Capitolo 13

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Luke non riusciva a chiudere occhio dopo il loro scontro.

Sentiva ancora la presa sul suo polso, e l'unica cosa che riusciva a vedere era lo sguardo gelato che Michael gli aveva rivolto.

Così decise di alzarsi e raccogliere tutto il suo coraggio, per raggiungere la stanza del suo professore.

La prima cosa che sentì non appena appoggiò l'orecchio contro la porta, furono i suoi singhiozzi, e questo gli spezzò il cuore.

Perché stava piangendo?

Non se lo sarebbe mai immaginato.

Luke allora si fece avanti e aprì la porta senza bussare.

Michael era rannicchiato sul suo letto con delle foto sparse sulle lenzuola, e Luke continuava a non capire.

-Cosa ci fai qui?- tuonò il maggiore cercando di nascondere le lacrime.

Luke si avvicinò lentamente al letto e si sedette sul bordo.

-Vorrei solo sapere perché fai questo..- rispose a bassa voce intimorito.

Michael si morse il labbro e si sedette accanto al biondo, non ci credeva che lo stava facendo, che stava veramente raccontando quello che aveva passato per anni.

-Luke devi sapere che prima ti te ci sono stati altri ragazzi, che però non sono mai rimasti quanto te. Erano cose da una notte, giusto per cercare di colmare un vuoto troppo profondo.-

Luke ascoltò attentamente le parole del professore, che a lui arrivavano con tante coltellate, dato che ormai aveva capito che provava un sentimento verso di lui.

Michael prese le sue mani e accarezzò il polso dolente dell'alunno, che si limitò a stringere i denti e cercò di godersi quel dolce contatto.

-Tutto questo iniziò quando avevo più o meno la tua età, Oliver il mio insegnante di arte, mi catturò in un inganno che durò per anni. Io pensavo seriamente che lui mi amasse, ma per lui ero solo una musa che usava quando aveva ispirazione.-

Le lacrime tornarono a sgorgare dai suoi occhi ormai rossi e la sua presa si fece sempre più stretta e bisognosa.

Era la prima persona con cui si confidava dopo anni.

Luke ascoltava silenziosamente il suo sfogo, dispiaciuto di quello che il suo Michael aveva vissuto.

-Tutto questo mi ha trasformato nel mostro che sono ora, ed ho paura che accadrà la stessa cosa a te.. Luke non posso permetterlo.- prese un grosso respiro e abbassò lo sguardo sulle loro mani unite.

-Per questo voglio che tu te ne vada prima che sia troppo tardi.- aggiunse a bassa voce spostando la sua mano da quell'abbraccio.

Luke sbarrò gli occhi e scosse la testa, non stava accadendo seriamente, non ora che stavano chiarendo!

-Michael non puoi cacciarmi ora! Posso aiutarti, possiamo conoscerci meglio e magari diventare amici..- tentò cercando delle scuse per tenerlo vicino.

Ma Michael scosse la testa e si alzò dal letto.

-Luke voglio che tu prepari le tue cose e che te ne torni a casa questa sera stessa.- ordinò indicandogli la porta.

Luke si alzò, sentendo come se il pavimento stesse crollando sotto i suoi piedi, e raggiunse il suo professore.

-E se fosse troppo tardi?- sussurrò guardandolo negli occhi.

Michael aprì la bocca, sbalordito da quello che aveva sentito, ma non poteva permettere che Luke si rovinasse a causa sua.

-Luke tu non mi ami. Non puoi dopo il male che ti ho fatto! Sei solo confuso da tutto quello che è successo. Quello che provi verso di me è solo una stupida attrazione fisica!- disse cercando di convincere anche se stesso, anche se sapeva che stava dicendo una marea di cazzate.

-Come puoi dire questo?! Come puoi pensare che.. Io non ho parole! Michael mi sono innamorato di te! Ti prego non cacciarmi!- urlò sentendo le lacrime bagnargli le guance.

E per quanto Michael lo volesse tenere vicino a se, non poteva.

-Lucas vattene e non tornare mai più.-

Furono le ultime parole che Luke ascoltò prima di uscire dalla sua stanza e correre via da quella casa che aveva iniziato a sentire sua.

Michael non appena sentì la porta dell'ingresso sbattere cadde in ginocchio e scoppiò a piangere, sentendo quel buco nero che lo aveva assalito anni fa, ricrearsi al suo interno per risucchiarlo nuovamente.

-Sono un mostro- sussurrò fra i singhiozzi, rendendosi conto di quello che aveva fatto.

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