12 Ignis

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"Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell'inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell'assenza."
ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY

Tornati a casa ho cercato di accantonare le nuove informazioni senza reale successo. Ho raccontato a Kai tutto ciò che sapevo e quando il sole ha iniziato ad illuminare i tetti non ha esitato a prendere le chiavi della moto e seguirmi nelle mie ricerche. Mi sono sentito meno solo quando, sfrecciando con la moto, abbiamo rallentato per parcheggiare. <È questo> afferma lui fissando l'entrata in una via molto carina di Brooklyn. La porta di vetro ha una cornice di plastica blu con una sottile scritta gialla. In alto lampeggiano le parole che ci fanno capire di non aver sbagliato strada. <Non sembra avere nulla di macabro per ora> commenta Kai con un sorrisetto.

<Dai entriamo> lo sprono varcando la porta. Dentro ci sono diversi addetti con dei buffi cappellini blu e una linea gialla che riprende l'uniforme del primo colore. Le persone camminano velocemente rispondendo alle diverse chiamate che ricevono.

<Buongiorno, posso esserle utile?> chiede una donna sulla ventina che ci sorride chiedendosi cosa ci facciamo qui.

<Volevamo chiederle se ci fosse un posto di lavoro libero per entrambi> Invento smorzando la tensione.

<Sei straniero?> domanda lei inclinando il viso e io annuisco. <Scusa non volevo essere invadente solo che è un accetto un po'... strano. Non in senso offensivo.>

<Tranquilla> la rassicuro.

<Charlotte con chi parli?> esclama una voce.

<Cerca assunzioni papà> spiega. Il padre si avvicina. Ha i capelli corti e brizzolati e delle labbra sottili che si confondono con gli accenni di barba.

<Non dovrebbero esserci> risponde tranquillamente.

<È il capo?> chiede Kai all'uomo osservandosi intorno.

<No> mormora lui con una risatina <In questo momento è molto occupato. Quanti anni avete avete?>

<18> dichiara Kai. A guardarlo ne dimostra almeno 19. Il cinquantenne annuisce osservandomi aspettando una mia risposta. Mi mordo la lingua mentendo e affermando di avere la sua stessa età.

<Sembrate più grandi> mormora l'uomo. Sorrido consapevole che non non ho mai amato essere così alto come adesso. Probabilmente a trent'anni ne dimostrerò 85 ma perlomeno sembrare più grandi mi è stato utile. <Se volete posso darvi il numero di un locale dove servono degli addetti per la security>

<Ci farebbe molto piacere, grazie> rispondo. Un telefono squilla e l'uomo inclina la testa facendoci capire di dover rispondere e poi si allontana.

<Pronto, Fire Flies. A cosa posso esserle utile?> dice l'uomo con gentilezza il garbo.

<Matteo> mi richiama Kai toccandomi il braccio. Inclina la testa in direzione del muro alla nostra sinistra il quale sarebbe tutto di un bianco lattiginoso se non fosse per una scritta blu dal carattere elegante leggero.

"In girum imus nocte et consumimur igni"

Annuisco per dire che siamo nel posto giusto e scatto una foto cercando di non essere notato. Kai mi osserva straniato chiedendosi probabilmente di che lingua si tratti.
<Avete un bagno?> domando e la ragazza che mi pare si chiamasse Charlotte, annuisce come vigore.

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