Capitolo 26: Sogno o Realtà?

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Apro gli occhi quando sento la voce di mia mamma. È bella e dolce come la ricordo, forse, solo un po' agitata rispetto al suo solito. Un po' più alterata.

" È andato in arresto per ben due volte." Sento dire una cosa. Provo ad aprire gli occhi e mi ritrovo il viso di mia madre dietro una maschera che la fa apparire anche a lei un'astronauta. Vorrei prenderla in giro, ma non ne ho la forza.

"Gli abbiamo dato un po' di ossigeno, ma credo sia inevitabile intubare." Continua a parlare quella voce. Mia madre annuisce. Anche se non riesco a tenere gli occhi aperti, vedo che ha gli occhi rossi. Sta lavorando troppo. Mi era mancata.

"Che succede?" La voce di Pietro arriva dalle spalle, credo. Non mi sento molto bene da riuscire a stabilirlo al meglio. "Ehi, Samu, mi senti?" Il mio patrigno si avvicina a me e anche lui ha indosso quello strano elmetto. Io faccio no con la testa, è un movimento quasi impercettibile, ma è l'unico che riesco a fare.

Mamma lo guarda con aria preoccupata. "Dobbiamo intubare." Le dice Pietro. Si avvicinano nuovamente a me e mi stringono la mano. "Andrà tutto bene. Starai bene." Mi sussurra mamma, ma non ha il suo solito tono rassicurante. Forse, sono io che non sono lucido abbastanza da accorgermene.

Quando apro gli occhi, mi ritrovo in camera mia. E' una bellissima giornata soleggiata e una fresca brezza non fastidiosa entra dal balconcino, facendo scostare le tende in un movimento ondulare. "Devo aver fatto un brutto sogno." Mi dico, ricordando un ben poco. Rammento solo che avevo beccato il virus e che ero finito in ospedale. Fortunatamente, non è accaduto realmente. Mi metto seduto a letto e continuo ad osservare le tende e mi lascio trasportare dalla serenità del momento. Ho sempre adorato rimanere seduto nel mio letto a guardare fuori dal balcone, dalla mia camera, infatti, riesco a vedere il mare. Mi ha sempre calmato. Ho voluto questa camera per la sua posizione, preparandomi a lottare contro Antonio, anche se lui me l'ha ceduta quasi subito. Antonio. Devo andare in camera di Antonio.

Cerco di recuperare forze e coraggio e mi alzo dal mio lettone accogliente. Indosso una vestaglia e mi avvio verso la porta. Quando esco e raggiungo camera di Antonio, busso e aspetto una risposta che non arriva. Apro la porta e mi ritrovo la camera vuota. Deve essere uscito, magari, è andato a mare. Dovrei fare colazione e raggiungerlo. Mi trascino verso la cucina e noto che è tutto perfettamente in ordine e splendente. Io non sono stato, quindi deve essere merito del mio fratellastro. Merita un bel ringraziamento come si deve, mi dico, apparendomi un sorrisetto malizioso sul volto.

In cucina, cerco i miei biscotti preferiti e affetto del latte dal frigorifero. Lo bevo freddo, lo preferisco così. Quando vado in salone, però, per poco non mi prende un colpo. Seduto sul divano trovo il Signor Petrelli intento a leggere un libro. Lo guardo terrorizzato. "Signor Petrelli?" Domando con un filino di voce. Lui non era morto? Che ci fa seduto dentro al salotto di casa mia?

Lui alza il naso dal libro e mi fissa, alla fine, sorride. È uno di quei sorrisi che potrebbero illuminare la notte. È vestito di tutto punto, un completo verde e una camicia bianca. I suoi capelli bianchi sono tagliati perfettamente e il suo viso paffuto è privo di rughe, come se fosse ringiovanito di almeno dieci anni. I suoi occhi celesti mi scrutano nell'animo e io rimango a fissarlo come un ebete. "Finalmente ce l'hai fatta a svegliarti." Mi rimprovera bonariamente. Io continuo a guardarlo senza capire cosa stia succedendo. "Ma lei non era..." Non riesco a finire la frase, sia perché ha dell'incredibile, sia perché non voglio mancargli di rispetto. Lui ridacchia. "Intendi che non dovrei essere morto?" Io annuisco come un ebete. "Forse, potremmo dire così, dopotutto." Mi sento abbastanza confuso. Se lui è morto, ma io riesco a vederlo, cosa significa? Sono morto pure io?

"No, non lo sei. Non ancora almeno." Risponde. Un momento, mi ha letto nella mente? Lui annuisce. "Qui è possibile fare una cosa del genere." Spiega. Rimaniamo un attimo in silenzio, ho troppe cose da digerire oltre al latte che sto bevendo.

LoveGame - Un Amore Proibito ( ex Innamorato del Mio Fratellastro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora