Goffredo si volse ancora ridendo vittima dello scherno bonario degli amici che lo avevano accompagnato nel viaggio.
Il riso lasciò posto allo stupore che fu così tanto che l'uomo fece qualche passo verso di lei e si bloccò piegando la testa su un lato e guardandola dai piedi alla testa.
La ragazzina era divenuta una donna, le forme morbide dei fianchi snelli erano messe in evidenza dall'abito color vinaccia che le scendeva morbido fino alle caviglie.
Era alta. E quanto era alta! L'orcio sulla testa e un braccio alzato a tenerlo le faceva assumere una posa battagliera e provocante. La chioma dei capelli che ricordava di un castano rossiccio ora era fiammeggiante di un rosso cupo e con sfumature di fiamma in cima, come se fosse avvolta dal fuoco del sole. Gli occhi erano di un verde intenso con l'iride cerchiata d'ambra.Sir William d'Aquitania gli si affiancò e lo burlò ancora.
«Non deve essere lei! Non rispecchia la pessima descrizione che ne avete fatto! E se è lei.... ...davvero! Siete un idiota!»
Goffredo continuava a fissare la ragazza che non dava segno di muoversi.
Come se non bastassero gli scherzi che per tutta la durata della traversata delle contee di Pèrigord e di Poitou si erano prodigati di fargli, incentivati dallo screzio che era accorso fra lui e il re Enrico a causa di questo benedetto erede che non ci sarebbe mai stato se il signore feudatario non si degnava di far visita alla moglie, ora si aggiunse anche Rinaldo della Marche che raggiunti i due mise il carico.«Se proprio non vuoi te lo faccio io l'erede con quest'orribile donna.»
Queste parole riscossero Goffredo che si volse a guardare Rinaldo serrando la mascella.Gli altri tre giovani baldi che lo accompagnavano furono più scaltri e raggiunsero la giovane con disappunto di Goffredo che non si era affrettato a fare altrettanto.
«Donna Cecilia d'Angiò, sir Albert Limoges del Viscontado di Limoges per servirla!»
Sir Albert si profuse in un inchino mentre sir Uld e sir Amalrico di Montfort si contesero l'otre togliendo il peso dalla testa della giovane che sorrise e una volta liberata dall' impiccio poté fare l'inchino a Sir Albert e tornare ad osservare quello che doveva essere suo marito.Goffredo fece dei passi misurati e lenti e le si fermò davanti.
Cecilia si inchinò
«Mio signore!»
«Siete molto cambiata»La giovane parve spiazzata si alzò e studiò l'espressione dell'uomo per capire cosa intendesse. Non riuscendo ad interpretarne il pensiero preferì chiederlo.
«A quale delle due occasioni in cui mi avete veduta riportate questa diversità? A quando neanche mi guardaste a tredici anni o tre anni fa quando appena sedicenne venivo percossa giornalmente dai vostri amorevoli genitori?»La giovane doveva aver acquistato una certa fiducia in se stessa, in quelle parole vi erano una serie di velate recriminazioni, e per essere il primo scambio di battute era di certo ben pungente.
«Ero completamente disinteressato nella prima occasione che non vi ricordo nemmeno» ribatté Goffredo.
«Bene!» rispose lei «Non vedo come potreste ricordare la seconda dato che non aveste occasione di vedermi se non deturpata e comunque irriconoscibile da quello che ero.»
Sir Uld che li seguiva reggendo l'otre litigandoselo ancora con sir Amalrico glielo lasciò definitivamente e disse:
«Io ve lo dissi che sotto i lividi c'era un viso d'angelo!»
Goffredo si volse a guardarlo male e sir Uld alzò le mani in segno di resa e con una delle due fece il segno di cucirsi la bocca.Goffredo alzò il braccio piegato aspettando che lei vi si poggiasse per accompagnarla all'interno.
Cecilia rimase impietrita per qualche secondo guardando il gomito dell'uomo come fosse di fiamma viva e avesse paura di bruciarsi, e con questo spirito alzò la propria mano per poggiarvela sopra e scoprire che non era ustionante, poi alzò lo sguardo e si accorse che invece quegli occhi di ghiaccio bruciavano più della fornace del fabbro del castello.
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Rossa come le fiamme
Romance1260, e giù di lì. Sir Goffredo, duca della Normandia torna, per la seconda volta a distanza di tre anni, obbligato da re Enrico III, al suo feudo nella contea del Maine. Lo stesso re che lo obbligò, con la complicità dei genitori, a sposare una ra...