Sono nata con l'inchiostro dentro.
-POV LYRA-
<Chi?> domando con la gola secca.<L'amico di Sam Lee> spiega Matteo con gli occhi più espressivi che mai. Ardono del calore che quelle parole gli provocano.
<Si, ma dove si trova?> chiede Kai arricciando il naso. Non lo avevo mai visto così, ma dalla tranquillità con cui si muove capisco che si trova a suo agio.
<Non lo so> scuote la testa Matteo.
<Dovremmo cercare gli orari dei turni di lavoro> propongo.
<Sarebbe sospetto> replica in risposta.
<Nemmeno se chiedo a Charlotte?> esclama Kai con un sorrisetto diretto a Matteo.
<Non so chi sia, ma Matteo ha ragione. Non possiamo lasciare i segni del nostro passaggio> rispondo.
<Allora che idee hai, Ross? Sei qui da meno di mezz'ora e credi di avere già tutto sotto controllo> sbotta Kai.
"<Lyra> dice mia madre. <Non scappare dai problemi>
<Ma mamma, si è rotta l'impastatrice> mi lamento mettendo il broncio.
<Allora è il momento di rimboccarsi le maniche. Non c'è nessun segreto che non può essere scoperto. Serve solo un po' di ingegno> afferma aprendo l'oggetto con manualità per poi aggiustarlo."
Col tempo ho capito che cosa intendesse. Le verità sono spesso nascoste in uno scatolone rinchiuso in una stanza piena di polvere. Capaci di ferire, vengono coperte da bugie. La verità è che cerchiamo di proteggere noi stessi da quelle verità.
Pensa Lyra. Un modo.
Accendo il cellulare e accedo all'account di mia madre.
Cerco su internet richiedendo gli accessi ai dati riservati.<Trovati> esulto.
<Cosa?> domanda Matteo.
<I turni>
<Come?> indaga il moro facendosi serio.
<Stanno sul sito> rispondo fingendomi indifferente. Matteo mi squadra dalla testa ai piedi.
<Dovrebbero essere dati personali>
<Non so perché sono visibili infatti> replico sentendomi rimpicciolire da quegli occhi neri. Matteo ha questa capacità. Riesce a penetrare l'anima e a far incassare i colpi senza un lamento.
<Quindi a che ora è il suo turno?> chiede Kai cambiando discorso.
<Tra mezz'ora> dico felice di cambiare argomento.
Mezz'ora dopo siamo di fronte al Fire Flies. Dalla porta dell'ufficio esce un uomo dai capelli scuri e un cappellino a proteggerlo dal sole. <Siamo troppi> dichiara Matteo osservando il furgone dove l'uomo deve entrare. <Non possiamo avvicinarci tutti><Entro io> mi propongo. Non voglio siano un passo avanti. Potrebbero riportarmi solo quello che vogliono e così non riuscirò mai a incastrare Matteo.
<Stai al tuo posto Ribelle. Sta volta resti in panchina> sbotta Matteo lanciando un'occhiata a Kai per poi girarsi e incamminarsi verso il furgone. Una scossa allo stomaco mi fa scattare. Gli sbarro la strada ritrovandomelo a un palmo da me.
<Perché non posso scendere in campo?> chiedo e lui sembra spostarmi con lo sguardo. Sorride della situazione come se lo divertisse, come se trovasse divertente la mia provocazione.
<Perché i tuoi artigli ci serviranno un'altra volta>
-POV MATTEO-
Mi allontano dalla rossa passo dopo passo concentrandomi sul furgone di fronte. A terra luccica un oggetto. Lo afferro accarezzando la plastica del clipper. L'uomo chiude la portiera senza notarmi e abbassa il finestrino portandosi una sigaretta alle labbra. <Le fa comodo un accendino?> mormoro e l'uomo sgrana gli occhi e dischiude le labbra sorpreso. <Le era caduto l'accendino prima> spiego porgendoglielo.

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Caos
RomanceCi sono storie che brillano nella luce e altre sorrette dalle ombre. Pitture nere lungo i bordi di un racconto strappato. La nostra vita è un oblio dalle pareti nere in cui nascondiamo il buio dietro la carta da parati. Ci sono storie fatte di Caos...