1 Il ritorno

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«Immaginate di mischiare le sostanze più opposte e nocive di questo mondo in un unico bicchiere, sostanze che singolarmente esprimono effetti disastrosi e catastrofici.
'Non funzionerà, dottoressa
Setterman'. 'Non mi aspetto che funzioni'.»
ROKIA

-POV MATTEO-
Nella vita si perde perché la vita è un gioco dove vince chi perde di meno, ma chi perde di meno è anche chi gioca in panchina.
Non mi sono mai tirato indietro e sono finito per perdere la mia famiglia e i miei amici.
C'è un mondo infinito dietro la siepe, ma la paura di un muro paralizza la scelta. La verità è che mi sono scontrato contro quel muro credendo in un campo soleggiato. Mi sono recato cicatrici prendendo la strada sbagliata.
Sono i primi di febbraio e ancora non mi capacito di aver perso tutto un mese fa.
"<Ho bisogno che tu vada a New York>" mi ha detto Aron quando ero ancora a Los Angeles.
Inspiro il fumo della sigaretta allontanando i rimorsi e tutto quello che mio padre mi ha tolto.
Non sono stato l'unico a perdere tanto in questi mesi. Josh, Aron e i miei fratelli hanno perso come me. Adesso siamo tutti in città diverse, dispersi in un mondo grande e senza tetto che ci ripari dal destino.
Per quanto possiamo essere lontani, siamo collegati da fili intrecciati. Siamo fili di un ricamo dallo sfondo scuro e strappato.

<Jake smettila> lo sgrida Megan. Alzo le sopracciglia mentre si alza dallo stesso divano dove sono seduto. Afferra il telecomando dalla mano di Jake facendo oscillare i lunghi capelli neri lisci e sottili come corde di violino. Fulmina con gli occhi castani Jake mentre le sue guance si tingono di rosso per la rabbia. Il ragazzo alza il braccio per non farle afferrare il telecomando sfruttando il suo metro e ottanta. Jake ha i capelli castani movimentati da dei ricci e gli occhi verdi sembrano smeraldi sotto la sua pelle dorata.
Alzo gli occhi al cielo non sopportandoli più.
Quando perdi una cosa importante, l'istinto ti insegna a proteggere anche le cose banali.
Loro due hanno perso esattamente come me.
Dietro le mura del nostro appartamento e nel fondo delle bottiglie, si nasconde quello che siamo.
Inspiro il fumo sentendolo invadermi il petto calmandomi. I loro battibecchi sono frequentissimi e le mie orecchie hanno un livello di sopportazione eccessivamente basso.

<Megan, mi rifiuto di guardare uno dei soliti film di Hollywood> esclama Jake intrecciando le dita tra i capelli castani chiari. Si sistema meglio sul secondo divano rosso e si abbassa per prendere una bottiglia di birra.

<E io mi rifiuto di vedere uno dei tuoi soliti film> ribatte Megan furente di rabbia risedendosi sul divano al mio fianco. Le poggio una mano sul braccio nel tentativo di calmarla e lei fa un profondo sospiro.
Chi perde nella vita conosce il dolore.
Il dolore è umano. Cosa saremmo noi senza esso?

<Fa come vuoi, Miller> sbotta lui calcando sul cognome. Megan assottiglia lo sguardo e stringe la mascella mentre Jake parla con noncuranza e beve la birra a lunghi sorsi.

<Avrei fatto come voglio in qualunque caso, Reyes> replica Megan con astio. Sbuffo seccato facendo rumore e ricevendo solo un'occhiata da parte di Jake che mi lancia una bottiglia di birra ancora chiusa.
Il campanello suona. Ci osserviamo per quello che sembra un secolo. Gli occhioni castani di Megan si issano sui nostri visi in cerca di una risposta.
È quasi mezzanotte, chi potrebbe mai essere?
Mi alzo posando la bottiglia sul tavolino vicino al divano. I passi che congiungono il divano con la porta di casa sono pochi. Casa nostra non è grande. Ognuno di noi ha una stanza propria ma gli spazi comuni sono davvero piccoli.
Apro la porta senza chiedere "Chi è".
Di fronte a me, si trova un ragazzo dai colori pastello. La pelle diafana sembra quasi cadaverica. Ha dei capelli biondo platino lisci e occhi di ghiaccio. Il ragazzo aggrotta la fronte confuso nel vedermi, ma nel silenzio si sente la voce allegra di Megan che si tuffa in un abbraccio sul nuovo arrivato. <Kai> lo saluta lei. Lui la stringe con forza piegando la testa per accarezzarle i capelli con una confidenza che mi fa comprendere che si conoscono da anni. Rimango immobile di fronte al gesto dei due. Megan non è molto affettuosa, ma è evidente che lui le è mancato tanto.
Vivo con Megan e Jake da un mese nel Bronx. Una volta quest'ultimo mi ha avvisato che due anni fa viveva un altro ragazzo con loro. So solo che loro tre sono cresciuti insieme poiché tutti provengono dallo stesso quartiere.
Jake ci raggiunge con un sorriso mentre afferra una mano di Kai e la stringe attirando il suo corpo al suo dandosi una spallata fraterna. L'intesa negli occhi è il riflesso di un passato condiviso.
Kai alza lo sguardo osservandomi. Sostengo lo sguardo sentendo gli occhi freddi sfidarmi. <Kai> lo richiama Megan. <Lui è Matteo. Vive con noi da un mese> spiega. Kai mi scruta ma notando la fiducia che Megan e Jake ripongono in me, cede e mi tende la mano. La stringo e sento la sua mano gelida a contatto con la mia.

<Benvenuto> dichiara con voce ferma ma con l'ombra di un sorriso.

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