Un anno per innamorarmi della vita,
un anno per indossarla e strapparla,
un anno in cui mi spezzo
e un altro in cui cammino.Inseguo un percorso, una retta indefinita,
un tragitto dal confine sbavato.
Un giorno mi chiederò che è successo,
l'altro non vorrò pensarci.È bastato poco per innamorarmi di te.
È bastato un istante per avere paura.-POV MEGAN-
A volte ci si sente soltanto sbagliati, persi in un mondo che ha già deciso le forme che dobbiamo avere. A farci sentire sbagliati o di troppo non siamo noi stessi. Spesso deriva da parole o atteggiamenti derivati da altri.Ho sbagliato, forse io stessa lo sono.
Infondo siamo tutti fluidi Newtoniani. Abbastanza solidi per sopportare, ma non abbastanza da essere forti.
Giorno dopo giorno il tempo corrode e forza.
Corroderà i miei movimenti e si mangerà gli istanti.
La paura del dopo, del fallire.
Insegnato l'errore, la paura della ricaduta in esso spezza le ali e forza i piedi a camminare.<Sei davvero brava> sussurra la mamma di Jake. Mi osserva con un sorriso luminoso e il volto scavato da una guerra interiore. I denti sono costantemente bianchi e il viso pallido. I capelli ormai andati persi tra le chemio che la distruggono interiormente, come se fosse seppellita tra le foglie di un tempo maligno che si erge coi piedi da esse con gli occhi carichi di luce. <Perché non vai in una scuola di danza?>
<La danza è libertà. Io non cerco qualcuno che mi dica cosa fare e come farlo> affermo andando a stoppare la musica.
<Quando dici queste cose sembri proprio la figlia di tua madre> mormora sedendosi sul divano al lato della stanza. La frase mi fa storcere il naso.
<Che ha fatto adesso?> chiede di getto smettendo di sorridere e rabbuiandosi.
La mamma di Jake mi ha vista crescere, litigare col figlio e difendere Kai. Amelia è come una figura stabile quando intorno tutto è sabbia al vento. Si è sempre presa cura di me e di Kai come se fossimo sui figli.<Niente di importante> rispondo sollevandomi sulle punte. Ogni danza, ogni movimento indica un carattere, un sentimento. Il corpo parla anche quando le parole cessano.
<Sai, anche io da piccola facevo danza> esordisce Amelia. Mi accomodo sul divano guardandola negli occhi. Amelia e Jake hanno lo stesso taglio e lo stesso colore di occhi: un verde intenso ed espressivo. <Mi piaceva tanto>
<Perché hai smesso?> Chiedo e lei sorride guardando oltre la mia spalla. Con la testa rivolta al passato, accarezza i ricordi che custodisce.
<Quando ciò che ami fare inizia a farti male, lasci che esso ti infligga spine. Ma nel momento in cui non c'è più pelle disponibile, il corpo e la mente si consumano fino a lasciare un sapore dolce amaro>
<Stavi male?>
<Amavo ballare ma faceva troppo male>
<Perché?> indago.
<Un giorno, la palestra prese fuoco> spiega.
<Come?>
<Non si sa, ma fu un incendio così potente che trascinò con sé una ragazza>
<Era tua amica?> chiedo vedendola pizzicarsi le dita.
<Non eravamo amiche strette, ma le persone conosciute facendo sport sono diverse da tutte le altre> disse mesta. La voce le si perse nel tempo contrastando lo spazio. <Una parte di me invidia la tua voglia di danzare da autodidatta, libera e spoglia di ogni privazione.>
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Caos
RomanceCi sono storie che brillano nella luce e altre sorrette dalle ombre. Pitture nere lungo i bordi di un racconto strappato. La nostra vita è un oblio dalle pareti nere in cui nascondiamo il buio dietro la carta da parati. Ci sono storie fatte di Caos...