La sauna era chiusa e nella vasca risuonavano le grida e le risate cristalline di una decina di ancelle, insieme a loro le splendide sorelle dai capelli fiammanti cui però l'acqua ne aveva spento il colore rendendoli più corvini e scuri.
Come sempre quando ci si trovava insieme alle altre ragazze era impossibile tenere i capelli asciutti. Le crocchie appuntate in cima alla testa venivano puntualmente sciolte, appesantite dall'acqua schizzata fra l'ilarità generale. Si partiva sempre con l'idea di godersi il bagno in tranquillità per finire a fare una vera e propria guerra.
Margò aveva costretto Cecilia ad andare con loro. Aveva chiesto ad Elisabeth dove fossero le stanze in cui risiedeva Goffredo.
Aveva trovato la sorella a torturarsi le mani nell'attesa del ritorno del marito e nell'incertezza del proprio futuro. Sul letto un fagotto con pochi indumenti e qualche oggetto personale. «Che avete intenzione di fare?»
Le chiese indicando il fagotto.
Cecilia mise un dito davanti alla bocca intimandole il silenzio, poi disse piano come se temesse che qualcuno origliasse.
«Se necessario fuggirò con Goffredo!»
«Siete impazzita?» disse Margò con lo stesso tono.
«Non fareste la stessa cosa con sir William?»Margò rimase spiazzata dalla domanda.
«Forse si!» rispose piano
«Comunque ora lasciate qui questi pensieri cupi e venite ai bagni, potrebbe essere l'ultima volta che ne possiamo approfittare.»
«Voglio aspettare Goffredo!»
«Vi troverebbe ovunque andiate in questo palazzo! Non voglio sentire storie, verrete con me e non penseremo né voi a Goffredo né io a sir William.»
«Ah ah!» fece due scuaquerate di finto riso Cecilia
«Mentite sapendo di mentire! Siete più cotta voi di sir William che io di Goffredo.»
Margò la guardò con un espressione divertita.
«Mmm! Dite? »
Entrambe scoppiarono a ridere. E Cecilia fu letteralmente trascinata fuori dagli appartamenti di Goffredo mentre continuava a brontolare.
«Se c'è Hester poi me ne vado!»
«Nessuno l'ha chiamata.» rispose Margò continuando a spingerla.Cecilia e Margò si erano tenute in disparte a bordo vasca pensando di scamparla, ma le altre che già da un po' erano senza fiato si erano accorte di loro e si erano fiondate in un "tutte contro due", e le rosse furono costrette ad unirsi alla guerra d'acqua.
Goffredo aveva tentato di raggiungere le sue stanze, ma pareva che tutti avessero da chiedergli qualcosa lungo il tragitto. Da sir William che gli chiedeva del colloquio, allo stalliere che gli chiedeva quanto fieno dare al cavallo, e infine una servetta che chiedeva per la colazione in camera.
Non vedeva l'ora di tranquilllizzare Cecilia e comunicarle che era tutto a posto. Era convinto fosse in ansia nelle sue stanze e ci rimase un po' male non trovandola.
L'aveva cercata nella camera che occupava prima e fu un ancella che usciva da una stanza sullo stesso piano a rivelargli che erano tutte nella vasca e che avrebbe dovuto aspettare.Cosa che Goffredo era ben lungi dal voler fare.
Anche se sapeva che non erano ammessi uomini quando le ancelle erano ai bagni, riuscì ad intrufolarsi e si diresse a passo sicuro verso la vasca.Le ragazze che si accorsero per prima di lui gridarono e misero in all'erta le altre, fu come vedere un branco di cerbiatte fuggire al sentore del predatore. L'ultima che vide uscire dalla porta fu Margò che prima di uscire dalla vasca aveva detto ridendo verso Cecilia:
«Ve lo avevo detto che vi avrebbe trovata ovunque!»Nella vasca rimaneva Cecilia fra il divertito e il canzonatorio. Goffredo lasciò che lo sguardo si soffermasse sulla panchina che la sera dietro era stata testimone del loro incontro, l'angolo della bocca si alzò in un sorriso lascivo mentre gli occhi lambivano il pavimento e scivolavano lentamente verso Cecilia che sostenne lo sguardo poi arrossì quasi leggendogli il pensiero. Quel posto non sarebbe stato più lo stesso ai loro occhi.
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Rossa come le fiamme
Romance1260, e giù di lì. Sir Goffredo, duca della Normandia torna, per la seconda volta a distanza di tre anni, obbligato da re Enrico III, al suo feudo nella contea del Maine. Lo stesso re che lo obbligò, con la complicità dei genitori, a sposare una ra...