Fu dopo qualche giorno che un messaggero del re arrivò a palazzo per annunciare che il re con il suo seguito sarebbe presto giunto nella contea del Maine per incontrare il suo braccio destro e conoscerne l'odiata moglie.
Il re veniva direttamente dalle terre dei D'Angiò dove era stato per rinsaldare vecchi accordi e far vedere ben presente l'ombra lunga del re normanno ai contadini provati dall'assedio e dal digiuno.
Non fu contento di non avervi trovato Goffredo che, gli era stato detto, era voluto tornare nel Maine senza aspettare oltre.
Aveva conosciuto i D'Angiò, si era toccato la barba corrucciato vedendo sir William costantemente appiccicato a Margò D'Angiò.
Il padre di lei aveva dato al ragazzo il suo consenso alle nozze e il re che considerava che le nozze fra i feudatari dovessero essere incentrate a rinforzare la potenza del suo regno non era certo fosse la scelta migliore.Durante una pasto chiacchierando del più e del meno il re apprese che la giovane Margò somigliava in modo impressionante alla consorte di Goffredo.
Leggermente più appuntito il volto di Margò, meno morbido e più scavato sulle guance, gli dissero, forse più magra per i razionamenti di cibo, re Enrico guardava sempre con maggior interesse la ragazza.
Quando la giovane riportò la promessa di Goffredo di farle riabbracciare l'amata sorella il re pensò non fosse una cattiva idea dare seguito a quella promessa così da valutare se i sentimenti dei due fossero corruttibili.
Fu così che in accordo con Riccardo decise di portare con se Margò per farle incontrare la sorella, inizialmente si era parlato di estendere l'invito a donna Matilde ma Riccardo si dimostrò ostico e non acconsentì che la moglie si allontanasse dal feudo. Segretamente temeva che se fosse stata con entrambe le figlie avrebbe rischiato non tornasse, ed egli amava profondamente la moglie dal primo istante in cui la vide presso un laghetto vicino al feudo. Amore ricambiato ma facile ad essere accantonato quando si trattava delle figlie.
Fu un caso che sir William avesse ricevuto l'ordine di pattugliare i confini ben prima di questa decisione.
Re Enrico aveva lasciato parte degli uomini a difesa delle due contee riconquistate. Avrebbe poi dovuto tornare a seguire i conflitti nel sud dove le contese erano ben lontane da essere risolte. Ma prima avrebbe fatto tappa in territorio normanno per assoldare nuovi cavalieri a rimpiazzo delle perdite subite.
Nei giorni successivi Cecilia e Goffredo quasi non si videro. Goffredo pianificò battute di caccia per avere abbastanza cacciagione da rifornire le cucine di Ersilia, le notti era quasi sempre di pattuglia per il controllo costante dei confini. Avere re Enrico in contea era sì un onore ma aumentava il rischio di essere attaccati.
Tornava esausto e crollava dal sonno. Si svegliava con Cecilia addosso e borbottava di malumore quando doveva alzarsi lasciandola sola. Il modo come lei gli si stiracchiava addosso lo faceva impazzire e durante la caccia si era ritrovato più volte distratto, a lasciarsi sfuggire la preda, pensando a quella sinuosità contro la pelle.
Quando il re giunse tutto era pronto per l'accoglienza. Un accampamento aggiuntivo fu organizzato alle mura esterne, nel feudo le stanze abbondavano. La legna era stata accatastata e in ogni stanza fu acceso il camino.
La stanza del re sarebbe stata nella zona più interna del feudo per garantire sicurezza. Era proprio sotto alla stanza della torre centrale, che era divenuta la camera di Goffredo e Cecilia.
Mentre lo scalpitio dei cavalli che si avvicinava diveniva un rumore assordante Goffredo scese sotto le mura per accoglierlo.
«Sire!» disse chinando il capo dopo che fu sceso da cavallo.
«Goffredo! La vostra ferita?»
«È ancora brutta ma non c'è più infezione. »
«Mmm! Questo mi disturba un po' perché avevo bisogno di voi per un tafferuglio nella contea di Périgord, ma se non siete in piena forma...» l'uomo si portò una mano alla barba grattandosi il mento «...ma dov'è la fanciulla?»
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Rossa come le fiamme
Romance1260, e giù di lì. Sir Goffredo, duca della Normandia torna, per la seconda volta a distanza di tre anni, obbligato da re Enrico III, al suo feudo nella contea del Maine. Lo stesso re che lo obbligò, con la complicità dei genitori, a sposare una ra...