detto la stessa cosa.

<Perché mi sta dicendo queste cose?>

<Perché io e Garret Huron dobbiamo parlarti. Tuo padre nasconde più di quanto ti aspetti, così come tua madre>

<Non mettete in mezzo mia madre> dichiaro con un tono molto più alto del solito tanto che alcune persone si girano verso di noi. Sam cerca di calmarmi poggiando una mano sul braccio, ma mi scosto.

<Tua madre non è una santa> commenta. Nella mia testa si riversano le stesse parole che però fuoriescono dalla bocca di mio padre.

<Mia mamma è stata vittima delle circostanze> esclamo sentendo la gola pizzicare.

<Forse> sussurra con un mezzo sorriso. <ma ci sono cose non dette>

<Dimmele allora> dico sentendo qualcosa pulsare nella gola.

<Non qui. Ti aspetto fuori, tra la E 161 St e la E 162 St all'entrata di Railroad Park> detto questo, Sam si allontana dal bancone e si avvicina all'uscio della porta.

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