Capitolo 23: Io Che Amo Solo Te...

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Sento il sangue gelarsi nelle mie vene. Guardo Antonio e noto che anche lui è immobile con le orecchie tese. Da dove proveniva quello sparo? Siamo in pericolo? Ho i peli della nuca rizzati e sento la paura invadermi nelle viscere. Cosa potrebbe essere accaduto? Dobbiamo chiamare la polizia? Forse, è la scelta migliore.

Passa qualche secondo prima che sentiamo urlare. È disumano. Riconosco quella voce. "E' la.." Mi interrompo. Antonio annuisce. Si alza di scatto ed esce fuori dal giardino. Anche altri vicini sono usciti dalle loro case. Io seguo il mio fratellastro e giungiamo al cancelletto che divide le proprietà. Antonio sa che non funziona, che basta una spinta per aprilo e, infatti, in pochi secondi siamo nella proprietà della Signora Petrelli.

Le urla si spengono e io inizio a temere che troveremo una scena dell'orrore quando entreremo. L'hanno uccisa? Qualcuno l'ha sparata? E' una donna che sta poco simpatica a molte persone, ma non credo che qualcuno si spingerebbe mai ad ammazzarla.

Molte persone avranno immaginato di farle fare una brutta fine, io stesso l'ho fatto diverse volte e sono pronto a scommettere che Antonio tenga un piano segreto per ucciderla.

Vedo i vicini che si avvicinano al cancello. "Ragazzi, cos'è successo?" Ci domandano. "Non lo so. Abbiamo sentito lo sparo e un urlo della Signora Petrelli. Stiamo entrando a dare un'occhiata." Risponde Antonio che ha decisamente il sangue più freddo del mio. "Ma se ci fosse ancora qualcuno dentro con lei? Fateci entrare." Dice il Signor Claudio, un uomo di quarant'anni paffuto e con una barbetta incolta. Antonio annuisce e apre il cancello, lasciandolo entrare assieme ad un altro vicino di cui non ricordo il nome. È un uomo alto e abbastanza giovane, non avrà più di trent'anni. Si è trasferito con la sua ragazza solo qualche mese fa. "Dobbiamo chiamare la polizia." Dico decisamente agitato. Il Signor Claudio annuisce. Estrae il cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni e chiama il 113.

Lo sento spiegare ciò che abbiamo appena sentito. Annuisce e si gratta la testa calva. Io, Antonio e il vicino di cui non ricordo il nome ci guardiamo, cercando di capire come dobbiamo agire. Quando Claudio chiude la chiamata, viene verso di noi. "Dicono che stanno arrivando, ma che sarebbe meglio provare ad entrare e dare un'occhiata. Siamo in quattro, quindi il rischio che qualcuno possa farci del male è molto più basso. Probabilmente, il poliziotto mi ha detto che se ci dovesse essere qualcuno, proverà a scappare. Dobbiamo fare attenzione ed essere più cauti possibili." Ci spiega. Annuiamo. Antonio si volta verso di me e mi fissa. "Sarebbe meglio che tu restassi qui fuori, non sappiamo che cosa sta succedendo dentro." Io scuoto la testa. "No, non posso lasciarti entrare da solo. Voglio entrare pure io." Me la faccio sotto, ma il fatto di non sapere è peggio di ciò che potrei trovare dentro casa della Signora Petrelli.

Il vicino di cui non ricordo il nome si avvicina alla porta d'ingresso, ma è chiusa. "Ci sono altri ingressi?" Domanda Claudio a me e ad Antonio. Annuiamo. "La porta sul retro." Dico come per conferma.

Facciamo il giro della casa, abbassati come se stessimo cercando di scassinare. Se fossimo dentro ad un videogioco, saremmo in modalità stealth.

Quando arriviamo davanti la porta sul retro, Antonio prova ad aprila, ma anche questa è chiusa a chiave. "La Signora Petrelli è una tipa paranoica." Dice lui. "Che si fa adesso?" Domando agitato. La sera è stellata ed è anche fredda. Io sono in ciabatte, pantaloncini e magliettina a maniche corte quindi inizio a sentire freddo. In realtà, non so se tremo dal freddo o dalla paura. Mi sembra di vivere un film horror.

"Non ci resta che rompere una finestra ed entrare." Sentenzia il signor Claudio. L'altro vicino afferra una pietra e la lancia contro una delle finestre mandandola in frantumi.

Antonio fa cadere tutti i pezzi a terra e infilando una mano, alza la maniglia così da spalancala del tutto. Si spinge con le gambe ed entra dentro casa. Sia il Signor Claudio che l'altro vicino lo imitano. Io prendo un profondo respiro e mi faccio coraggio. Entro pure io dentro casa e sento una forte puzza di polvere da sparo. Mi porto una mano sulla bocca e procedo cautamente verso i miei compagni di avventura. Antonio apre la fila mentre io la chiudo. Mi guardo attorno, alla ricerca di un possibile ladro o assassino che voglia farci fuori. Vedo solamente il salotto con tutti gli oggetti esposti. La casa ha un stile anni 60, con i divani di un giallo paglierino e le poltrone tipiche di quel periodo. I mobili sono di legno e fanno apparire la stanza austera. Quando superiamo il salotto, arriviamo in cucina e lì sentiamo dei lamenti. Troviamo la Signora Petrelli a terra in una pozza di sangue che respira a fatica. Con una mano si tiene la pancia, l'altra tiene una pistola. La guardo allarmato. Il suo volto duro è mascherato dal dolore lancinante. "Signora Petrelli!" Urliamo io e il Signor Claudio all'unisono. Lei si lamenta. Antonio guarda la scena sempre in maniera distaccata. Cerca di mantenere il sangue calmo, perché non può agitarsi come stiamo facendo io e i due vicini. Qualcuno deve mantenere la mente lucida per capire cosa dobbiamo fare. "Bisogna chiamare subito un'ambulanza." Urla Antonio che si accascia a terra al fianco della donna. "Ci servono anche delle garze." Continua a darci ordini. "Signor Claudio?" Lui rimane inorridito alla vista e, presumo, sia sotto choc, ma quando Antonio continua ad urlargli, lui si desta. "Le bende...Sì. Chiedo a mia moglie." E scappa via verso la porta. Anche l'altro vicino va fuori mentre sta chiamando i soccorsi.

LoveGame - Un Amore Proibito ( ex Innamorato del Mio Fratellastro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora