28) tempo

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Ci volle più di un mese prima che Goffredo, William e Uld con parte dei loro uomini potessero intraprendere il viaggio verso Rouen.

Nel frattempo Cecilia e Margò si erano un po' ambientate e spesso erano nella stanza delle ancelle, la prima di fronte alle scale, e oramai si sostituivano a loro ed entravano nella stanza di Elisabeth per aiutarla a vestirsi e acconciarsi i capelli. O semplicemente per chiacchierare amabilmente con la regina.

Elisabeth le trattava come sue pari e oramai era dalla loro parte. Ma si ritrovava spesso a discutere con il consorte che si ostinava a dare credito alle parole di donna Hester.
Quest'ultima oramai sembrava fuori controllo, tentava di sedurre il re con le sue movenze ed era arrivata al punto di irrompere nella stanza da bagno quando vi era re Enrico e lasciare scivolare la vestaglia fingendo di non sapere che vi fosse qualcuno.

Il re ne fu lusingato ma anche imbarazzato, con un colpo di tosse fece sentire la sua presenza, anche se sospettava lo avesse fatto apposta e le chiese gentilmente di attendere fuori che avesse finito.

Margò e Cecilia avevano preso l'abitudine di scendere sul retro per usufruire di quella splendida vasca a tarda notte quando nessuno girava più per la casa e loro potevano spogliarsi in tranquillità. A volte si univano a loro alcune delle ancelle e la stanza si riempiva di risa e schiamazzi. Questi momenti erano un balsamo per il cuore di Cecilia che cominciò a sentire meno la mancanza di Goffredo.
Pensò che forse sarebbe riuscita anche a vivere come prima con l'idea della sua assenza, ma ricacciava quel pensiero ogni volta che le si ripresentava davanti.

Sara e Iulia insieme alle altre cominciarono a parlare della parata.
«È per la prossima luna piena, noi faremo le danze di apertura, potreste unirvi a noi e fare anche un assolo voi due soltanto. Faremo le prove nella sala nell'edificio a destra da questo e nessuno sarà autorizzato ad entrarvi fino a parata conclusa. Abbiamo delle vesti nei nostri bauli e di certo troveremo qualcosa anche per voi.» disse Iulia.
«Sì! Gli faremo indossare quelli rossi! staranno d'incanto.» disse Sara.

Cecilia le guardò dubbiosa.
«Non so! Non ho più ballato in pubblico da che ero una bambina. Mi sentirei in imbarazzo.»
«Ooh io credo che fareste un figurone con la particolarità dei vostri capelli e qualche bella musica celtica. Faremo delle prove e fino all'ultimo potrete decidere se farlo davanti ai comandanti dei soldati.» disse ancora Sara.

All'ultima frase le due rosse sussultarono.
«I comandanti?» chiese Cecilia.
«Certo, tranne qualcuno lasciato a tenere le fila al sud gli altri saranno a breve a palazzo. Stanno già preparando le sei palazzine sul retro per ospitarli. Poi ho visto io stessa donna Hester provare una danza, non vorrete lasciargli la soddisfazione di prendersi tutte le glorie e gli sguardi.» continuò Sara e mentre parlava immaginava il cervelletto di Cecilia metabolizzare il discorso e invogliarsi a partecipare con l'idea ci fosse anche il marito.
In realtà Cecilia non si sentiva in grado di ballare sotto lo sguardo di Goffredo e stava scartando l'idea ma lasciò sospesa la decisione, e le piacque l'idea di decidere all'ultimo momento. Ma l'idea di rivederlo le fece ribollire il sangue e i desideri sopiti si risvegliarono facendole passare quell'ultimo periodo, fra le prove delle danze e l'attesa, in completa agitazione.

Quando Iulia le disse che erano arrivati i soldati, in un tardo pomeriggio, Cecilia scese ed uscì fuori a cercare Goffredo fra loro, ma non lo vide, fu William ad andarle incontro ancora in sella al suo cavallo.
L'uomo per un attimo aveva sperato fosse Margò poi aveva visto il volto meno spigoloso e il sorriso si affievolì un po'.
«Donna Cecilia? Dov'è Margó?»
«Sir William! Eccola in fondo, vi sta fissando imbambolata. Ma Goffredo? Non è con voi?»

«Temo che Goffredo stia maledendo la sua cattiva stella. È stato intercettato dal re in battuta di caccia e ha preteso lo seguisse. Credo lo intratterrà a lungo, e probabile che passino buona parte della notte a bere come i vecchi tempi.» le rispose già spostando l'attenzione sulla figura che Cecilia gli aveva appena indicato.

Rossa come le fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora